Istat: quasi 6 milioni di italiani vivono in povertà assoluta

Sconfortante anche la cifra di minori che vivono in condizioni di miseria: 1,3 milioni di bambini e ragazzi

Istat, crescono i livelli di povertà assoluta in Italia© Shutterstock

Vivere in povertà è tutto fuorché poco comune. Metà della popolazione globale vive in situazioni di indigenza e in Italia la panoramica non è rincuorante: nel 2023 a vivere in povertà assoluta erano 2,2 milioni di famiglie per un totale di 5,7 milioni di individui.

A diffondere la notizia è l’Istat, con il report La Povertà in Italia. Un report che sembra quasi fare eco a quello della Banca Mondiale, che ha mostrato come il 3,5 miliardi di persone vivano oggi con meno di 6,85 dollari al giorno e che mostra come, nonostante l’andamento positivo del mercato del lavoro nel 2023 (+2,1% di occupati in un anno), l’impatto dell’inflazione abbia colpito l’8,4% sul totale delle famiglie residenti nel Belpaese  il 9,7% sul totale degli individui residenti. Ciò che ne deriva è il record storico del numero di indigenti dal 2014.

Non si tratta, purtroppo, neanche dell’unico record negativo. I dati mostrano che l’incidenza di povertà assoluta fra i minori si attesta al 13,8% (quasi 1,3 milioni di bambini e ragazzi, dal 13,4% del 2022) e quello degli adulti fra i 35 e i 64 anni al al 9,4%, entrambi valori massimi registrati fino a questo momento. Restano invece stabili le percentuali degli over 65 (6,2%) e dei giovani fra i 18 e i 34 anni (11,8%).

Sempre stando ai dati Istat, l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si mantiene più alta nel Mezzogiorno (dove coinvolge oltre 859mila famiglie, 10,2%,), seguita dal Nord-ovest (8,0%, 585mila famiglie) e Nord-est (7,9%, 413mila famiglie), mentre il Centro conferma i valori più bassi (6,7%, 360mila famiglie).

Non è tutto qua. L’incidenza della povertà aumenta per chi lavora come operaio: per questa classe di lavoratori il disagio economico si è aggravato tanto che le famiglie operaie in povertà hanno toccato il livello record di 16,5%, cioè un balzo di quasi due punti in più rispetto al 14,7% del 2022, stesso balzo anche per le famiglie operaie considerate in “povertà relativa” che passano dal 16,8% del 2022 al 18,6% del 2023.

Guardando in generale, le cause sono moltissime: la già citata inflazione, sì, ma anche la crescita dei prezzi al consumo e il calo della produzione industriale italiana, seguito da  annunci di tagli, chiusure e cassa integrazioni.

Infine, il report Istat accende i riflettori anche sugli stranieri: nel 2023 si contano oltre 1,7 milioni di stranieri in povertà assoluta, con un’incidenza individuale pari al 35,1%, oltre quattro volte e mezzo superiore a quella degli italiani (7,4%).

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