La meta per le vacanze di fine anno non deve essere necessariamente un luogo esotico. Per una volta lasciatevi tentare da alcune classiche destinazioni europee, da vedere però sotto tutta un’altra luce, facendovi trasportare dalle suggestioni letterarie dei celebri autori che meglio hanno saputo raccontarle nei loro libri. Tutte da leggere, immaginare e visitare, sono state, infatti, spesso esse stesse protagoniste delle vicende che vi sono state ambientate dal xix secolo ai giorni nostri
Quel fascino di STOCCOLMA raccontato da LARSSONRiportata in auge dalla pubblicazione del quarto libro della serie (coraggiosamente scritto da David Lagercrantz, foto in basso), ma in realtà mai passata completamente di moda, la saga di Millennium ideata dal compianto Stieg Larsson non è stata solo un caso letterario senza precedenti, ma ha anche avuto il merito di far scoprire al mondo intero l’indiscutibile fascino di Stoccolma. Perché allora non immergersi nella sua atmosfera nordica ripercorrendo le orme di Mikael Blomkvist e Lisbeth Salander? La maggior parte dei luoghi citati, infatti, non solo esiste davvero, ma è descritta con precisione minuziosa. Dalla casa del protagonista in Bellmansgatan, con visuale mozzafiato sulla città vecchia, alla redazione della rivista Millennium in Götgatan 19 (che in verità è la sede di Greenpeace) fino al Mellqvist Kaffebar – frequentato dai personaggi, ma anche da Stieg Larsson nella vita reale – e allo Sheraton Stockholm Hotel, dove Blomqvist aveva i suoi incontri intimi con Harriet Vagner, che offre anche uno speciale “pacchetto Millennium”. A rendere il tour agevole è il fatto che la maggior parte delle location dei romanzi si concentra sull’isola di Södermalm, una delle 14 che compongono la capitale, ma nel caso aveste voglia di concedervi una gita fuori città potete sempre raggiungere l’isola di Sandhamn, a una trentina di chilometri da Stoccolma, e il suo pittoresco villaggio di cottage in legno, dove Blomkvist ha una piccola casa sul mare. Non ricordate perfettamente tutti i luoghi citati? Poco male, lo Stadsmuseet, ossia il museo civico di Stoccolma, mette a disposizione una cartina apposita, oltre a organizzare vere e proprie visite guidate di circa un’ora e mezza. In programma pressoché ogni giorno in inglese e francese, potete anche prenotarne una in italiano, purché vi muoviate con circa una settimana di anticipo.
La BARCELLONA medievale di FALCONESPremiato nel 2006 come miglior romanzo in lingua spagnola, La cattedrale del mare ha fatto il successo dell’esordiente Ildefonso Falcones, oggi scrittore affermato, ed è rimasto il suo libro di maggior successo. Ambientato nella Barcellona del XIV secolo, narra storia di Arnau Estyanol, figlio di un servo della gleba fuggito dalla campagna per sottrarsi ai soprusi feudali. In realtà, come il titolo lascia ben intendere, protagonista di queste pagine avvincenti non è solo Arnau, ma anche la cattedrale di Santa Maria del Mar, di cui si narra la costruzione dalla posa della prima pietra alla consacrazione, con il quale il giovane spagnolo ha un legame quasi mistico. Per rivivere le atmosfere della Barcellona medievale, non resta quindi che partire da questa chiesa maestosa, una delle più belle della città e dal quartiere in cui è inserita, il Barrio de La Ribera, oggi più noto come El Born, dove un tempo vivevano soprattutto marinai, pescatori, artigiani e armatori. Benché oggi sia divenuto uno dei luoghi più eleganti di Barcellona, conserva tutto il suo sapore d’altri tempi, tra vicoli stretti e pittoresche piazze con caffetterie allineate una dopo l’altra. Da lì proseguite a piedi fino al Tibidabo, la cima della montagna Collserola, da cui si può godere una bellissima vista della città. Si tratta di un’altra zona molto significativa per gli appassionati del romanzo di Falcones: è qui che Bernat, padre di Arnau, si scopre libero per la prima volta e resta affascinato dall’immensità del mare.
A spasso per la PARIGI di HEMINGWAYUltima e forse tra le opere meno note del grande Ernest Hemingway – benché non per questo meno interessante – Festa mobile è sì un libro di memorie, ma più dello stesso Hemingway la sua vera protagonista è la città di Parigi. Nel narrare il periodo felice degli anni ’20, in cui mosse i primi passi in campo artistico, non solo cita con accuratezza molti altri autori importanti dell’epoca, ma fornisce continuamente indirizzi di hotel, bar, appartamenti, raggiungibili tutt’oggi. Leggere queste pagine significa dunque tuffarsi virtualmente nella Ville Lumiere degli anni ’20, riviverne le atmosfere grazie alle parole di questo grande autore. Un viaggio che merita di essere fatto anche nella realtà! La vostra passeggiata letteraria potrebbe partire dalla sua prima casa, al 74 di rue Cardinal-Lemoine, oppure da rue Jacob, sulla Rive Gauche, nell’arrondissement du Luxembourg, dove ancora oggi sorge l’Hotel Angleterre che ospitò lui e la prima moglie Hadley quando giunsero in città. Per uno spuntino o un drink, potrete fermarvi in uno dei suo locali preferiti, per esempio la Brasserie Lipp su Boulevard Saint-Germain, oppure la Closerie des Lilas all’estremo orientale di Boulevard Montparnasse. Da non perdere, poi, l’atmosfera d’altri tempi della libreria Shakespeare and Company: fu la sua proprietaria, Sylvia Beach, a mettere Hemingway in contatto con gli scrittori più famosi dell’epoca. Da rue de l’Odéon dove si trovava allora, si è spostata poco oltre, lungo la Senna, ma senza rinunciare al suo inconfondibile carattere. Infine, non dimenticate l’esclusivo bar del Ritz, che porta il suo nome e concedetevi una sosta al Café Voltaire o al Les Deux Magots, dove il giovane Ernest si trovava spesso a scrivere e pensare.
