Questa intervista ad Andrea Leone, amministratore delegato di Lotus Production, è parte de LA RINCORSA DEL CINEMA – Vai all’articolo completo
Qual è la vostra percezione del mercato post pandemia? Siete soddisfatti o si poteva fare meglio?
Fare meglio è sempre una speranza! Detto questo, i dati ci dicono che i film di qualità performano ancora molto bene al cinema: penso, per esempio, al gradimento riscosso da titoli come Otto montagne, L’ultimo giorno di amore e La stranezza. Chi sta soffrendo un po’ di più al box office è la commedia, anche se personalmente non amo ragionare per generi: sono sempre stato dell’idea che l’unica distinzione corretta sia tra film buoni e film meno buoni.
Dunque, cosa replica a chi sostiene che non si tornerà mai ai numeri pre-pandemici, in termini di incassi e capienza delle sale?
Prima il botteghino totale era più alto perché si facevano tanti – a mio avviso troppi – film. Oggi il consumo è invece più frammentato: sono saliti i valori degli Svod e di conseguenza scende il valore del theatrical ma, dal punto di vista dell’industria, c’è un bilanciamento. Ecco, credo che la pandemia abbia delineato una situazione che va consolidandosi e che vede alcuni prodotti ottenere un grandissimo gradimento in Svod: un successo che forse non sarebbe arrivato se fossero usciti in sala (e viceversa). Prenda per esempio il caso di Era ora: la commedia con Edoardo Leo è andata benissimo su Netflix. Mi chiedo se lo stesso film, in sala, avrebbe ottenuto la medesima eco. Di certo, in streaming si è distinto come prodotto vincente.
In futuro i modelli di produzione cinematografica potrebbero, quindi, declinarsi in prodotti only streamer e film per la sala?
È probabile che il cinema punti sempre di più sul film evento: se la pellicola è attesa, ottiene buoni riscontri al box office. In sala ci vedo bene anche i grandi autori, e i film che meritano di essere visti su grande schermo come il nostro John Wick. I prodotti, invece, di medio e basso budget andranno probabilmente ripensati in un sistema industriale diverso dal passato. Questo porterà a ridurre il numero dei film in sala, a vantaggio magari di una loro più lunga permanenza in cartellone.
Le istituzioni stanno facendo abbastanza per il settore?
Non credo proprio che possiamo lamentarci. La politica è sempre stata molto attenta nei nostri riguardi: è stato fatto molto e, a volte, il cinema ha ricevuto persino più di altri settori. L’auspicio è di poter mantenere gli attuali livelli di tax credit, magari con una maggiore certezza rispetto alle tempistiche, soprattutto per le produzioni esecutive internazionali.
Aiuterebbe sviluppare un piano strategico che coinvolga produttori, esercenti e distributori?
È un progetto di cui sento parlare da quando ero bambino e, finora, non ci siamo ancora riusciti. È chiaro che sarebbe utile, ma ognuno guarda al proprio “orticello”. Le associazioni di categoria che rappresentano i diversi comparti hanno, però, fatto molto in questi anni: credo che si possa continuare in questa direzione.
Quali saranno i vostri prossimi film?
Avremo il nuovo film di Martin Scorsese: Killers of the Flower Moon (cfr. Rai Cinema). Interpretato da Leonardo DiCaprio e Robert De Niro, è programmato per ottobre. Poi in listino c’è Ferrari: al centro, la storia di Enzo Ferrari interpretato da Adam Driver. Sulla piattaforma, invece, lanceremo After 5.