Novità su contratti a termine, assenze ingiustificate e smart working. Dopo il sì alla Camera e l’approvazione del Senato, il disegno di legge “Lavoro”, numero 1264, è diventato ufficialmente legge. La legge, almeno nelle intenzioni del governo, rappresenta “il completamento di un anno di lavoro, che si accompagna a una serie di interventi fatti, all’insegna della semplificazione e della stabilità del lavoro, non certamente di aumento della precarietà”, ha dichiarato il ministro del Lavoro, Marina Calderone.
Le novità del ddl Lavoro
Come accennato, le misure vanno nella direzione di avallare regole meno rigide e procedure semplificate per i datori di lavoro, a partire dalle assenze ingiustificate superiori a 15 giorni. Se un dipendente dovesse “scomparire”, il responsabile d’azienda potrà comunicarlo all’Ispettorato nazionale che in breve dichiarerà di fatto risolto il contratto di lavoro, senza passare tramite le dimissioni elettroniche.
Si prevede, inoltre, una maggiore flessibilità per i contratti a termine e stagionali, con l’eliminazione di alcuni limiti di durata e causali per specifiche categorie di lavoratori, come disoccupati di lunga durata e lavoratori svantaggiati. È stato poi rimosso il tetto massimo del 30% di lavoratori a tempo indeterminato presso lo stesso utilizzatore in caso di nuove attività, startup, attività stagionali, spettacoli e sostituzioni over 50.
C’è stata, inoltre, una modifica del periodo di prova per i contratti a tempo determinato, che varia da due a 15 giorni per contratti fino a sei mesi e da due a 30 giorni per contratti da sei a 12 mesi.
C’è poi l’obbligo per il datore di lavoro di comunicare al ministero del Lavoro entro cinque giorni dall’avvio, i nomi dei lavoratori che usufruiscono del lavoro agile, con data di inizio e fine. È infine possibile rateizzare i debiti contributivi e i premi dovuti a Inps e Inail fino a un massimo di 60 rate mensili a partire dal 1° gennaio 2025.