I 10 scherzi di Pesce d’Aprile più riusciti della storia

Dall'albero degli spaghetti alla morte del mostro di Loch Ness: quando lo scherzo diventa arte mediatica e colpo di genio comunicativo

I 10 scherzi di Pesce d’Aprile più riusciti della storia© Shutterstock

​Il 1° aprile è universalmente riconosciuto come il giorno dedicato agli scherzi, noto come “pesce d’aprile“. In questa giornata, persone, media e aziende si cimentano in burle più o meno elaborate, spesso riuscendo a ingannare un vasto pubblico.

Non vi preoccupate: sulla nostra testata non troverete notizie false per acchiappare qualche click in più. In occasione di questa ricorrenza, abbiamo, però, pensato di selezionate dieci tra i più riusciti “scherzi pesce d’aprile” della storia, che hanno lasciato il segno per la loro originalità e l’eco mediatica suscitata.​

Scherzi, ma non solo: i 10 pesce d’aprile (+1) più riusciti

L’albero degli spaghetti della Bbc (1957) – 1

Il raccolto degli spaghetti annunciato dalla Bbc resta uno degli scherzi di Pesce d’Aprile più celebri di sempre. Il 1º aprile 1957, l’autorevole programma d’attualità Panorama mandò in onda un servizio sui contadini del Canton Ticino intenti a cogliere spaghetti dagli alberi, attribuendo l’abbondante “raccolto” al clima mite e alla sconfitta di un parassita chiamato spaghetto weevil. L’emittente britannica sfruttò con astuzia la scarsa familiarità del pubblico inglese dell’epoca con la pasta, presentando la burla con tono documentaristico impeccabile. L’effetto fu straordinario: migliaia di spettatori abboccarono, inondando la Bbc di telefonate per chiedere come coltivare il proprio albero di spaghetti.

Sul piano mediatico, il caso dimostrò il potere virale di una notizia ben congegnata in Tv, decenni prima dell’era di Internet. La Bbc, un’istituzione dell’informazione, ottenne un’enorme risonanza internazionale, alimentando conversazioni divertite in tutto il mondo e rafforzando (paradossalmente) la simpatia verso il proprio brand. In termini di comunicazione, l’episodio evidenziò come un media autorevole potesse permettersi un momento di ironia senza compromettere la fiducia del pubblico: anzi, l’humor britannico divenne parte integrante della reputazione dell’azienda. Dal punto di vista pubblicitario non ci fu scopo commerciale diretto, ma la visibilità gratuita generata dalla burla fu un ritorno non quantificabile in termini economici.

La Tv a colori con una calza di nylon (Svezia, 1962) – 2

Un altro classico esempio di pesce d’aprile mediatico risale al 1962, quando l’emittente svedese Svt architettò uno scherzo tecnologico credibilissimo. In quegli anni la televisione svedese trasmetteva ancora in bianco e nero, ma il 1º aprile un annunciatore qualificato come “esperto tecnico” spiegò ai telespettatori come ottenere immediatamente la Tv a colori: bastava coprire lo schermo con una comune calza di nylon opportunamente tesa. La dimostrazione fu accompagnata da spiegazioni pseudoscientifiche sui filtri di luce, rese con tale serietà che moltissimi cittadini provarono davvero il trucco a casa. Si stima che migliaia di svedesi abbiano sacrificato i propri collant, scoprendo ben presto l’inefficacia del metodo​.

Questo scherzo mise in luce la fiducia del pubblico nei media tradizionali e la propensione a seguire consigli tecnici in Tv, rivelandosi un involontario esperimento sociologico. Svt, pur essendo un’azienda pubblica di informazione, mostrò audacia nel giocare con le aspettative tecnologiche del pubblico. Il ritorno d’immagine fu duplice: da un lato la burla fu pubblicizzata sui giornali di mezzo mondo, accrescendo la notorietà internazionale della piccola emittente scandinava; dall’altro lato, internamente, consolidò il rapporto con gli spettatori svedesi, che dopo l’iniziale sorpresa apprezzarono l’umorismo.

