In Consiglio dei ministri di oggi giunge a conclusione l’iter della riforma dei controlli sulle imprese. È atteso il via libera sulla norma che prevede una semplificazione e un alleggerimento complessivi delle verifiche nei confronti delle aziende, come lo stop per 10 mesi ai controlli su chi è in regola, la moratoria dopo un “esame” superato e l’intervallo di almeno un anno per chi ha una certificazione di qualità.
Il provvedimento si basa su concetti come l’intensità delle verifiche commisurata al rischio effettivo di violazioni, il diritto all’errore formale, la possibilità di sanare senza sanzioni e in un tempo predefinito le violazioni che inciampano sulle regole senza però produrre lesioni effettive degli interessi pubblici tutelati.
Il decreto legislativo è il frutto di un lavoro durato due anni e iniziato con la delega inserita nell’articolo 27 della legge sulla concorrenza del Governo guidato da Mario Draghi. Avviato alla Funzione pubblica con Renato Brunetta, il testo è giunto a maturazione con l’attuale Ministero per la Pubblica amministrazione guidato da Paolo Zangrillo.
Il decreto prevede l’istituzione di un meccanismo standardizzato di certificazione, a cui provvederà l’Ente nazionale di unificazione (Uni). Le aziende aderenti otterranno il diritto a sottoporsi a controlli con un intervallo non inferiore a un anno, perché il loro rischio sarà per definizione più basso.
Anche per chi supererà una verifica con successo, scatterà una moratoria da nuovi controlli che alla fine è stata estesa a dieci mesi. Inoltre, ci sarà la possibilità di avviare un “interpello” con la Pubblica amministrazione competente per arrivare a una soluzione condivisa di un problema.
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