Commercio elettronico sempre più “glamour”

Il mese scorso si è svolto il convegno “E-commerce 2009: segnali positivi, nonostante la crisi” organizzato dall’Osservatorio e-commerce Netcomm-School of management del Politecnico di Milano. Durante il convegno sono stati presentati i risultati della ricerca, basata su oltre 200 casi di studio, che fornisce la valutazione preconsuntiva del mercato italiano dell’e-commerce nel 2009 e analizza tutte le principali evoluzioni strategiche in atto. L’e-commerce in Italia dovrebbe superare i 5,8 miliardi di euro nel 2009 restando sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente a causa di due fenomeni contrastanti, la crescita nel numero di ordini (+13%) e la riduzione del valore medio dello scontrino (-10%). Suddividendo a livello di macro-aree, le vendite dei prodotti (informatica, elettronica, libri, abbigliamento e alimentari) aumenteranno di circa il 17%, mentre quelle dei servizi (biglietti, viaggi e assicurazioni) chiuderanno il 2009 a circa 3,5 miliardi di euro, in calo del 2%. Se poi si analizza l’andamento delle vendite all’interno dei principali comparti merceologici, quello con il tasso di crescita più elevato è l’abbigliamento con un +42%. Proprio nell’abbigliamento si è assistito a un ampliamento dell’offerta con l’entrata nel mercato on line sia di molte case di moda già presenti off line con boutique (Armani, Diesel, Dolce&Gabbana, LaPerla, Marni, Valentino), che di molti player che operano con il modello del club on line (BuyVip, Privalia, Born4shop, Saldi Privati). Inoltre un ruolo chiave per lo sviluppo del settore continua a essere giocato da Yoox che, nella duplice veste di sito e-commerce e service provider, ha letteralmente trascinato on line molti operatori del settore. Dalla ricerca è emerso che un terzo delle insegne ha oggi un sito di e-commerce, il doppio circa rispetto a quattro anni fa. Per quanto riguarda le vendite all’estero dei siti di e-commerce italiani sfioreranno quota 950 milioni di euro, in crescita del 9% circa rispetto al 2008, con un’incidenza del 16% sulle vendite complessive. I tre mercati principali restano l’Unione Europea, gli Stati Uniti e il Giappone.

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