Le targhe obbligatorie per i cavalli a Milano (1961) – 3

Nel 1961 il quotidiano milanese La Notte orchestrò uno scherzo di carattere amministrativo, toccando con ironia il tema delle normative stradali. Venne annunciato che il Comune di Milano stava per approvare un regolamento che imponeva ai proprietari di cavalli di applicare una targa identificativa ai loro animali, per poter circolare nelle vie cittadine​. L’articolo, redatto in tono istituzionale, giocava sul linguaggio burocratico e sulle preoccupazioni reali per il traffico urbano, rendendo la notizia plausibile. Molti lettori credettero al provvedimento, rimanendo interdetti di fronte all’idea di patentare persino i cavalli.
Pur meno noto a livello internazionale, lo scherzo de La Notte ottenne ampia visibilità nazionale: la notizia fece discutere e fu ripresa per giorni anche da altre testate, generando un effetto buzz ante litteram. Dal punto di vista del brand, il giornale consolidò la propria immagine come voce vivace e creativa della città, capace di coinvolgere i lettori. L’ente pubblico (il Comune) ne uscì divertito e non danneggiato – anzi, lo scherzo fu così innocuo da fungere quasi da campagna di sensibilizzazione scherzosa sul tema del trasporto cittadino.

Il “mostro di Loch Ness” ritrovato morto (1972) – 4

Tra i scherzi pesce d’aprile più clamorosi figura la finta scoperta del cadavere del mostro di Loch Ness, il leggendario Nessie. Il 1º aprile 1972 alcuni giornali britannici e agenzie riportarono che una squadra di zoologi aveva finalmente rinvenuto il corpo senza vita del celebre mostro, visto galleggiare sulle acque del lago. A corroborare la storia circolavano foto e resoconti dettagliati; perfino uno zoo espose per qualche giorno la presunta carcassa. In realtà si trattava del corpo di un elefante marino gettato nel lago come burla da un guardiaparco, tale John Shields, inizialmente per scherzare sui colleghi. La trovata sfuggì di mano, diventando una notizia internazionale prima che se ne svelasse la natura.

Dal punto di vista mediatico, la vicenda Nessie 1972 fu un boomerang: testate serie finirono per propagare una fake news, attirando l’attenzione globale su Loch Ness. L’area del lago ne trasse un indiretto vantaggio economico in termini di pubblicità turistica: l’interesse verso Nessie – e quindi verso visite e turismo locale – ricevette nuova linfa grazie alla falsa notizia. Si tratta quindi di un pesce d’aprile che funzionò, volente o nolente, come strumento di marketing territoriale. In quanto protagonista, un ente pubblico (il parco del Loch Ness) fu coinvolto suo malgrado, ma la gestione successiva fu abile: smascherata la verità, lo scherzo fu trattato con leggerezza, trasformandolo in un episodio di folclore locale. L’eco mediatica fu enorme, dimostrando che anche una notizia falsa, se affascinante, può ottenere una visibilità planetaria.

La “gravità zero” annunciata da Patrick Moore (1976) – 5

Nel 1976 l’astronomo britannico Patrick Moore – volto noto della Bbc – fece leva sul suo prestigio per orchestrare una burla scientifica raffinata. In un programma radiofonico del 1° aprile, Moore annunciò agli ascoltatori che alle ore 9:47 di quella mattina un raro allineamento astronomico tra Plutone e Giove avrebbe temporaneamente indebolito la gravità terrestre. Invitò quindi il pubblico a saltare in quel preciso istante per sperimentare una piacevole sensazione di leggerezza. All’ora X, puntualmente, migliaia di persone saltarono… e molte di esse, suggestionate, telefonarono alla Bbc per confermare di aver realmente percepito l’effetto zero-gravity​.

La Bbc ottenne un enorme riscontro in termini di coinvolgimento diretto del pubblico: le centinaia di chiamate arrivate in poche ore testimoniarono un altissimo livello di engagement. Sul piano dell’immagine, Patrick Moore e la Bbc consolidarono il proprio ruolo di divulgatori, mostrando anche un lato ironico che li rese ancor più simpatici agli occhi degli ascoltatori. L’episodio evidenziò come la comunicazione scientifica potesse essere utilizzata in chiave creativa: una lezione sfruttata in seguito da molte campagne educative per attirare attenzione su temi astronomici.

