Birkenstock è la casa produttrice di sandali famosi in tutto il mondo, che ha fatto ricorso contro le imitazioni che circolano in commercio: la Corte federale di giustizia tedesca ha stabilito che i sandali “non sono arte”. Di conseguenza sono coperti dalla protezione di design, ma su di loro non può essere applicato il diritto d’autore. I modelli di scarpe sono considerati semplicemente comodi e le copie sono vendibili.
A rientrare nel ricorso presentato dall’azienda tedesca, nello specifico, sono stati i modelli Madrid, Arizona, Boston e Giza. Si tratta di una mossa fatta per cercare di ottenere il diritto di autore, dopo aver venduto una quota di maggioranza alla società di investimento franco-americana L Catterton.
Protezione di design e diritto d’autore: la differenza
La differenza fra la protezione del design e il diritto d’autore è che la prima termina dopo 25 anni, per la seconda si devono aspettare sino a 70 anni dopo la morte dell’autore dell’opera.
Dato che il calzolaio Karl Birkenstock, nato nel 1936, è vivo e ha creato i suoi primi modelli negli anni Settanta, la protezione contro le imitazioni ci sarebbe stata solo se i suoi prodotti fossero stati dichiarati “opere d’arte applicata”. Per i primi modelli, tuttavia, la protezione del design è scaduta e Konstantin Wegner, legale dell’azienda, ha intenzione di procedere con altri provvedimenti per salvaguardare quello che è considerato un “design iconico”.
La sentenza dei giudici sul caso Birkenstock
Birkenstock ha perso il ricorso presentato alla Corte federale di giustizia in Germania, che si è espressa a favore del tribunale regionale superiore di Colonia. Secondo la sentenza un prodotto non può essere protetto da copyright se “requisiti tecnici, regole o altri vincoli determinano il design”. In sostanza, dunque, la funzionalità e l’artigianato sono prevalenti rispetto all’aspetto artistico.
“Per la protezione del diritto d’autore di un’opera d’arte applicata, come per tutti gli altri tipi di lavoro, il livello di progettazione non deve essere troppo basso” – si legge fra le motivazioni della sentenza – La creazione puramente tecnica che utilizza elementi di design formale non è idonea alla protezione del copyright. Piuttosto, per la protezione del copyright, deve essere raggiunto un livello di design che riveli l’individualità”.
© Riproduzione riservata