Bmw: la transizione sostenibile non è uno sprint

Massimiliano Di Silvestre, presidente e a.d. del Gruppo per l’Italia paragona il percorso verso la sostenibilità a una maratona che, sottolinea, richiede serietà, consistenza e determinazione per arrivare al traguardo senza lasciare indietro nessuno

Bmw: la transizione sostenibile non è uno sprint | Massimiliano Di SilvestrePresidente e amministratore delegato di Bmw Italia dal 2019, Massimiliano Di Silvestre lavora nel gruppo dal 2001, con un breve intervallo dal 2009 al 2012 dove ha maturato rilevanti esperienze professionali sempre nel settore automotive

L’intervista a Massimiliano Di Silvestre è parte dello speciale

I Campioni della Sostenibilità 2025 di Business People


«La transizione è una maratona, non uno sprint e implica serietà, consistenza e determinazione ad arrivare al traguardo senza lasciare indietro nessuno», sottolinea Massimiliano Di Silvestre, presidente e a.d. di Bmw Italia. «Non possiamo pensare di perseguire la sostenibilità ambientale trascurando quella sociale. Dobbiamo arrivare alla completa decarbonizzazione coinvolgendo tutti gli attori del processo: aziende, istituzioni, ricerca, energy provider. Solo lavorando tutti insieme, con un approccio pragmatico, potremo raggiungere gli obiettivi cui tutti noi aspiriamo».

L’approccio verso processi produttivi e prodotti sostenibili potrebbe giocare un ruolo per aiutare l’industria dell’automotive a uscire dal momento di difficoltà che sta attraversando a livello globale?
Cinque anni fa abbiamo definito con precisione la strada che ci avrebbe consentito di affrontare un periodo di profonda trasformazione della mobilità, con l’ambizione di soddisfare le differenti esigenze dei clienti in tutte le aeree geografiche del mondo e le differenti velocità di trasformazione dei vari mercati. Il nostro approccio strategico, denominato Power of Choice, è stato sin da subito pragmatico e non dogmatico, ispirato alla neutralità tecnologica, caratterizzato dalla circolarità e dalla volontà di contribuire in modo importante alla decarbonizzazione, senza smarrire il Dna dei nostri brand. Per fare questo, abbiamo investito costantemente in ricerca e sviluppo circa il 6% del fatturato annuo del Gruppo per essere in grado di sviluppare cinque tecnologie in contemporanea: benzina e diesel sempre più efficienti, ibrido-plug in, elettrico e, a partire dal 2028, idrogeno fuel cell. Il nostro progetto industriale è andato avanti senza tentennamenti e oggi gli analisti finanziari hanno riconosciuto la correttezza della nostra strategia industriale rispetto ad altri player, che ci permette di adattare l’offerta alla domanda del mercato e, allo stesso tempo, di raggiungere i target di CO2 assegnati dalla Ue sia nel 2024 che nel 2025. In termini più generali, riteniamo che la sfida sia quella di un approccio olistico dell’intera catena del valore che consenta di ridurre l’impatto ambientale in ogni singola fase del processo. L’auto elettrica in sé non è la soluzione se l’intero processo non è virtuoso. Questo per dire che, per noi, sostenibilità e business rappresentano l’unica strada per stare sul mercato oggi e in futuro.

In più occasioni avete sottolineato di applicare il concetto di Design for Recycling, ci spiega meglio in cosa consiste?
Per noi la circolarità inizia dal modo in cui pensiamo i nostri veicoli. I nostri prodotti devono essere progettati in modo tale che la maggior quantità possibile di materiali possa essere riciclata alla fine del ciclo di vita. Significa che siamo in grado di riutilizzare materiali preziosi provenienti dal processo produttivo. Inoltre, alcuni veicoli del Bmw Group sfruttano materie prime rinnovabili e fibre naturali. Questo non solo sostituisce l’uso di materie prime la cui disponibilità è sempre più limitata o meno sostenibile, ma riduce anche il peso del veicolo e ne migliora l’impronta di carbonio, senza mai rinunciare a nulla in termini di qualità e performance dei materiali. La Neue Klasse, nuova generazione di automobili del brand Bmw che debutterà alla fine del 2025, con motorizzazioni prevalentemente elettriche ma non solo, nasce proprio da questa filosofia che mira a ridisegnare completamente il modo di fare le auto e che si fonda su quattro principi.

Bmw-Neue-Kalass

La nuova gamma Bmw Neue Klasse nasce dalla filosofia Design for Recycling, che mira a ridisegnare completamente il modo di fare le auto

Quali?
Il primo è Re:Think, ossia esaminare i processi e le tecnologie di produzione e considerare nuove soluzioni, analizzare la funzione svolta da ogni singolo componente, rimuovendo le parti non essenziali o ridisegnandole in modo intelligente. Il secondo, Re:Duce, significa ridurre il numero di componenti, materiali e finiture superficiali, eliminando per esempio vernici esterne, pelle e cromature. Inoltre, i trattamenti digitali delle superfici consentono di ridurre le varianti hardware, aprendo al contempo nuove possibilità di design. Terzo, Re:Use. Idealmente, un prodotto sostenibile ha una lunga durata, con un’esperienza ricca e coinvolgente, che incentiva le persone a utilizzarlo per un periodo prolungato. Un modo per ottenere questo risultato è integrare la digitalizzazione per creare nuove esperienze. Le superfici digitali esterne e interne permettono agli utenti di aggiornare continuamente il veicolo e gli aggiornamenti over-the-air e il cloud computing mantengono il prodotto tecnicamente attuale per un tempo maggiore. Infine, Re:Cycle. Per quanto riguarda i materiali, il focus è infatti sui materiali riciclati, che potranno essere riutilizzati al termine del ciclo di vita del prodotto.

