Giorgio Armani: “Pensione? Assolutamente no. Non venderò ai francesi”

All’età di 89 anni il celebre stilista italiano continua a guidare in prima persona la sua creatura da 2,35 miliardi di fatturato: “Perché cedere a mega strutture prive di personalità?”. Il futuro della Giorgio Armani spa? Una struttura simile a Rolex

Giorgio ArmaniGiorgio Armani alla sfilata "One Night In Venice" Photo by Jacopo Raule/Getty Images

Vendere ai conglomerati del lusso francesi? Mai e poi mai. La Giorgio Armani spa è e resterà indipendente. È questo il messaggio lanciato da Venezia dallo stilista Giorgio Armani, in occasione della sua recente sfilata One Night Only Venice, coincisa con il Festival del Cinema.

A differenza di case di moda come Valentino, Gucci e Versace, la Giorgio Armani resta ancora saldamente nelle mani del suo stilista, amministratore delegato e unico azionista, che a 89 anni d’età esclude categoricamente il suo pensionamento e vuole evitare qualsiasi tipo di ingresso di uno dei conglomerati del lusso francesi. “Questi gruppi francesi vogliono fare tutto, non capisco… È un po’ ridicolo”, ha dichiarato al Financial Times. “Perché dovrei essere dominato da una di queste mega strutture prive di personalità?”.

Giorgio Armani

Photo by Jacopo Raule/Getty Images

Gli esordi e il futuro della Giorgio Armani Spa

Fondata dallo stilista nel 1975 insieme al defunto architetto Sergio Galeotti, il successo internazionale per l’azienda arrivò solo cinque anni dopo, quando Richard Gere indossò un completo Armani nel film American Gigolo. Da lì un’ascesa senza fine, che ha portato Giorgio Armani a essere considerato la figura più influente dell’alta moda italiana del XX secolo, insieme a Gianni Versace e Valentino Garavani.

Partito nel settore della moda, negli anni l’impero di Giorgio Armani ha abbracciato altri business tra cui ristoranti, hotel di lusso e una licenza nel beauty con L’Oréal. Il gruppo, che comprende i marchi Emporio Armani, Armani Exchange e la linea di fascia alta Giorgio Armani, ha registrato ricavi per 2,35 miliardi di euro nel 2022 (+16,5% sul 2021).

Da ammissione dei suoi stessi collaboratori, lo stilista è tuttora coinvolto direttamente nella gestione quotidiana dell’azienda e non esisterebbe un singolo documento non firmato personalmente da Giorgio Armani. “Non so come qualcuno di noi possa pensare che tutto questo sia replicabile senza di me”, avrebbe affermato Armani poco prima della sfilata di Venezia. Al contempo, però, Re Giorgio ha già preparato la strada al suo successore.

Armani sulla scia di Rolex

Già nel 2016 Giorgio Armani ha dato vita a un’omonima Fondazione, progettata per finanziare progetti sociali e proteggere il gruppo da future acquisizioni o scissioni, una struttura – precisa il quotidiano americano – simile a quella del produttore di orologi svizzero Rolex.

In base al piano di successione, la Fondazione Giorgio Armani avrà una partecipazione dell’impero della moda, mentre il resto andrà alla famiglia dello stilista. A oggi nel gruppo lavorano le nipoti Roberta e Silvana Armani, mentre Andrea Camerana, suo nipote, è membro del consiglio d’amministrazione.

Il Financial Times sottolinea come anche Pantaleo Dell’Orco, che dirige l’ufficio stile uomo e collabora con lo stilista da 46 anni, stia assumendo un ruolo sempre più importante all’interno dell’azienda. Fa parte del Cda della Fondazione, è pronto a ereditare una partecipazione nella società e non si esclude che un domani possa succedere allo stesso Armani come designer dell’abbigliamento maschile, affiancando Silvana Armani, che già collabora con lo zio alla collezione donna.

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