Con la primavera in vista ma ancora lungi dall’arrivare, ogni golfista scalpita all’idea di riprendere al più presto l’attività dopo la pausa imposta dall’inverno. E se è vero che per alcuni fortunati che vivono in regioni con climi più miti il gioco inizia già a presentarsi piacevole, con terreni asciutti e temperature quasi gradevoli, per la maggior parte dei giocatori le prossime settimane hanno in programma ancora momenti e condizioni tutt’altro che accoglienti e, dal punto di vista golfistico, più difficili da interpretare. Così ora cercheremo di approfondire in modo puntuale e autorevole alcuni argomenti per imparare ad affrontare il gioco anche quando le condizioni non sono ottimali. Per fare questo saremo guidati da Carlo Alberto Acutis, professionista e coach di grande esperienza, e dai suoi suggerimenti, utili per i giocatori di ogni livello, per iniziare nel modo migliore il nuovo anno golfistico. Di seguito, punto per punto, i suoi consigli.
CARLO ALBERTO ACUTIS |
Laureato nel 1983 in Business administration all’Università di Miami (Usa) militando nello European Tour durante gli anni ’80, intraprende la carriera dell’insegnamento con diversi ruoli all’interno della Federazione. La formazione, agli inizi con il maestro A. Angelini poi con K. Venturi alla University of Miami, è continua con stage e corsi sulle varie componenti del golf (con i coach Tosky, Ballard, Leadbetter, Mc Lean, Swash). Partecipa quale oratore a convegni in particolare sugli aspetti medici e biomeccanici dello swing, ed è del 2001 il suo primo libro Golf, uno sport per sempre (Sperling & Kupfer). Dopo uno stage a Dallas presso il Golf Studio di Hank Haney (già coach di Tiger Woods) nel 1991 fonda con Alessandro Rogato e Giorgio Bordoni la Blue Team Golf Academy (www.blueteamgolf.com), da subito innovativa per le tecniche d’insegnamento in cui l’analisi computerizzata e audio-video dello swing affianca la competenza dei maestri. Per non perdere il contatto con il golf giocato, nel 2011 si qualifica per il Pga Championship dello European Senior Tour, vince la gara di qualificazione al British Senior Open in Inghilterra e il Campionato Italiano di Doppio della Pgai. Nel 2010 è Campione nazionale Open Senior e si aggiudica la qualificazione (terzo) per il British Senior Open a Carnoustie in Scozia. |
LA RIPRESA DELLE ATTIVITÀ TRA SPERANZE, TECNICA E FITNESS
Negli anni la cultura del fitness (o, quanto meno, una maggiore attenzione alla forma fisica) ha progressivamente contagiato buona parte della società, ma è innegabile che il periodo invernale sia quello in cui flessioni, piegamenti, corsa e stretching vengano meno assiduamente praticati. Gli effetti, anche per il golfista della domenica, possono presentarsi sia in termini di minore resistenza per completare le 18 buche che di brillantezza e reattività muscolare.
Lo sappiamo, la frequentazione del campo pratica non è tra le abitudini più amate dai giocatori di golf. Nella stagione più fredda come bisogna comportarsi?
È vero, non sempre le sedute di allenamento risultano divertenti, non tanto quanto andare in campo. Ma, soprattutto a inizio stagione, è meglio non lasciarsi prendere dall’entusiasmo e far riadattare allo swing le varie parti del corpo che da questo vengono sollecitate. Cominciate con un paio di sedute di pratica: il mio consiglio è di dedicare al massimo un’ora al gioco lungo e se possibile un’altra ora divisa tra putt, approcci e bunker. Ricordandovi che il vostro fisico non è più abituato al movimento, si eviteranno dolori muscolari e problemi fisici di vario genere che possono togliere molto del piacere del gioco.
Ha parlato di entusiasmo, ed è esattamente questo lo spirito che coglie il golfista non appena intravede la possibilità di rimettere piede al circolo e, soprattutto, sul campo. Per poi scoprire che nei mesi invernali di inattività anche lo swing è andato a riposo…
È fuori discussione che lo swing del golf sia tra i movimenti sportivi più complessi dal punto di vista tecnico (uno studio recente lo ha collocato al secondo posto, dietro solo a quello del salto con l’asta, ndr) e che le varie situazioni di gioco sul campo ne richiedano molti adattamenti e variazioni. Mi rendo conto che, vista la mia professione, quanto sto per dire possa apparire scontato: ma effettuare qualche lezione può rimuovere in fretta quel po’ di ruggine nelle parti del gioco che non vi hanno soddisfatto durante le prime sedute di pratica. Soprattutto a inizio stagione. Così, con una ripresa graduale e sotto controllo, sarà più facile affrontare il campo, dove comunque non mancheranno le difficoltà dovute principalmente al clima e alle condizioni del percorso.
