Dive & Madrine: a Venezia un viaggio al femminile nel cinema italiano

Fino al 7 settembre, un’esposizione fotografica mette in dialogo star d’altri tempi con attrici contemporanee, tutte protagoniste della Mostra del Cinema

Dive & Madrine: a Venezia un viaggio al femminile nel cinema italianoMonica Vitti© Reporters & Associati

Star d’altri tempi, la cui luce non ha mai smesso di splendere, in dialogo con nuove stelle del grande schermo italiano. Nasce così la mostra Dive & Madrine, inaugurata oggi e in programma fino al 7 settembre nella hall dell’Hotel Excelsior di Venezia, cuore pulsante della Mostra del Cinema.

In quest’esposizione fotografica, organizzata dal Ministero della Cultura e Archivio Luce Cinecittà si scopre la storia del nostro cinema attraverso le immagini di otto grandi dive del passato, da ammirare in scatti dell’Archivio Luce e altri archivi storici. Oggi, otto attrici contemporanee, dopo aver ricoperto il ruolo di madrine in passate edizione della Mostra del Cinema, le reinterpretano vestite da importanti maison italiane, attraverso gli scatti del fotografo Uli Weber, celebrando così il valore del Made in Italy, in un intreccio più che mai virtuoso fra moda, costume e cinema.

Scenario degli scatti di Weber non poteva che essere Cinecittà, luogo iconico e simbolo del cinema italiano nel mondo, fulcro di storia e contemporaneità che ha accolto le protagoniste dentro i suoi mitici teatri di posa dove i maestri del cinema hanno girato – e girano – le loro opere, nei grandi set all’aperto, nel suo parco e nelle sue strutture espositive. Luoghi dove arte e spettacolo del passato convivono con le grandi produzioni di oggi.

Il fil rouge fotografico accomuna così Silvana Mangano, impersonificata da Kasia Smutniak. E poi Sophia Loren, evocata da Caterina Murino, fino a Sonia Bergamasco nelle vesti di Alida Valli. Ma anche Stefania Sandrelli rappresentata da Rocio Morales e Claudia Cardinale interpretata da Serena Rossi. Il fascino di Virna Lisi, da ritrovare in Vittoria Puccini, come l’incanto di Mariangela Melato brilla negli occhi di Anna Foglietta. Terminando con lo charme di Monica Vitti, tradotto in posa da Sveva Alviti.

“Tutte le mostre che ho curato hanno come fulcro l’Archivio Luce”, spiega Chiara Sbarigia, Presidente di Cinecittà, che ha curato la mostra insieme al sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni. “Assegnargli un ruolo centrale significa metterlo in rapporto con la contemporaneità e i suoi talenti, come negli scatti magistrali di Uli Weber alle madrine della Mostra del Cinema di Venezia. Solo così si esprime pienamente il valore testimoniale dell’archivio come luogo della riflessione e della riscoperta. Con i grandi del passato, invece di feticizzarli e ricordarli nel solito modo retorico-celebrativo, bisogna dialogarci. In questo dialogo serrato fra le dive e le madrine del nostro miglior cinema, che è anche un passaggio di testimone generazionale, non si vuole solo evidenziare il legame con una tradizione gloriosa, ma affermare una discendenza diretta. Rivendicando un ruolo da protagonista che continuiamo ad esercitare: del resto, siamo il Paese che ha vinto più premi Oscar dopo gli Stati Uniti”.

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