Andrea Leone: più film evento e di grandi autori

Andrea-LeoneAndrea Leone guida Lotus Production con la sorella Raffaella Leone© Stefano Pinci

Questa intervista ad Andrea Leone, amministratore delegato di Lotus Production, è parte de LA RINCORSA DEL CINEMA – Vai all’articolo completo


Qual è la vostra percezione del mercato post pande­mia? Siete soddisfatti o si poteva fare meglio?
Fare meglio è sempre una speranza! Detto questo, i dati ci dicono che i film di qualità performano ancora molto bene al cinema: penso, per esempio, al gradimento riscosso da titoli come Otto montagne, L’ultimo giorno di amore e La stranezza. Chi sta soffrendo un po’ di più al box office è la commedia, anche se personalmente non amo ragio­nare per generi: sono sempre stato dell’i­dea che l’unica distinzione corretta sia tra film buoni e film meno buoni.

Dunque, cosa replica a chi sostie­ne che non si tornerà mai ai numeri pre-pandemici, in termini di incassi e capienza delle sale?
Prima il botteghino totale era più alto perché si facevano tanti – a mio avviso troppi – film. Oggi il consumo è invece più frammentato: sono saliti i valori de­gli Svod e di conseguenza scende il va­lore del theatrical ma, dal punto di vi­sta dell’industria, c’è un bilanciamento. Ecco, credo che la pandemia abbia deli­neato una situazione che va consolidan­dosi e che vede alcuni prodotti ottenere un grandissimo gradimento in Svod: un successo che forse non sarebbe arriva­to se fossero usciti in sala (e viceversa). Prenda per esempio il caso di Era ora: la commedia con Edoardo Leo è andata be­nissimo su Netflix. Mi chiedo se lo stesso film, in sala, avrebbe ottenuto la medesi­ma eco. Di certo, in streaming si è distin­to come prodotto vincente.

In futuro i modelli di produzione cinematogra­fica potrebbero, quindi, declinarsi in prodotti only streamer e film per la sala?
È probabile che il cinema punti sempre di più sul film evento: se la pellicola è attesa, ottiene buoni riscon­tri al box office. In sala ci vedo bene anche i grandi autori, e i film che meritano di essere visti su grande schermo come il nostro John Wick. I prodotti, inve­ce, di medio e basso budget andranno probabilmen­te ripensati in un sistema industriale diverso dal pas­sato. Questo porterà a ridurre il numero dei film in sala, a vantaggio magari di una loro più lunga perma­nenza in cartellone.

Andrea-Leone

Adam Driver interpreta Enzo Ferrari nel film di Michael Mann (Foto: © Lorenzo Sisti)

Le istituzioni stanno facendo abbastanza per il settore?
Non credo proprio che possiamo lamentarci. La po­litica è sempre stata molto attenta nei nostri riguar­di: è stato fatto molto e, a volte, il cinema ha ricevuto persino più di altri settori. L’auspicio è di poter man­tenere gli attuali livelli di tax credit, magari con una maggiore certezza rispetto alle tempistiche, soprat­tutto per le produzioni esecutive internazionali.

Aiuterebbe sviluppare un piano strategico che coinvolga produttori, esercenti e distributori?
È un progetto di cui sento parlare da quando ero bambino e, finora, non ci siamo ancora riusciti. È chiaro che sarebbe utile, ma ognuno guarda al pro­prio “orticello”. Le associazioni di categoria che rap­presentano i diversi comparti hanno, però, fatto mol­to in questi anni: credo che si possa continuare in questa direzione.

Quali saranno i vostri prossimi film?
Avremo il nuovo film di Martin Scorsese: Killers of the Flower Moon (cfr. Rai Cinema). Interpretato da Leonardo DiCaprio e Robert De Niro, è programmato per ottobre. Poi in listino c’è Ferrari: al centro, la storia di Enzo Ferrari interpretato da Adam Driver. Sulla piattaforma, invece, lanceremo After 5.

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