TikTok ritira Lite Rewards: la Commissione Ue denuncia il rischio dipendenza

Sono stati resi giuridicamente vincolanti gli impegni della piattaforma cinese, che non potrà in alcun modo aggirare il divieto

La Commissione Ue vieta il programma Lite Rewards di TikTok: può dare dipendenza© Shutterstock

È ufficiale: Lite Rewards non prenderà piede in Europa e non ci sarà modo di aggirare il divieto imposto dalla Commissione Europea. Il provvedimento contro TikTok e la sua società sviluppatrice, ByteDance, è stato reso vincolante e impone di ritirare definitivamente la funzione, senza alcuna possibilità di usare applicativi o software per accedervi.

Per chi non lo sapesse, Lite Rewards era (e in Cina è ancora) una funzionalità interna al social network TikTok. Anzi, a voler essere specifici, si trattava si un programma vero e proprio, perfettamente integrato con l’app e reso disponibile in Francia e in Spagna nel mese di aprile. Già nel momento del lancio, però, aveva fatto scalpore perché somigliava drammaticamente a un sistema di reclutamento e assuefazione basato sul rinforzo positivo.

Sì, perché Lite Rewards attribuiva un certo numero di punti, spendibili in vari modi sul social network, agli utenti con un’alta attività. Venivano, in pratica, premiati coloro che guardavano più video, interagivano in maniera più intensiva e seguivano gli influencer di punta partecipando alle live, commentando e condividendo i contenuti.

Non solo: un cospicuo numero di punti veniva attributo anche a tutti gli utenti che dimostravano di avere un comportamento attivo nel far unire nuovi utenti al social network, invitando a scaricare l’applicazione, a creare un account e, ovviamente, ad avere una presenza dinamica al suo interno. Già il 22 aprile, dopo il lancio, la Commissione Ue ha contestato il meccanismo: il rischio era che Lite Rewards creasse dipendenza, soprattutto negli utenti più giovani.

Il peso di TikTok su adolescenti e i bambini è infatti stato abbondantemente dimostrato nell’arco del tempo, al punto che nel 2020 l’Europa ha richiesto una task force contro i rischi del social cinese e nel 2021, in Italia, il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto il blocco dell’uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata l’età anagrafica in seguito alla morte di una bambina siciliana di 10 anni, avvenuta dopo la riproduzione di una sfida condivisa tra gli utenti della piattaforma.

Non solo: all’inizio dell’anno l’UE ha avviato un’inchiesta sulla piattaforma social per “sospetta violazione della trasparenza e degli obblighi di tutela dei minori”. In questo quadro già complesso, come abbiamo accennato (e come si legge nella disposizione pubblicata dalla Commissione Europea) Lite Rewards gioca un ruolo chiave, perché avrebbe reso ancora più alto il rischio di dipendenza.

Ad aggravare la posizione di TikTok c’è anche il fatto che la sua società sviluppatrice non ha operato correttamente: ai sensi della legge sui servizi digitali, infatti, le piattaforme online di dimensioni molto grandi sono tenute a effettuare una valutazione dei rischi e a presentare una relazione ai servizi della Commissione prima di avviare qualsiasi nuova funzionalità che possa avere un impatto critico sui rischi sistemici, cosa che Byte Dance non ha fatto.

Ancora, Byte Dance ha dimostrato di non essere in grado di adottare misure di attenuazione efficaci per affrontare i rischi individuati. Già il 24 aprile, conscia dei suoi errori, la società ha deciso di sospendere volontariamente il programma TikTok Lite Rewards nell’UE, ma il provvedimento non si è fermato: negli ultimi giorni è arrivata proprio l’imposizione da parte della Commissione Ue di cancellare la funzione.

«Abbiamo ottenuto il ritiro permanente del programma TikTok Lite Rewards, che avrebbe potuto avere conseguenze legate alla dipendenza» ha detto il Commissario al Mercato Interno Thierry Breton commentando la decisione e specificando che «qualsiasi violazione degli impegni costituirebbe immediatamente una violazione della legge sui servizi digitali e potrebbe pertanto comportare sanzioni pecuniarie».

A Breton ha fatto eco Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale: «Le caratteristiche di progettazione sulle piattaforme con effetti di dipendenza mettono a rischio il benessere dei loro utenti: ecco perché abbiamo reso giuridicamente vincolanti gli impegni di TikTok nell’ambito della legge sui servizi digitali. Monitoreremo attentamente la conformità di TikTok. La decisione odierna invia inoltre un messaggio chiaro all’intera industria dei social media: la salute mentale dei giovani europei non è una moneta per i social media, e mai lo sarà».

A commentare la notizia anche un portavoce di TikTok, che ha sottolineato come l’azienda sia sempre impegnata «a collaborare in modo costruttivo con la Commissione Europea e con le altre autorità di regolamentazione. TikTok è lieta di aver raggiunto un accordo consensuale e ha quindi ritirato lo strumento di ricompensa di TikTok Lite, lanciato in Francia e Spagna ad aprile, che avevamo già sospeso volontariamente».


Articolo aggiornato il 20 agosto, alle ore 9.28

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