A INIZIO STAGIONE |
» Riprendere gradualmente » Riadattare allo swing le varie parti del corpo » Un paio di sedute di pratica: un’ora sul gioco lungo e un’ora tra approcci putt e bunker » Qualche ora di lezione per rimettere a fuoco lo swing |
A QUALCUNO PIACE CALDO…
Per molti, anche a causa delle basse temperature, il periodo tra novembre e marzo coincide con il vero letargo golfistico. Se, per altri, queste condizioni pur non ideali non costituiscono un limite, è indubbio che saper adottare le opportune “contromisure” possa rappresentare una chiave per rendere le 18 buche più piacevoli.
Campi bagnati e fangosi, freddo, vento, pioggia sono assolutamente normali in questa stagione. Cosa si può fare per migliorare performance e divertimento in questi primi giri dell’ anno?
Innanzitutto, bisogna creare (o mantenere) le condizioni in cui il fisico può rendere al meglio e, quindi, proteggetevi correttamente dal freddo: usate indumenti caldi ma non troppo attillati. È molto importante cercare di mantenere la massima mobilità, pur indossando vari strati. Coprite la testa e tenete a portata un paio di guanti perché con le mani fredde la perdita di sensibilità è notevole e influenza in special modo il gioco corto. Poi, un consiglio che vale anche per quando le temperature saranno più tiepide ma subentrerà la pioggia: se è indispensabile possedere una buona tuta impermeabile, è altrettanto determinante mantenere le mani asciutte e, quindi, portate sempre un paio di asciugamani. Uno va tenuto sotto l’ombrello per asciugare le mani e il grip prima del colpo e uno di ricambio dentro la sacca. Tenete, infine, il guanto il più asciutto possibile tra un colpo e un altro, e comunque assicuratevi di averne qualcuno di ricambio.
BENESSERE E BEL GIOCO |
» Mantenere testa, corpo e mani al caldo » Indumenti caldi ma non attillati » Antipioggia » Mani e guanti asciutti (ricordarsi i ricambi) |
COME SCEGLIERE E COME FARE IL COLPO GIUSTO
Se è vero che i fondamentali dello swing sono e rimangono sempre gli stessi a ogni latitudine e con qualsiasi clima, è altrettanto vero che per ottenere il risultato atteso da ogni colpo risulta determinante valutare le condizioni in cui il gioco si sta svolgendo. L’umidità dell’aria e il terreno più o meno bagnato o compatto possono avere un effetto molto importante su come l’impatto del bastone farà volare la pallina. Frequente è lo stupore dei golfisti di fronte a parabole inspiegabilmente corte oppure a rotoli di palla sul green che non finiscono mai dopo un colpo dal rough.
Una buona pratica, un utile “ripasso” con il maestro e un’opportuna protezione dal freddo permettono di essere pronti per entrare in campo. A questo punto cosa si deve considerare o modificare nel gioco in questo periodo?
Innanzitutto, ricordatevi che alle basse temperature la palla vola molto meno e la perdita di distanza è maggiore sui colpi lunghi (drive e ferri lunghi) che sui colpi corti (ferri corti e wedge). Quando scegliete il bastone per il colpo al green, generalmente è utile scalare di due ferri nel primo caso (colpi lunghi) e di un ferro nel secondo (colpi più corti). Analogo accorgimento può essere adottato anche in giornate di pioggia importante o in presenza di forte umidità.
Sui campi bagnati e fangosi per molti il dubbio è di non sapere esattamente cosa fare: se, cioè, attaccare normalmente la palla, con il rischio di una classica “flappa” o, al contrario, tentare di colpire la pallina più “pulita” con l’altro conseguente pericolo di “toppare” il colpo. Cosa si può fare?
Il terreno molle, oltre a limitare la distanza, costituisce una difficoltà notevole per il colpo. La temuta “flappa” è, infatti, sempre in agguato. Per evitare di incorrere in questo errore consiglio di posizionare la palla più indietro nello stance (lievemente più a destra rispetto al solito) e di impugnare il bastone un po’ più corto: in questo modo otterrete l’effetto di bilanciare il fatto che i vostri piedi affondano lievemente quando prendete posizione. In particolare, intorno al green, dove l’obiettivo appare molto vicino ma dove un errore risulta (quasi) sempre determinante ai fini dello score, cercate di giocare colpi bassi a correre e non di alzare la palla (i colpi giocati con i wedge con molto loft sono quelli con il più alto rischio di trasformarsi in flappe) e, appena possibile, usate il putt! Come ultimo accorgimento, consentito dalla regola invernale (quando in vigore), non tecnico in senso stretto ma che può evitare spiacevoli sorprese, ricordatevi di pulire bene la pallina quando la piazzate perché il fango può alterarne la traiettoria in volo in maniera indesiderata e tutt’altro che trascurabile.
PER EVITARE BRUTTE SORPRESE |
» Quando fa freddo e piove la palla vola di meno: due ferri in più per i colpi lunghi, uno per i colpi corti » Se il terreno è molle e fangoso: palla più a destra nello stance e impugnate il bastone più corto » Intorno al green per evitare le flappe: colpi bassi e a correre e appena possibile usate il putt » Pulire sempre la pallina (quando la regola invernale è in vigore) |