Aquafil: pionieri dell’economia circolare

Dagli anni 90 il Gruppo ha fatto la scelta di guardare oltre il mero successo economico, per orientarsi verso quella che il suo Ceo Giulio Bonazzi definisce innovazione consapevole

Aquafil: pionieri dell'economia circolare - Giulio BonazziPresidente e a.d dell’azienda di famiglia, da più di 50 anni leader nella produzione di fibre sintetiche, Giulio Bonazzi ha scommesso su un progetto sostenibile creando un nylon riciclato e riciclabile all’infinito

L’intervista a Giulio Bonazzi è parte dello speciale

I Campioni della Sostenibilità 2025 di Business People


«Crediamo nel potere dell’innovazione consapevole, e progettiamo prodotti che migliorino il pianeta». Sul proprio sito si presenta con queste parole Aquafil, azienda nata nel 1956 con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento nel settore delle fibre sintetiche che, come spiega a Business People il Ceo Giulio Bonazzi, ha compreso ben presto di non poter limitare la sua visione al successo economico. Così negli anni 90 ha fatto una scelta coraggiosa: riconoscere che il modello tradizionale “produci, usa, smaltisci” non era sostenibile né per il pianeta né per il futuro dell’industria. «Da qui», racconta Bonazzi, «è nato il nostro impegno per l’innovazione consapevole, che ci ha portato a trasformare sfide ambientali in opportunità di crescita. Questa filosofia non è solo un obiettivo aziendale, ma un pilastro che guida ogni nostra scelta, aiutandoci a diventare pionieri di un’economia circolare. È in questo contesto che abbiamo sviluppato il sistema Econyl, una tecnologia rivoluzionaria per rigenerare i rifiuti in nylon 6».

Questo significa che per voi nessuna innovazione può essere tale se non è anche sostenibile?
Esattamente. Per noi innovazione significa progresso reale, e non possiamo parlare di progresso senza tener conto della sostenibilità. Questo approccio ci spinge a progettare soluzioni che abbiano un impatto positivo sull’ambiente, come il nostro filo Econyl, realizzato a partire da rifiuti come reti da pesca, vecchi tappeti, scarti tessili, ecc. Ogni nostra innovazione è guidata da questo principio: migliorare il mondo in cui viviamo. Credo, inoltre, che l’innovazione vada condivisa lungo la nostra filiera. Ed è questo il motivo per cui collaboriamo con produttori e brand per sviluppare i “prodotti del futuro”, ossia oggetti che siano fatti per essere riciclabili e riconoscibili facilmente quando non più in uso.

Come si è sviluppato negli anni il vostro impegno per la sostenibilità?
Evolvendosi su più livelli. Muovevamo già i primi passi alla fine degli anni 90, quando lanciammo i primi fili e polimeri che avevano del contenuto pre-consumo, ma è nel 2011 che siamo arrivati a lanciare il sistema di rigenerazione Econyl, che trasforma scarti e rifiuti sia pre che post consumo in una materia prima che è pari a quella proveniente da fonte fossile. Inoltre, stiamo lavorando costantemente per migliorare l’efficienza energetica e idrica dei nostri processi produttivi e per ridurre le emissioni.

Che tipo di obiettivi vi siete posti per i prossimi anni?
Direi ambiziosi, come la riduzione delle emissioni di CO2 lungo tutta la nostra catena del valore. Al centro della nostra strategia c’è l’espansione del modello di economia circolare, che portiamo avanti attraverso progetti innovativi per aumentare il recupero e la rigenerazione di materiali. Il nostro impegno non si ferma ai confini aziendali: collaboriamo con partner e istituzioni per promuovere una transizione sostenibile su larga scala. In questo senso, siamo orgogliosi di essere tra i sostenitori dell’Alleanza per l’Economia Circolare, un’iniziativa che unisce aziende di settori diversi per sviluppare e promuovere un modello economico più sostenibile. Attraverso il Manifesto per l’Italia del Futuro, ci impegniamo a lavorare su obiettivi comuni per accelerare la transizione verso un sistema circolare, supportando politiche innovative e favorendo la collaborazione lungo l’intera filiera produttiva. Inoltre, investiamo continuamente in ricerca e sviluppo per rendere i nostri processi sempre più sostenibili e scalabili, dimostrando che l’innovazione può essere un potente strumento per affrontare le sfide globali.