Sidd Finch, il lanciatore prodigio di Sports Illustrated (1985) -6

Ad aprile 1985, la rivista sportiva Sports Illustrated pubblicò uno scoop destinato a mandare in visibilio i fan del baseball: l’ingaggio di un misterioso lanciatore di nome Sidd Finch da parte dei New York Mets. Il pezzo, firmato dal noto giornalista George Plimpton, descriveva Finch come un talento fuori da ogni schema: capace di lanciare palle a oltre 270 km/h (ben oltre ogni record), grazie a tecniche apprese in un monastero tibetano. La storia appariva improbabile, ma era raccontata con dovizia di particolari e senza apparenti elementi umoristici, se non qualche indizio nascosto. Il risultato? I tifosi dei Mets esultarono e la redazione di Sports Illustrated fu sommersa da migliaia di lettere e richieste di approfondimento.

Solo nel numero successivo si rivelò che Sidd Finch non esisteva: le iniziali di ogni parola della frase chiave dell’articolo componevano l’acrostico Happy April Fools Day – A Fib (Buon Pesce d’Aprile – una bugia). Le vendite di quel numero andarono a ruba e, pur chiarita la burla, i lettori apprezzarono l’ingegnosità della trovata, rafforzando la fedeltà al giornale. A livello pubblicitario, l’eco fu planetaria: testate generaliste ripresero la notizia e successivamente la sua smentita, offrendo a Sports Illustrated una copertura ben più ampia del normale. Il caso Sidd Finch evidenziò anche il potenziale del content marketing: una storia ben costruita può catalizzare l’attenzione come e più di una costosa campagna promozionale.

L’Ufo di Richard Branson su Londra (1989) – 7

Il vulcanico imprenditore Richard Branson, fondatore del gruppo Virgin, è noto per le sue trovate pubblicitarie non convenzionali. Il 1° aprile 1989 orchestrò uno degli stunt più memorabili: fece volare nei cieli di Londra un oggetto volante non identificato che sembrava a tutti gli effetti un Ufo alieno, con tanto di luci stroboscopiche intermittenti. All’alba, l’astronave atterrò in un campo alla periferia della metropoli, mandando in tilt automobilisti e residenti che si fermarono sbigottiti ad osservare la scena​. Dalla “navicella” uscì una creatura in costume da E.T., ma all’arrivo della polizia si scoprì che dietro la messinscena c’era Branson in persona, a bordo di una mongolfiera appositamente modificata.

L’operazione, inizialmente non dichiarata come Pesce d’Aprile, provocò persino l’allerta di più forze di polizia e dell’esercito britannico, prima di essere svelata. L’iniziativa rappresentò uno dei primi esempi di guerrilla marketing. Branson, in qualità di capo azienda, riuscì a catalizzare l’attenzione dei media mondiali sulla propria persona e sul brand Virgin senza alcuna tradizionale campagna pubblicitaria tradizoinale. Il costo dell’operazione (una mongolfiera custom e qualche effetto speciale) fu irrisorio rispetto al valore mediatico generato.

Richard Nixon “torna” a candidarsi (1992) – 8

Tra gli scherzi giornalistici di maggior impatto negli Stati Uniti spicca quello messo in onda dalla radio pubblica Npr il 1º aprile 1992. Durante il programma Talk of the Nation, gli ascoltatori sentirono la clamorosa notizia che l’ex Presidente Richard Nixon – travolto dallo scandalo Watergate nel 1974 – aveva annunciato a sorpresa una nuova candidatura alla Casa Bianca. Il servizio includeva anche l’audio di un discorso di Nixon in cui egli proclamava: “I didn’t do anything wrong, and I won’t do it again” (“Non ho fatto nulla di sbagliato e non lo rifarò più”), apparentemente confermando il suo ritorno in campo​. Solo dopo qualche minuto i conduttori rivelarono la verità: si trattava di un Pesce d’Aprile, e la voce non era di Nixon ma dell’imitatore Rich Little. Nel frattempo, centinaia di ascoltatori infuriati avevano già intasato le linee telefoniche di Npr protestando per l’annuncio.

L’effetto immediato fu un picco di attenzione mediatica: la notizia della finta candidatura fece rapidamente il giro di altre stazioni e giornali, generando dibattito sul confine tra scherzo e fake news. Dal punto di vista del brand, Npr dimostrò coraggio creativo, consolidando la tradizione dei pesce d’aprile (una sorta di “firma” della casa, ancora oggi riproposta) e attirando l’attenzione di nuovi ascoltatori incuriositi. Tuttavia, casi come questo mostrano anche i rischi: una parte del pubblico manifestò irritazione, a riprova che toccare temi politici sensibili può avere effetti polarizzanti. L’episodio fu un successo per la notorietà ottenuta, ma fu anche studiato come esempio di come non compromettere la fiducia di un brand: Npr infatti si premurò di rivelare presto la verità, mantenendo la propria credibilità.

