Meta: multa Ue da 800 milioni per abuso di posizione dominante

Meta: multa Ue da 800 milioni per abuso di posizione dominantePhoto by Thierry Monasse/Getty Images

Una multa da 800 milioni di euro – per l’esattezza 797,72 milioni – è stata comminata al Gruppo Meta dalla Commissione europea per aver violato le norme antitrust dell’Ue. Secondo quanto affermato dalla Commissione, la multinazionale americana avrebbe legato il suo servizio di annunci online, Facebook Marketplace, al social network Facebook, imponendo condizioni commerciali inique agli altri fornitori di servizi di annunci. In una nota, Bruxelles ha dichiarato che Meta ha abusato della sua posizione dominante nei mercati dei social network personali e della pubblicità online. “Ora deve porre fine a questo comportamento”, afferma la vicepresidente della Commissione Margrethe Vestager.

Vestager ha evidenziato come, secondo la Commissione, Meta abbia favorito il proprio Facebook Marketplace, rendendolo accessibile a tutti gli utenti di Facebook, ottenendo un vantaggio competitivo non replicabile da altri operatori. Una condotta illegale secondo le norme antitrust europee. La Commissione ritiene che, collegando Facebook Marketplace al social network, Meta esponesse tutti gli utenti, anche involontariamente, ai suoi annunci. Una strategia che avrebbe conferito a Facebook un vantaggio di distribuzione irraggiungibile per i concorrenti, rischiando di escludere dal mercato altri operatori.

Inoltre, l’Ue ha criticato le condizioni imposte da Meta agli inserzionisti di terze parti su Facebook e Instagram, che permettono all’azienda di sfruttare a proprio vantaggio i dati pubblicitari raccolti. Meta dovrà porre fine a questa condotta e astenersi in futuro da pratiche simili. La sanzione è stata calcolata in base alle linee guida UE del 2006, considerando la durata e gravità dell’infrazione e il fatturato di Meta, al fine di garantire un effetto deterrente per un’azienda di tale portata. L’indagine antitrust era iniziata a giugno 2021 e, nel dicembre 2022, l’Ue aveva notificato a Meta le accuse formali, cui l’azienda ha risposto a giugno 2023.

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