Come si declina l’impegno del Gruppo a livello locale?
La sostenibilità non può essere una destinazione se non include contemporaneamente la responsabilità ambientale e quella sociale, che devono essere connesse con quella di business. I tre aspetti devono andare avanti di pari passo se vogliamo provare a costruire un futuro diverso, capace di creare valore e di rendere la mobilità ancora più affascinante e ambiziosa. E questo non riguarda soltanto il Bmw Group, ma anche tutti i fornitori e i nostri partner concessionari. In questo senso, stiamo lavorando per efficientare dal punto di vista energetico tutte le nostre sedi e stiamo ridisegnando i nostri spazi con il progetto Retail Next che da un lato vuole offrire luoghi più caldi, accoglienti e lifestyle ai nostri clienti, ma dall’altro mira anche ad avere sedi più moderne, sostenibili e che prevedano l’utilizzo di materiali in linea con la nostra filosofia circolare.

Ci sono iniziative legate alla sostenibilità che riguardano in particolare la nostra Penisola?
Sentiamo una forte responsabilità nei confronti delle persone, oltre che dell’ambiente, e la testimoniamo attraverso il Programma SpecialMente, che in dieci anni ha raggiunto oltre 3 milioni di persone. Inclusione sociale, dialogo interculturale, sostenibilità, promozione dei giovani talenti e cultura sono i pilastri del nostro programma di corporate citizenship, che viene declinato su tutti i marchi del Gruppo. La scuola di sci per disabili di SciAbile, la boccia paralimpica, l’Intercultural Innovation Hub, il Teatro alla Scala di Milano sono legati al brand Bmw. Mini si è focalizzata sulla progettualità e i giovani progettisti nella partnership con la scuola di Sostenibilità di Mario Cucinella, oppure nel progetto del Tortellante di Massimo Bottura. Bmw Motorrad, con Diversamente Disabili di Emiliano Malagoli, offre un messaggio di antifragilità a coloro che nella vita vedono i limiti come ostacoli che devono superare, mentre i viaggi di Franco e Andrea Antonello sulle due ruote testimoniano la voglia di allargare gli orizzonti e di vedere l’autismo da una prospettiva diversa. E mi fa piacere ricordare il progetto Bmw in Tour nato dalla nostra associazione dei concessionari ACIB insieme alla Fondazione Insuperabili che fa leva sul calcio, come elemento per superare le barriere e i limiti. Un’iniziativa che ci ha visto lavorare tutti insieme, con il contributo di un partner come AC Milan, per promuovere una visione davvero inclusiva della società.

Attraverso il progetto Bmw iFactory, il gruppo sta portando l’automazione dei suoi processi produttivi a un nuovo livello, che gioca un ruolo importante in chiave di sostenibilità. È la prova che per voi nessuna innovazione può essere tale se non è anche sostenibile?
La Bmw iFactory incarna la nostra visione della produzione automobilistica del futuro: digitale, circolare e orientata alla mobilità sostenibile. La stiamo già attuando in tutti gli stabilimenti del mondo. Si tratta di una risposta potente e innovativa alle sfide della transizione verso la mobilità elettrica. Il nostro obiettivo è che la produzione sia efficiente, di alta precisione e flessibile. Per raggiungerlo utilizziamo strumenti come data science e intelligenza artificiale, non solo per una produzione più rapida, affidabile ed efficiente, ma anche per connettere le automobili già sulla linea di produzione. Grazie a queste tecnologie i modelli forniscono informazioni costanti sullo stato di assemblaggio o identificano e segnalano autonomamente eventuali errori e imperfezioni costruttive. Lo stabilimento di Dingolfing, ad esempio, utilizza un modello di intelligenza artificiale che esegue automaticamente un controllo di qualità basato sull’audio per garantire al cliente finale un’esperienza di brand e di prodotto all’avanguardia. Una volta il paradigma di progettazione e produzione di una nuova automobile prevedeva che “la forma seguisse la funzione”, oggi crediamo che “la forma debba seguire l’esperienza” del cliente finale.

La strada verso un futuro sostenibile sembra tracciata, ma costi e congiunture stanno rallentando questo “viaggio”. Quando la rivoluzione green si compirà ormai sarà troppo tardi?
La transizione è una maratona e non uno sprint e implica serietà, consistenza e determinazione ad arrivare al traguardo senza lasciare indietro nessuno. Non possiamo pensare di perseguire la sostenibilità ambientale trascurando quella sociale. Dobbiamo arrivare alla completa decarbonizzazione coinvolgendo tutti gli attori del processo: aziende, istituzioni, ricerca, energy provider. Solo lavorando tutti insieme, con un approccio pragmatico, potremo raggiungere gli obiettivi cui tutti noi aspiriamo.

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