Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha recentemente dichiarato l’intenzione di coinvolgere capitali privati per potenziare il Gruppo Ferrovie dello Stato (FS). In un’intervista ad Affaritaliani.it, il vicepremier ha chiarito che non si tratta di una privatizzazione, ma di un processo volto a valorizzare il gruppo con l’ingresso di risorse private, mirando a completare i lavori più velocemente e con maggiore efficienza.
Il piano non prevede la cessione totale di FS, ma una trasformazione societaria della Rete Ferroviaria Italiana (RFI), aprendo il capitale della controllata a soggetti istituzionali come la Cassa depositi e prestiti (CDP) o a fondi privati. Tra questi, F2I si è già mostrata pronta a investire, con una dichiarazione di interesse per la rete ferroviaria, settore in cui il fondo è già attivo tramite il controllo di CFI, il secondo operatore merci italiano.
Oltre a queste dichiarazioni, Salvini ha risposto alle polemiche relative ai disservizi sulla rete ferroviaria, come i recenti ritardi sull’alta velocità Roma-Napoli. Ha sottolineato l’impegno del governo, con 1.200 cantieri attivi e investimenti per oltre 10 miliardi nel 2024, oltre a un incremento della manutenzione. Nonostante le difficoltà, il ministro ha evidenziato che la puntualità dei treni ad alta velocità è migliorata rispetto ai periodi precedenti. L’ingresso dei privati vuole rappresentare quindi un passo verso la modernizzazione delle infrastrutture, mirando a rendere FS un attore ancora più competitivo, senza compromettere il controllo pubblico.
Le dichiarazioni di Salvini sull’ingresso dei privati in FS non sono passate inosservate e hanno suscitato le critiche dell’opposizione. Chiara Braga, capogruppo del Partito Democratico alla Camera, ha accusato il governo di utilizzare la privatizzazione come una risposta a un presunto disastro nel trasporto ferroviario, senza proporre un piano concreto per risolvere le difficoltà. In una nota, la deputata ha lamentato la mancanza di un’agenda urgente per dare certezze ai pendolari e migliorare la mobilità degli italiani, criticando l’approccio volto solo a fare cassa e a trasferire le responsabilità su altri. Lorenzo Basso, vicepresidente della commissione Trasporti in Senato, ha rincarato la dose, osservando come, a suo parere, il governo abbia prima ridotto i fondi per il settore, indebolito le strutture e demotivato i lavoratori. Secondo Basso, invece di affrontare i problemi con adeguati investimenti e una gestione competente, l’esecutivo cerca scuse e propone la privatizzazione come soluzione finale.
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