Il Whopper per mancini di Burger King (1998) – 9

Le aziende globali hanno fatto del 1° aprile un banco di prova per il marketing creativo. Un esempio da manuale è lo Whopper per mancini, ideato da Burger King. Nel 1998 la catena di fast food pubblicò un’intera pagina pubblicitaria su Usa Today per lanciare una versione speciale del suo celebre panino dedicata al 32 milioni di americani mancini. La ricetta promessa era identica al Whopper classico, ma con gli ingredienti ruotati di 180 gradi, in modo da distribuire il peso e il condimento a vantaggio della mano sinistra.

L’annuncio, pur apparentemente assurdo, fu creduto da molti. Nei giorni seguenti, migliaia di clienti si recarono davvero nei ristoranti Burger King chiedendo il nuovo Left-Handed Whopper. La catena dovette chiarire che si trattava di uno scherzo, ma intanto l’operazione aveva fatto il giro del mondo. Sul fronte del brand, Burger King mostrò una personalità giocosa e autoironica che lo differenziò dal principale concorrente McDonald’s. L’afflusso di clienti nei punti vendita – si tradusse in consumo reale (magari ordinando comunque un Whopper tradizionale), quindi l’azienda ebbe anche un tangibile riscontro economico.

Google e i Pesci d’Aprile tech (anni 2000) – 10

Da quando è nata, Google ha trasformato il Pesce d’Aprile in un appuntamento fisso per stupire i propri utenti. Ogni anno il colosso di Mountain View propone scherzi, annunci improbabili o funzionalità assurde sui suoi servizi, spesso con un livello di dettaglio tale da sembrare veri. Già nel 2000, ad esempio, presentò sul suo sito il fantomatico MentalPlex (un motore di ricerca telepatico). Nel 2007 fu la volta di Google TiSP, un kit per ottenere connessione Internet gratuita tramite lo scarico del water. L’annuncio spiegava seriamente come installare un cavo in fibra ottica nel Wc di casa, con tanto di grafici e Faq tecniche, lasciando intendere che i dati viaggiassero nelle fogne cittadine. Un altro scherzo memorabile fu Google Gulp, la bevanda (fittizia) lanciata nel 2005 che prometteva di aumentare l’intelligenza di chi la beveva. Oppure Translate for Animals (2010), un’app per tradurre versi di animali in linguaggio umano.

La scelta di Google di dedicare risorse ai Pesci d’Aprile è un esempio lampante di engagement e branding. Queste trovate generano conversazioni virali sui social, copertura sui media tech e mainstream, e rafforzano l’immagine di Google come azienda creativa e vicina agli utenti.

Tinder e il vicepresidente del “ghosting” (2024)

Chiudiamo con uno degli scherzi più recenti. Lo scorso anno Tinder, popolare app di incontri, ha colto l’occasione del 1° aprile per ironizzare su una pratica comune dei servizi di dating: il ghosting (ovvero l’interruzione improvvisa dei contatti da parte di una persona). Sul suo sito e canali social, Tinder aveva annunciato l’apertura di una posizione dirigenziale inedita: un Vice President of Ghost Hunting, incaricato di rintracciare gli utenti che spariscono dalle conversazioni​.

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La job description era estremamente dettagliata e divertente: il candidato ideale doveva guidare un team di detective digitali per inseguire chi “lascia gli altri in read” (messaggi letti senza risposta). Naturalmente l’offerta di lavoro era fittizia e il tono ironico era evidente, ma l’iniziativa era stata presentata con la tipica veste grafica professionale delle inserzioni di Tinder. Lo scherzo di Tinder ha ottenuto un immediato riscontro virale sui social media, con migliaia di condivisioni e commenti divertiti. Questa mossa di comunicazione ha rafforzato la brand identity di Tinder come marchio giovane, spiritoso e attento al dialogo con la community. In termini di visibilità mediatica, numerosi siti di news hanno ripreso la notizia del “VP of Ghosting”, ampliando la portata dello scherzo e la visibilità di Tinder ben oltre la base utenti dell’app.

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