Dopo anni di silenzio forzato, Jack Ma è tornato sotto i riflettori con la benedizione del presidente Xi Jinping. Il fondatore di Alibaba, simbolo dell’innovazione cinese, era stato messo ai margini nel 2020, quando la sua fintech Ant Group aveva visto sfumare l’attesissima Ipo e Alibaba era stata sottoposta a una dura stretta regolatoria, culminata in una multa record.
Il suo ritorno, come evidenziato in un articolo dell’Economist appare come un segnale di distensione, ma non mancano le incertezze. Lo scorso 17 febbraio, l’imprenditore ha partecipato a un simposio a Pechino insieme a una ristretta cerchia di imprenditori, alla presenza di Xi Jinping. Questo evento ha scatenato una reazione immediata nei mercati: il 14 febbraio, in seguito alle prime indiscrezioni sull’incontro, le azioni di Alibaba hanno guadagnato il 6,2%, portando il valore di mercato dell’azienda a crescere di 18 miliardi di dollari. Anche Tencent e Xiaomi hanno registrato aumenti del 7%, inserendosi in un trend positivo che ha visto l’indice Hang Seng Tech guadagnare il 23% nell’ultimo mese.
WATCH: President Xi Jinping held a rare, highly choreographed meeting with some of the biggest names in China’s technology sector, including Alibaba founder Jack Ma, in what analysts saw as a show of support to rally private companies https://t.co/RHI5tA44LH pic.twitter.com/3WVxe6XRwz
— Reuters Asia (@ReutersAsia) February 17, 2025
Parte di questa rinnovata fiducia è attribuibile alla crescita dell’intelligenza artificiale in Cina. La startup DeepSeek, capace di competere con la Silicon Valley nonostante le restrizioni sui chip americani, sta trainando il settore, spingendo giganti come Tencent e Alibaba a investire in nuove soluzioni AI.
Alibaba, ad esempio, sta collaborando con Apple per integrare tecnologie AI negli iPhone venduti in Cina. Nonostante questi segnali di ripresa, il clima generale resta incerto. L’indice di fiducia delle imprese ha mostrato un leggero miglioramento a gennaio, ma alcuni indicatori chiave, come le prospettive di finanziamento, restano deboli. La repressione del 2020 ha causato una perdita di 2 trilioni di dollari nei mercati azionari cinesi e, sebbene il governo stia cercando di riequilibrare il rapporto con il settore privato, la linea tra aziende statali e private appare sempre più sfumata. Alcuni osservatori parlano di un “capitalismo di partito-Stato”, in cui le imprese sono tenute sotto stretto controllo politico. Molti si chiedono se il ritorno di Jack Ma sia un segnale di apertura o, piuttosto, la prova che anche i più grandi capitani d’industria cinesi devono allinearsi alle direttive del Partito Comunista per sopravvivere.
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