Da AliExpress a Zalando, passando per App Store, Facebook, LinkedIn, Wikipedia Google Maps e la cinese TikTok. L’Unione Europea ha acceso il faro su 19 piattaforme digitali di grandi dimensioni – denominate Very large online platforms – invitando queste realtà a uniformare i loro comportamenti in termini di trasparenza, pubblicità e trattamento dei dati personali entro i prossimi 4 mesi, “se vorranno continuare a operare in Europa”.
L’annuncio è stato dato dal commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, che ha indicato come termine il prossimo 25 agosto e sottolineando come il proprietario di Twitter, Elon Musk, ha già invitato i rappresentanti Ue a fine giugno 2023 per condurre uno “stress test” sul social network.
Le 19 piattaforme digitali sotto la lente di ingrandimento UE
L’elenco delle 19 piattaforme digitali, che viene riportato a seguire e di cui fanno parte anche i motori di ricerca Google Search e Bing di Microsoft, è stato stilato dall’Unione europea sulla base del loro bacino di utenti, che per ognuna è stimato in almeno 45 milioni di persone attive online ogni mese. Ai colossi digitali viene richiesto di riprogettare i propri sistemi per garantire un elevato livello di privacy, sicurezza e incolumità dei minori. L’Unione europea impone poi il divieto di proporre annunci pubblicitari basati sui dati sensibili dell’utente, come l’origine etnica, le opinioni politiche o l’orientamento sessuale.
Altra novità introdotta dall’Unione europea è l’inserimento di un sistema di segnalazione dei contenuti illegali che le piattaforme saranno chiamate a vagliare ed eventualmente rimuovere con tempestività. Per chi violerà le regole sono previste multe fino al 6% del fatturato annuo e, in caso di recidiva, il divieto di operare sul territorio europeo.
- AliExpress
- Amazon Store
- AppStore
- Bing
- Booking
- Google Maps
- Google Play
- Google Search
- Google Shopping
- Snapchat
- TikTok
- Wikipedia
- YouTube
- Zalando