Con l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti, l’imprenditore miliardario Elon Musk farà il suo ingresso ufficiale in politica, diventando il responsabile del nuovo Dipartimento per l’efficienza governativa.
Un dipartimento creato quasi ad hoc per Musk: il suo acronimo è Doge, un richiamo (casuale?) alla criptovaluta di cui Musk è un sostenitore. Un richiamo sulla carta ironico, ma che ha avuto subito dei risvolti concreti in Borsa, dato che il suo valore è aumentato di quasi il 20% dopo l’annuncio sulla nascita del Dipartimento.
Tornando al ruolo di Elon Musk, sulla carta dovrebbe trasformare il modo in cui il governo degli Stati Uniti gestisce le proprie spese. La nomina è stata confermata direttamente da Trump su Truth Social, e vede il Ceo di Tesla affiancato da Vivek Ramaswamy, imprenditore e già candidato alle primarie repubblicane, con cui collaborerà per ridurre sprechi, semplificare la burocrazia e snellire il lavoro delle agenzie federali.
Il dipartimento è stato definito da Trump come il «Progetto Manhattan dei nostri tempi», una comparazione volta a sottolineare l’importanza cruciale di questa riforma, simile per impatto all’innovativo ma controverso progetto che portò allo sviluppo della bomba atomica durante la Seconda Guerra Mondiale. L’obiettivo principale di Trump è quello di ridurre drasticamente il bilancio pubblico federale, che si aggira attualmente intorno ai 6,5 trilioni di dollari annui.
L’azione del Doge sarà di consulenza diretta alla Casa Bianca e all’Office of Management & Budget, proponendo e supervisionando interventi per eliminare spese ritenute eccessive e rivedere normative che pesano sui processi amministrativi. Trump ha anche dichiarato che il progetto, che ha come termine ultimo il 4 luglio 2026, «sarà un regalo per il 250° anniversario della Dichiarazione di Indipendenza», perché consegnerà agli Stati Uniti una macchina amministrativa più snella e responsabile verso i cittadini.
Di certo, la nomina rappresenta anche l’apice di un percorso politico ben definito per Musk. Negli ultimi due anni il miliardario si è spostato progressivamente verso i Repubblicani e si è poi schierato apertamente con Trump, sostenendolo con circa 200 milioni di dollari, una cifra destinata a spot elettorali, promozioni e attività sul campo.
Musk ha anche anche lanciato una lotteria da un milione di dollari al giorno per i cittadini degli Stati indecisi, chiedendo come requisito la firma di una petizione a favore dei diritti costituzionali, con particolare attenzione alla libertà di parola e al diritto al possesso di armi. Trump, a sua volta, ha più volte espresso ammirazione per Musk, descrivendolo come un “grande americano” e un modello di perseveranza e innovazione.
Nelle settimane precedenti le elezioni il presidente aveva lasciato intendere che, in caso di vittoria, Musk avrebbe avuto un ruolo di rilievo nella sua amministrazione, e questa nomina rappresenta la concretizzazione di quelle promesse.
© Riproduzione riservata