Il Governo italiano ha optato per un utilizzo parsimonioso della misura Golden Power, adottandola solamente nel 4% delle acquisizioni. Certamente, l’esecutivo ha applicato un controllo capillare e ha elargito indicazioni in forma di prescrizioni o “condizioni” in 28 casi ma in pochissime occasioni, appena due, ha imposto uno stop.
Questa tendenza, come ricorda anche Il Sole 24 Ore, emerge chiaramente dalla nuova Relazione annuale sull’esercizio dei poteri speciali, che dalla presidenza del Consiglio è stata trasmessa al Parlamento.
Nel 2023 si rilevano 727 operazioni oggetto di screening, 577 notifiche – 55 nell’ambito Difesa e sicurezza nazionale, 14 per Tecnologia 5G e 508 per Energia, trasporti, comunicazioni – e 150 pre-notifiche, uno strumento introdotto nel 2022 per consentire alle imprese di capire ex ante se la loro situazione rientra nel perimetro di questa disciplina estremamente complessa.
Gli unici casi di veto e opposizione, in occasione dei quali è stata esercitata la Golden Power, sono stati quindi l’acquisizione, nel settore della Difesa, di Microtecnica Srl da parte di Safran Usa, e nel settore petrolchimico quella di Fbm Hudson Italiana Spa da parte dell’emiratina Petro Mat Fzco.
Tra le aziende oggetto di condizioni o prescrizioni sono abbastanza rappresentate le realtà asiatiche, e cinesi in particolare, soprattutto nei mondi della robotica, siderurgia, automotive e pneumatici.
Infine, il settore della Difesa e della sicurezza nazionale rappresenta il 17,6% del totale delle notifiche rientranti nell’ambito della normativa. Seguono il settore sanitario, poco al di sotto del 15%, le comunicazioni e il trattamento dei dati rispettivamente all’11% e all’8,2% del totale.
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