In Italia, sei decision-maker su dieci ritengono che l’intelligenza artificiale generativa (Gen AI) migliorerà significativamente l’esperienza dei clienti e sarà un importante driver di innovazione all’interno delle imprese. Proprio per questo, il 30% delle aziende ha dichiarato di aver già iniziato a utilizzare in via sperimentale la Gen AI, mentre un altro 30% prevede di farlo nei prossimi 12 mesi e un altro 31% entro due anni.
A rivelarlo è un recente studio, condotto a marzo 2024 da Coleman Parkes Research e sponsorizzato da Sas, che ha intervistato su scala globale e italiana figure decisionali nel campo dell’intelligenza artificiale generativa e dell’analisi dei dati, appartenenti a diversi settori, per comprendere a fondo il percepito e lo stato attuale di queste tecnologie.
I risultati della ricerca, presentati in occasione della tappa italiana dell’evento Sas Innovate, indicano che, sebbene le organizzazioni italiane siano entusiaste del potenziale dell’AI generativa nell’aumentare la produttività del business e delle persone, esistono ancora diversi ostacoli che rallentano l’adozione della Ge nAI.
Gen AI: una visione condivisa, ma concretizzata da poche imprese
Solo il 6% dei decision-maker italiani intervistati non ha attualmente piani per adottare la Gen AI, a fronte di un 94% che ha già pianificato gli investimenti su questa tecnologia per il prossimo anno. Tuttavia, solo il 3% degli italiani coinvolti afferma di aver completamente implementato queste tecnologie nei propri processi aziendali.
La ricerca ha identificato diversi ostacoli che rallentano l’adozione della Gen AI in Italia. Anche se, infatti, solo il 18% dei decision-maker ammette una comprensione limitata di questa nuova tecnologia, lo studio ha rilevato che gli intervistati devono fronteggiare diverse altre difficoltà come la mancanza di tool appropriati (indicate dal 57% degli intervistati); alcuni dubbi sull’uso dei dataset, sia interni che esterni (56%); la complessità nel passare dalla fase concettuale a quella pratica e nel dimostrare i ritorni sugli investimenti (51%), oppure a integrarsi con i sistemi preesistenti in azienda (45%); l’assenza di competenze interne (40%).
Sono emerse, inoltre, anche diverse preoccupazioni principali legate all’utilizzo della Gen AI: la privacy dei dati è una delle maggiori preoccupazioni (79% degli intervistati), seguita dalla security (73%) dalle implicazioni etiche (65%) legate all’utilizzo della tecnologia.
Governance e monitoraggio effettivi sono ancora frammentari
Le preoccupazioni sembrano anche riflettersi nella capacità di governance: solo il 4% dei decision-maker italiani riporta una presenza ben stabilita e attiva di un Gen AI governance framework, mentre il numero di intervistati che conferma di avere implementato sistemi di misurazione di bias e rischi associati alla privacy negli LLM è al di sotto del 10%; il 48% infine non ha ancora stabilito una policy d’uso della tecnologia all’interno della propria azienda.
“Come evidenziato nella ricerca, il 94% dei decision makger del nostro Paese ha già pianificato investimenti in Gen AI. Per noi di Sas è importante capire come aiutarli a ‘mettere a terra’ l’intelligenza artificiale generativa utilizzando la piattaforma necessaria”, ha commentato la Regional Vice President di Sas, Mirella Cerutti. “Appuntamenti come il Sas Innovate di Milano sono l’occasione per conoscere di persona case history di successo, per comprendere cosa vuol dire integrare nei processi aziendali l’artificial intelligence e la Gen AI”.
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