L’intervista a Chun Ye Jin è parte di
Ecco come il soft power della Corea del Sud sta conquistando il mondo
A Roma, l’Istituto Culturale Coreano, che si trova al civico 12 di via Nomentana, da anni si occupa di promuovere la cultura e la lingua di Seoul anche nel nostro Paese. Abbiamo sentito Chun Ye Jin, direttrice dell’Istituto, e con lei analizzato la portata dell’Hallyu in Europa e in Italia.
«Le piattaforme online», ci ha detto subito, «hanno eliminato le restrizioni di spazio e di tempo e l’Hallyu si è diffuso rapidamente in tutto il mondo, Italia inclusa». Con la direttrice abbiamo approfondito la questione e scoperto che Italia e Corea hanno davvero molto in comune.
Direttrice, le persone italiane che frequentano il vostro Istituto da che cosa sono principalmente attratte?
In generale, direi che l’interesse per la cultura coreana ha portato il pubblico estero a conoscerne la lingua, il cibo e la cultura tradizionale. L’Istituto Culturale Coreano in Italia, inaugurato a Roma nel 2016, risponde a queste esigenze.
In che modo?
Offriamo corsi di lingua coreana, online e offline, e vari corsi di cultura tra cui quelli di Taekwondo, un’arte marziale tradizionale, di danza tradizionale, di musica Pungmul e Gayageum, di Jogakbo, che è il nostro artigianato tipico, e ovviamente di cucina coreana.
I corsi di lingua come vanno?
Iniziato nel 2017, il corso di coreano ha visto una rapida crescita del numero di studenti e quest’anno circa 1.400 persone da tutta Italia lo stanno frequentando a Roma. Inoltre, ogni anno circa un centinaio di studenti partecipa ai corsi di cultura coreana tenuti da noi offline. In passato, la maggior parte erano studentesse sui vent’anni, ma recentemente, grazie al successo dei film e dei drama coreani, vediamo che studenti italiani di varie età fino ad adulti di 60 anni vengono da noi a imparare la lingua con interesse.
Qual è, secondo lei, il Paese dove l’influenza coreana si sta facendo maggiormente sentire?
Secondo le statistiche del 2022 della Korea Foundation sul numero di membri dei vari fan-club di Hallyu di tutto il mondo, la Cina ha raggiunto il numero più alto, seguito dalla Tailandia e dagli Stati Uniti. Tuttavia, l’Europa ha mostrato una crescita importante nel 2022 con un aumento del 37% rispetto al 2021. Se l’Asia è una regione ormai stabile dal punto di vista del fandom della cultura coreana, l’Europa può essere considerata come un grande bacino potenziale di espansione.
In che cosa, secondo lei, la cultura italiana e quella coreana possono trovare dei punti di affinità?
Sia l’Italia che la Corea danno grande importanza al concetto di famiglia e hanno un forte attaccamento alle proprie origini. Entrambi sono Paesi peninsulari circondati dal mare su tre lati e hanno quattro stagioni. Inoltre, entrambi hanno un grande interesse per il cibo, tanto da aver sviluppato una cultura alimentare veramente vasta che utilizza vari ingredienti. Infine, entrambe le popolazioni sono molto allegre e amano il canto e la musica. Il 2024 è un anno per noi significativo: segna il 140° anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra Italia e Corea e per commemorare questo evento l’Istituto Culturale Coreano sta preparando vari progetti culturali per incoraggiare scambi più dinamici tra i nostri due Paesi.