Da azienda impegnata a ideare prodotti che migliorino il pianeta, trovate che partner, fornitori, clienti e consumatori abbiano maturato una reale consapevolezza sulla sostenibilità?
Negli ultimi anni, abbiamo assistito a una crescente consapevolezza sulla sostenibilità, sia tra i nostri partner che tra i consumatori. Tuttavia, c’è ancora strada da fare. Molti apprezzano il valore dei prodotti sostenibili, ma l’adozione su larga scala richiede una maggiore educazione al tema e, spesso, un cambiamento nelle priorità economiche. Il dialogo aperto con tutti gli attori della filiera è cruciale per accelerare questa trasformazione.

Aquafil-nylon-6-Econyl

L’Econyl, generato a partire da rifiuti in nylon 6, è oggi il prodotto di punta di Aquafil, utilizzato in settori che spaziano dalla moda al design d’interni, dagli accessori alla valigeria ai tappettini o sedili delle auto

Il fast fashion e le fibre sintetiche rappresentano oggi un problema rilevante per l’inquinamento ambientale. Perché le fibre ecologiche non sono ancora utilizzate su più ampia scala?
Vanno tenuti presenti due fattori principali. Il primo è economico: le fibre sostenibili possono avere costi iniziali più alti, legati alle tecnologie innovative e ai processi di rigenerazione. Il secondo è culturale: il fast fashion è ancora basato sul consumo di massa e sull’usa e getta, un modello che contrasta con la sostenibilità. Tuttavia, la domanda di materiali ecologici sta crescendo, e credo che la combinazione di innovazioni tecnologiche e consapevolezza dei consumatori possa accelerare il cambiamento.

Fino a che punto le criticità economiche e geopolitiche stanno rallentando la rivoluzione sostenibile?
Stiamo vivendo un momento storico segnato da conflitti geopolitici, crisi energetica e le conseguenze della pandemia. Questi fattori hanno inevitabilmente rallentato il progresso verso la sostenibilità, poiché molte risorse e priorità si sono spostate verso la gestione di emergenze immediate. La transizione sostenibile richiede investimenti significativi e una visione di lungo termine, elementi che oggi, per molte realtà, risultano difficili da perseguire. Però, credo che questo rallentamento non rappresenti un arretramento, quanto una fase di riflessione. Le difficoltà attuali ci mostrano l’urgenza di modelli più resilienti, e l’economia circolare può rappresentare una risposta concreta. È importante cogliere queste sfide come un’opportunità per accelerare l’adozione di soluzioni innovative che riducano la dipendenza dalle risorse tradizionali, rafforzino le filiere produttive e contribuiscano a una maggiore indipendenza energetica. Ogni passo avanti, anche piccolo, contribuisce a costruire un cambiamento duraturo, e siamo convinti che il dialogo e la cooperazione internazionale siano fondamentali per superare questo momento storico.

Il concetto di sostenibilità comprende anche aspetti di governance e sociali. Come si concretizza il vostro impegno su questo fronte?
Adottiamo un approccio integrato alla sostenibilità, che abbraccia aspetti ambientali, sociali e di governance. Sul fronte sociale, abbiamo intrapreso iniziative concrete per promuovere il benessere dei dipendenti e delle comunità locali. Nel 2023 è stata introdotta una nuova Policy sulla Diversità, Equità e Inclusione, per creare un ambiente di lavoro equo e inclusivo. Inoltre, sosteniamo l’associazione Alba Chiara APS, dedicata alla lotta contro la violenza di genere. Per rafforzare i legami con le comunità, Aquafil ha avviato anche un programma che offre ai dipendenti l’opportunità di dedicare parte del loro orario lavorativo ad attività di volontariato, promuovendo così la partecipazione attiva al benessere sociale. Inoltre, ha recentemente ottenuto la certificazione PDR 125 sulla parità di genere. Queste iniziative riflettono l’impegno dell’azienda nel promuovere una cultura aziendale responsabile e inclusiva, riconoscendo l’importanza di un approccio olistico alla sostenibilità. Anche per quanto riguarda la governance abbiamo già raggiunto traguardi importanti, come l’approvazione di una nuova politica di remunerazione che integra parametri Esg nel sistema di incentivazione a breve e lungo termine. Abbiamo, inoltre, istituito un Comitato Esg direttamente investito dal Cda e adottato una policy Esg per rafforzare ulteriormente il nostro impegno. Infine, stiamo lavorando per elaborare un piano di successione del top management entro il 2025, con l’obiettivo di garantire una leadership solida e visionaria anche negli anni a venire.

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