Giunge il capitolo finale della vicenda che ha visto contrapporsi Chiara Ferragni e il Codacons: è stata infatti raggiunta un’intesa che chiuderà la disputa legata alla promozione del pandoro Pink Christmas di Balocco.
L’accordo rappresenta un punto di svolta in una vicenda che ha attirato una vasta attenzione mediatica e legale ed è stato annunciato congiuntamente dalle due parti, con nota da parte del Codacons e una rilasciata dai legali di Chiara Ferragni.
Nello specifico, l’accordo prevede che Ferragni risarcisca i consumatori che si erano rivolti al Codacons e all’Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi per ottenere un rimborso. In aggiunta, l’influencer ha concordato una donazione di 200mila euro a favore di un ente scelto di comune accordo con il Codacons, con una preferenza per organizzazioni che supportano le donne vittime di violenza.
Il Codacons, da parte sua, si è impegnato a ritirare le querele, un passo che potrebbe influire sull’esito dell’inchiesta penale. L’associazione ha descritto l’accordo come un successo per i consumatori, sottolineando che gli acquirenti del pandoro potranno ricevere un indennizzo di 150 euro ciascuno.
C’è però da precisare che le richieste di rimborso finora presentate sono state poche rispetto al numero totale di pandori venduti, alimentando dubbi sull’effettiva portata del risarcimento. Sì, perché per chi non lo sapesse, al centro della controversia (ribattezzata “Pandoro Gate“) si trovava e si trova la campagna pubblicitaria del pandoro natalizio lanciato nel 2022, presentata come un’iniziativa benefica per sostenere l’ospedale Regina Margherita di Torino.
Proprio per via della comunicazione commerciale, che lasciava intendere che una parte dei proventi derivanti dalle vendite sarebbe stata destinata in beneficenza, gli acquisti sono stati davvero moltissimi, cosa che non ha influenzato la donazione (pari a 50 mila euro) che era stata già effettuata da Balocco.
Tutto ciò ha portato prima a una sanzione dell’antitrust per pubblicità ingannevole e poi all’apertura di un’inchiesta penale da parte della procura di Milano per truffa aggravata. Chiaramente, le implicazioni economiche della vicenda sono rilevanti: la multa iniziale comminata dall’antitrust ammontava a un milione di euro per le società di Ferragni, oltre a 400.000 euro a carico di Balocco.
A questo si aggiungono ulteriori sanzioni per altre campagne pubblicitarie legate alla beneficenza, portando l’esborso complessivo per l’influencer e le sue società a oltre 3,4 milioni di euro. Questa cifra supera il presunto profitto ingiusto di 2,2 milioni contestato dai magistrati, evidenziando l’impatto economico considerevole che la vicenda ha avuto su Ferragni e sul suo business.
Dal punto di vista reputazionale, l’inchiesta ha avuto effetti tangibili sull’immagine dell’imprenditrice digitale. Nonostante il suo seguito social rimanga consistente, con 28 milioni di follower, l’influencer ha registrato una perdita significativa in termini di fiducia da parte di una parte del pubblico e ha affrontato un periodo di forte esposizione mediatica negativa.
Le sue società (tra cui Fenice Srl, che ha da poco perso lo status di Pmi innovativa) , già impegnate a gestire le ricadute economiche delle sanzioni, hanno dovuto fare i conti anche con il danno d’immagine. Che questo sia il primo passo per una risalita?
© Riproduzione riservata