Dazi, l’Europa è chiamata a decidere sulle auto elettriche cinesi

Il 25 settembre Bruxelles dovrà valutare la conferma delle tariffe provvisorie al 36,3%, già imposte a luglio

Dazi, l'Europa è chiamata a decide sulle auto elettriche cinesi© Shutterstock

Il 25 settembre rappresenterà una data cruciale per le relazioni commerciali tra l’Unione Europea e la Cina, con i Paesi membri dell’Ue che si apprestano a votare in merito all’introduzione di dazi definitivi sulle auto elettriche importate da Pechino. Questa decisione segue l’imposizione di tariffe provvisorie del 36,3% a luglio, in risposta ai sostanziosi sussidi che la Cina ha elargito al proprio settore automobilistico.

La votazione finale, che si terrà a maggioranza qualificata, potrebbe vedere l’applicazione di queste misure per un periodo di cinque anni, segnando un momento significativo nella politica commerciale europea.

L’incontro Italia-Cina

Parallelamente il dialogo italo-cinese si intensifica, come dimostra l’incontro tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il ministro del Commercio della Repubblica Popolare Cinese, Wang Wentao. Durante questa riunione, è stato evidenziato il desiderio dell’Italia di aprire agli investimenti cinesi nel settore automotive, una mossa che trascende la questione dei dazi e si inserisce in una strategia di lungo termine per rafforzare il partenariato strategico globale tra i due Paesi.

L’approccio del nostro Paese riflette una visione che cerca di bilanciare la necessità di proteggere le industrie nazionali con l’importanza di mantenere relazioni commerciali forti e reciprocamente vantaggiose. In questo contesto, la posizione italiana potrebbe influenzare l’esito del voto dell’Unione europea.

Il punto di vista, dal Vecchio Continente

La situazione attuale pone l’Europa di fronte a una scelta complessa: da un lato, la necessità di difendere i propri produttori dall’aggressiva politica di sussidi cinese, dall’altro il rischio di innescare una guerra commerciale con una delle sue maggiori controparti economiche. La decisione dell’Unione europea avrà ripercussioni non solo sulle relazioni con la Cina ma anche sull’equilibrio commerciale globale, in un periodo in cui le tensioni economiche sono già acuite da altri fattori geopolitici.

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