Il sorpasso è avvenuto: in Italia, la rete ha superato la televisione come principale fonte d’informazione per i cittadini. Secondo i dati più recenti dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, una persona su due si informa online, sancendo la centralità del digitale nel sistema informativo nazionale: un cambiamento che segna la fine della lunga supremazia televisiva e ridisegna gli equilibri economici e strategici del settore, imponendo nuove sfide e opportunità per gli operatori tradizionali e digitali.
Certo, non è una sorpresa: negli ultimi anni, la crescita dell’esposizione a internet è stata costante e significativa e al giorno d’oggi l’accesso alle notizie avviene sempre prevalentemente attraverso smartphone e piattaforme digitali, mentre la televisione generalista, pur restando rilevante, perde terreno nella capacità di attrarre e trattenere il pubblico informativo. Di fatto, però, il sorpasso resta rilevante perché riflette una trasformazione profonda nelle abitudini di consumo degli italiani e nella struttura stessa dell’offerta informativa, con inevitabili ripercussioni sui modelli di business dei media e sull’intero comparto economico della comunicazione.
L’Osservatorio dell’AgCom
A certificare questo cambiamento è l’ultimo Osservatorio annuale sul sistema dell’informazione realizzato dall’AgCom, attraverso un complesso impianto metodologico (tratteggiato in un apposito pdf) basato su fonti integrate e tecniche miste di rilevazione. La ricerca principale si basa sui dati della società GfK Italia, elaborati dal panel Sinottica TSSP, un sistema che monitora simultaneamente l’esposizione ai vari media e i comportamenti di consumo della popolazione italiana dai 14 anni in su.
Il campione 2023 è ampio e rappresentativo: 9.000 individui intervistati quattro volte l’anno per un totale di 36.000 interviste, ponderate per garantire l’estensione dei risultati alla popolazione nazionale. L’Osservatorio ha misurato sia il consumo effettivo dei media sia la percezione di fiducia e affidabilità che i cittadini nutrono nei confronti delle diverse fonti informative. Le rilevazioni considerano l’utilizzo dei mezzi su base quotidiana, registrando l’esposizione anche tramite strumenti passivi come i meter per TV e radio e software di tracciamento per il web.
A conferma della svolta digitale, i dati mostrano che già dal 2023 internet è diventato la prima fonte informativa per tutte le fasce d’età al di sotto dei 65 anni, mentre la televisione si mantiene in testa solo tra gli over 65.
L’informazione sul web
Come emerge da un altro aspetto della ricerca (Il Consumo d’Informazione), la rete non è solo la nuova piattaforma dominante, ma anche un ecosistema complesso e diversificato in cui la ricerca di notizie si distribuisce tra canali social, motori di ricerca, siti di testate giornalistiche e app di messaggistica. Secondo i dati dell’Osservatorio AgCom, il 69,5% della popolazione accede quotidianamente a internet per informarsi, con una crescita di oltre 10 punti percentuali rispetto al 2019.
Il canale preferenziale resta il social network, utilizzato per informarsi dal 19,8% degli italiani, seguito dai motori di ricerca (17,9%) e dai siti di quotidiani e periodici online (11,8%). La fruizione delle notizie avviene prevalentemente in formato testuale, preferito dal 67,8% degli utenti, ma cresce anche la quota di chi guarda video (21,6%) o ascolta podcast (10,7%). La fascia giovane, tra i 14 e i 24 anni, è la più orientata verso le piattaforme video e la messaggistica istantanea, mentre i più anziani restano legati alla lettura.
Nonostante l’ampia fruizione, secondo un ulteriore approfondimento del’Osservatorio (La fiducia e l’affidabilità nei mezzi di informazione) la fiducia resta un nodo critico: solo il 22,6% degli italiani dichiara un’elevata fiducia nei mezzi online, mentre il 16,7% non ne ha affatto. I social network, in particolare, sono ritenuti poco affidabili, sebbene il 50,5% degli utenti iscritti dichiari di ricevere notizie prima dai social che da altre fonti.
La televisione e il suo ruolo
La televisione, pur ridimensionata, continua a esercitare un ruolo centrale, soprattutto tra la popolazione più anziana e meno digitalizzata. Secondo il monitoraggio AgCom sull’offerta informativa dei principali canali generalisti italiani, i telegiornali e i programmi di approfondimento (Extra Tg) dedicano ancora ampio spazio all’informazione, con i programmi Extra Tg che coprono stabilmente due terzi dell’offerta complessiva.
Dal 2019 al 2024, la programmazione ha visto una progressiva riduzione della politica interna, compensata da un aumento dei temi esteri e della cronaca, riflesso delle crisi internazionali e del mutato interesse del pubblico. Nei tg, la politica e le istituzioni sono passate dal 25,5% del tempo di copertura nel 2019 al 18,3% nel 2024, mentre gli esteri sono saliti dal 14,9% al 23,4%. Lo sport mantiene un peso stabile, ma con picchi durante gli eventi globali.
La televisione rimane anche la fonte più affidabile agli occhi dei cittadini: il servizio pubblico televisivo è considerato il più credibile dal 36,4% della popolazione. Eppure, la fiducia nella TV cala con l’aumentare del titolo di studio, mentre cresce l’apprezzamento per i quotidiani e i siti di news online. Si può dunque dire che il sistema informativo italiano si muove dunque verso una sempre maggiore digitalizzazione, spinto da un cambiamento strutturale delle abitudini e delle preferenze di consumo.
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