“Il lavoro del regista è spesso un atto in solitudine”, ha confessato in un momento della tavola rotonda il regista, Paolo Genovese. Ma il 10 aprile, sul palco della Audi House of Progress, il racconto è stato corale: un dialogo a più voci sul valore del cambiamento. La Milano Design Week è da sempre un laboratorio di idee, e Audi ne è protagonista dal 2014. Dopo l’esclusiva Audi Night dell’8 aprile, andata in scena a Portrait Milano, il brand ha acceso i riflettori su un altro momento centrale del suo programma al Fuorisalone 2025: il talk Flexability – The Balance of Many. Un confronto multidisciplinare che ha portato sul palco regia, sport e scienza per riflettere su un concetto chiave: la flessibilità.
A guidare il talk, il docente universitario Guido Guerzoni, che ha subito inquadrato il tema: “Flexability è un invito a ripensare il concetto di cambiamento, a viverlo consapevolmente senza timore e a saperlo accogliere”. La flessibilità, secondo Guerzoni, è molto più che una dote: è una strategia. “Adattarsi non è solo sopravvivere ma anche saper leggere quello che sta accadendo intorno a noi. Quello che talvolta può apparire come una sterzata improvvisa e inaspettata è in realtà il frutto di una decisione strategica progettata anni prima”, ha aggiunto il moderatore della serata. “Un brand automotive come Audi ha nel suo stesso paradigma industriale la necessità di essere preveggente e previdente rispetto al futuro che ci attende”.
A incarnare questa attitudine, tre ospiti con percorsi molto diversi, ma uniti dallo stesso approccio mentale. Il già citato Paolo Genovese, regista di Follemente, ha raccontato la creatività come processo fluido: “Il concetto di idea creativa deve essere flessibile: non ha mai un valore assoluto, ma sempre relativo al momento, al contesto e al luogo in cui viene messa a terra”. E ancora: “Ci evolviamo continuamente, e con noi cambiano anche gli stimoli di cui abbiamo bisogno. Tempi e ritmi si trasformano senza sosta. Per questo è fondamentale saper intuire le potenzialità di uno sviluppo futuro, anche quando il problema non è ancora visibile ai nostri occhi”. Sul rapporto tra innovazione e intelligenza artificiale, Genovese è netto: “La creatività è uno slancio verso l’ignoto: riguarda ciò che ancora non c’è, ovvero: appartiene – e si rivolge – al futuro”.
Dall’intuito alla disciplina. Marco Panichi, preparatore atletico di Jannik Sinner, ha portato l’esperienza del coaching ad altezze filosofiche: “È un gioco continuo: uscire da una comfort zone per entrarne in un’altra. Mettersi costantemente in gioco significa accettare il disagio, farne parte del processo. I grandi campioni lo sanno fare”. E ha rilanciato: “L’attività di coaching, oggi, non è più un atto solitario ma corale. E questo vale anche nel processo di progettazione – che si tratti di una strategia, di un’idea, o persino di un’automobile. È the balance of many: un equilibrio che nasce dal confronto e dalla co-creazione”. Panichi ha poi fatto un parallelo tra sport e design: “Nella preparazione di una partita, la flessibilità è fondamentale: ti consente di non farti distrarre dall’ostacolo, ma di restare concentrato sull’obiettivo. La vera differenza tra un buon giocatore e un grande campione sta proprio qui: nella capacità di cambiare prospettiva, adattarsi e aggirare l’ostacolo anziché scontrarsi con esso”.

Timm Barlet, direttore di Audi Italia, introduce il talk
Infine, il punto di vista scientifico di Stefano Gandelli, content creator di Geopop, ha riportato il valore della conoscenza al centro del dibattito: “È cambiato il ruolo delle scienze nella società oggi e sono diventate addirittura cool. Tutti i colleghi divulgatori, come me, hanno il compito di rendere le scienze accessibili e comprensibili a chiunque”. Ma dietro l’entusiasmo, c’è una consapevolezza: “Di fronte a una deriva di iper-specialismi, è indispensabile tenere insieme e far dialogare le due dimensioni – quella umanistica e quella scientifica – nel segno di un equilibrio condiviso. In fondo, è già così: lo scultore parte da una roccia – elemento geologico – per trasformarla in un’opera d’arte”.
Il talk si è rivelato specchio della filosofia Audi: integrare performance, estetica e visione in un’unica narrazione. Lo aveva già espresso con chiarezza Timm Barlet, direttore di Audi Italia, in occasione dell’Audi Night: “Audi House of Progress è il nostro avamposto nel mondo della creatività e del design internazionale”. E il concetto di flexability – sintesi tra flessibilità e abilità – diventa il principio guida per un approccio tecnologico sempre più umano e personalizzato.
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