PRAGA vista da KAFKATra i più grandi scrittori del ‘900, Franz Kafka visse un intenso rapporto con Praga, che segnò la sua personalità e le sue opere al punto che, per comprenderle al meglio, è importante visitare la capitale ceca. Così come, per assaporare appieno l’atmosfera magica della città, non si può prescindere da questo scrittore e dalle pagine in cui la racconta. Tappa irrinunciabile di un “pellegrinaggio” sulle orme di Kafka è il quartiere ebraico, abbattuto quando l’artista era ancora un ragazzino. Nella piazza a lui intitolata resta il portone originale della casa in cui egli nacque, al cui angolo si trova un suo busto. All’interno scoprirete pure una mostra sulla vita dello scrittore. Da qui la famiglia si spostò spesso. Tra le tappe più significative di questo girovagare, Palazzo Golz-Kinsky (in piazza della Città vecchia 11) – dove oggi si trova la libreria Kafka e dove dal 1907 sorgeva il negozio di accessori d’abbigliamento del padre; in questo stesso palazzo, nella zona posteriore, si trovava anche il ginnasio tedesco che egli frequentava – così come la casetta azzurra nel Vicolo d’oro, all’interno del celebre castello di Praga, dove nel 1916 lo scrittore si trasferì alla ricerca di un luogo tranquillo dove dare spazio alla propria creatività. Imperdibili saranno poi la tomba di Kafka, nel nuovo cimitero ebraico, e il museo a lui dedicato in via Hergetova Cihelna 2, così come il caffè Savoy e il caffè Louvre, spesso frequentati dallo scrittore. Ma la verità è che un po’ in tutta la città si può percepire ancora oggi la forte presenza di Kafka. Negozietti di souvenir compresi!
PESSOA e i colori di LISBONA «Non ci sono per me fiori che siano pari al cromatismo di Lisbona sotto il sole», scriveva Fernando Pessoa della propria città natale nel Libro dell’inquietudine. Una dichiarazione d’amore che ricorre spesso nelle sue opere, le cui atmosfere sembrano rivivere nei vicoli e nelle piazze della città. Vederla attraverso i suoi occhi è quindi uno dei modi migliori per apprezzarla al meglio. Il miglior punto di partenza per il vostro viaggio sarà il Chiado, il quartiere più caro allo scrittore portoghese, oltre che uno dei più caratteristici. Questa era la zona d’incontro degli intellettuali e qui nacque Pessoa, in Largo de S. Carlos. Proseguendo nella passeggiata, una sosta la merita senz’altro il Café A Brasileira (nel 1997 dichiarato Patrimonio architettonico portoghese), aperto nel 1905 e presto divenuto il preferito dello scrittore, come ricordato dalla statua di bronzo seduta a uno dei suoi tavolini. Altro quartiere interessante è inoltre la Baixa, dove vive Bernardo Soares, protagonista del già citato Libro dell’inquietudine, e dove sorge il Restaurante Pessoa: una tipica tasca portoghese che l’artista frequentava spesso per il pranzo. Nel pomeriggio non si potrà poi prescindere da una visita al Mosteiro dos Jéronimos, bellissimo complesso manuelino dove Pessoa è sepolto dagli anni ’80. Da qui, resterà ancora il tempo per un’occhiata alla storica Tabacaria Mónaco, in Praça D. Pedro IV, tappa fissa delle passeggiate dello scrittore nella sua città. Infine, per concludere la giornata in bellezza, ci si può rilassare bevendo una birra alla Cervejaria Beira Gare o concedersi uno spettacolo al Teatro Nacional de São Carlos, in Rua de Serpa Pinto 9, proprio come faceva spesso anche Pessoa.
Nella LONDRA di ARTHUR CONAN DOYLEIcona letteraria intramontabile, Sherlock Holmes è stato ed è tutt’oggi tanto amato, citato e rappresentato da rendere difficile, a volte, ricordare che si tratta di un personaggio inventato. Per questo può risultare molto suggestivo ripercorrerne i passi nella Londra odierna, immaginando di trovarsi in quella del 1800 che gli faceva da casa nelle avventure ideate da sir Arthur Conan Doyle. Naturalmente un simile guizzo di fantasia vi porterà subito al 221b di Baker Street, dove Holmes visse con l’inseparabile Watson. A questo indirizzo, in una modesta casa a tre piani in stile georgiano, oggi ha sede un ricco museo dedicata alla coppia investigativa di maggior successo nella storia. Il percorso comprenderà poi i luoghi più frequentati da Holmes, come l’elegante quartiere di Mayfair (dove sorge anche il più volte citato Claridge Hotel), Berkeley Square e Piccadilly Circus. Qui sorge il ristorante Criterion, al cui bar, nella notte di Capodanno del 1881, Watson incontrò colui che gli avrebbe presentato Sherlock: un momento “storico” commemorato da un’apposita targa. Da non perdere, in questo viaggio nel tempo, il Central Criminal Court nell’Old Bayley e, in West Smithfield Square, il Saint Bartholomew’s Hospital: oltre a essere il più antico ospedale di Londra, è dove Holmes svolgeva molte delle sue analisi e dove conobbe il suo braccio destro. Non vi basta? Fate un salto nel quartiere The Temple per provare sulla vostra pelle l’atmosfera nebbiosa e oscura che avvolgeva il grande detective nelle sue passeggiate, oppure assistete a uno spettacolo alla Royal Opera House di Covent Garden, al Lyceum in Wellington Street o al Theatre Royal di Drury Lane.
A SAN PIETROBURGO sulle orme di DOSTOEVSKIJSe siete in cerca di atmosfere noir che vi facciano scorrere un brivido sottile lungo la schiena, la destinazione del vostro viaggio potrebbe essere senz’altro la San Pietroburgo di Fëdor Dostoevskij e del suo capolavoro: Delitto e castigo, il più pietroburghese dei romanzi. In particolare, un’idea suggestiva è quella di seguire l’omicida Raskolnikov dalla sua abitazione fino a quella della vecchia usuraia, dove si compirà il delitto, e misurarne personalmente la distanza, per vedere se si tratta davvero di 730 passi come indicato da Dostoevskij. Come fare visto che l’autore non indica l’indirizzo preciso dell’uomo, ma solo delle scarne iniziali («… un giovane uscì dalla sua stanzetta sul vicolo S-j. E una volta in strada si diresse al ponte K-n., lentamente, come preso da indecisione…»)? Semplice, sfruttando le indicazioni fornite dalla moglie di Dostoevskij, Anna Grigorevna, dopo la morte del marito: S-j. starebbe per vicolo Stolijarnyj e K-n. sarebbe il ponte Kokushkin. Un chiarimento che non sorprende, visto che durante la stesura del romanzo lo stesso scrittore visse all’angolo tra vicolo Stolijarnyj e via Kaznachejskja. Così, proprio dove l’autore russo pose la casa di Raskolnikov, oggi si trova un altorilievo con una scultura di Dostoevskij e alcuni gradini, in ricordo dei famosi 13 indicati nel romanzo. Da qui potrete agevolmente proseguire sul ponte Kokushkin e poi svoltare sul canale Griboedov dove, al 104, troverete la casa del delitto. Sulla stessa strada, al 67, anche l’ufficio di polizia e, al 73, la casa di Sonja, costretta a guadagnarsi il pane con la prostituzione. Già che ci siete, finito questo percorso, raggiungete anche vicolo Kuznechnyj 5/2, uno dei ben 20 indirizzi abitati da Dostoevskij, che oggi ospita un museo a lui dedicato.
Rivivere nella VIENNA “ROTHIANA”Nacque nella Polonia orientale e visse a Vienna solo parte della sua vita, ma la capitale austriaca fu senza dubbio protagonista di tutte le sue opere più significative, in quanto nucleo centrale del grande impero asburgico cui Joseph Roth guardava con nostalgia e rimpianto. La Vienna del Prater – dove lo scrittore da bambino accompagnava la madre una volta al mese per una passeggiata –, dei sontuosi palazzi del Ring e dei celebri caffè. Una città grandiosa che non esiste più, ma della quale non è affatto difficile scoprire le vestigia nella sua versione attuale. Percorrerne le strade vi riporterà rapidamente ai tempi di Francesco Giuseppe e dell’Impero, sedere al Café Museum (Operngasse 7), al Café Mozart (Albertinaplatz 2) o al Café Sacher (Philharmoniker Str. 4) vi farà riassaporare la vivace vita intellettuale di un tempo, quando geniali artisti di ogni tipo si ritrovavano attorno ai loro tavolini, proprio come il giovane Francesco Ferdinando von Trotta de La cripta dei Cappuccini: uno degli ultimi e più fortunati romanzi di Roth. E proprio la Cripta Imperiale di Vienna, più nota con il nome che ha dato il titolo al libro, incarna il culmine di un passato tanto grandioso: dal 1633 principale luogo di sepoltura della dinastia asburgica, sorge sotto la chiesa dei Cappuccini, nel monastero che si trova nella piazza Neuer Markt, a due passi dal palazzo imperiale della Hofburg (oggi in parte residenza e luogo di lavoro del presidente dell’Austria). Pronti per un suggestivo viaggio nel tempo?
© Riproduzione riservata