Industrie De Nora: il sentiero è tracciato

Inserita nel piano industriale, la sostenibilità è divenuta un driver di business per la multinazionale dell’elettrochimica, che si impegna sia a ridurre la propria footprint, sia a proporre prodotti sempre più rispettosi dell’ambiente. Ne parla Chiara Locati, Head of Investor Relations and Esg dell'azienda

Industrie De Nora: il sentier è tracciato - Chiara LocatiPrima del suo ingresso in De Nora, Chiara Locati ha maturato oltre dieci anni di esperienza ricoprendo il ruolo di Investor Relator in importanti società quotate su Borsa Italiana. Ha inoltre conseguito il diploma ESG Analysis & Investing Certificate presso la Graduate School of Management del Politecnico di Milano

L’intervista a Chiara Locati è parte dello speciale

I Campioni della Sostenibilità 2025 di Business People


L’ultima novità sul fronte della sostenibilità e innovazione di Industrie De Nora – multinazionale italiana specializzata in elettrochimica – è arrivata alla fine del 2024, e riguarda il committment all’investimento di 10 milioni di euro nel Fondo 360 Life II di 360 Capital, nato per agevolare la transizione sostenibile in Europa, sostenendo le startup nel settore Climate Tech per rispondere alle sfide della transizione climatica con tecnologie innovative. Ma è solo una delle tante iniziative messe in campo dal Gruppo, che – asserisce sul suo sito ufficiale – «la nostra strategia Esg è incorporata nel nostro Piano industriale e guida i nostri processi decisionali strategici». Ma cosa implica una tale dichiarazione d’intenti? Lo abbiamo chiesto a Chiara Locati, Head of Investor Relations and Esg.

Cosa comporta la scelta di integrare la strategia Esg nel Piano industriale?
Questo tipo di approccio si riflette su due aspetti principali. Il primo concerne il nostro business e i nostri prodotti e si declina a sua volta su due fronti. Da un lato proponiamo prodotti e servizi che sono in grado di contribuire a tematiche chiave della sostenibilità. Basti pensare che oltre il 30% dei nostri ricavi deriva dalle tecnologie per la disinfezione e filtrazione dell’acqua e che siamo leader a livello globale nella fabbricazione di tecnologie per la produzione di idrogeno verde. Dall’altro, anche per un’esigenza di mercato, la nostra attività di ricerca e sviluppo è da sempre focalizzata sull’ottimizzazione di parametri che poi, di fatto, risultano essere in alcuni casi anche fattori ambientali. L’esempio più semplice è l’ottimizzazione dell’efficienza energetica delle nostre tecnologie, ma posso citare anche le attività di re-coating o riattivazione dei nostri elettrodi. Il secondo aspetto è, invece, quello relativo alla gestione dell’impatto delle nostre attività operative e in particolare delle nostre emissioni. Da questo punto di vista il Piano di sostenibilità prevede una serie di iniziative volte alla decarbonizzazione. Sappiamo che si tratta di un lungo cammino, ma c’è un forte committment sul tema. Il primo passo per cambiare è organizzarsi e definire le procedure da seguire, cosa che abbiamo fatto, per esempio, integrando milestone di sostenibilità nelle policy per gli investimenti, la cui valutazione finale passa anche dal nostro Esg Accelerator Lab. Da qui in poi siamo convinti che arriveranno progressivamente anche i risultati.

A proposito dell’attività di R&S e di policy, proprio quest’anno avete introdotto quella che definite CircularDesignGuidance, di cosa si tratta?
Si tratta di linee guida secondo le quali, nel momento in cui un ricercatore sviluppa un nuovo prodotto, deve necessariamente tenere in conto determinati principi di sostenibilità e di circolarità: per esempio la sua efficienza energetica, la longevità, la quantità di CO2 emessa durante l’intero ciclo di vita, la riciclabilità… Il concetto è che, fin dall’ideazione dei nuovi prodotti, ci impegniamo perché questi siano concepiti in modo sostenibile. Questo significa che la sostenibilità è davvero al cuore della nostra attività: tutto ciò che è nuovo deve partire da lì.

Avete rapporti con clienti e fornitori in tutto il mondo. Per quella che è la vostra esperienza, quanto è diffuso questo approccio?
Non posso dire che rappresenti il primo pensiero di tutti, ma rileviamo una sensibilità crescente sul tema, non solo in Europa, ma anche nei Paesi asiatici. In un futuro non troppo lontano, la sostenibilità è destinata a divenire un valore anche in termini di business e, quando questo accadrà, chi sta già investendo in questa direzione avrà un vantaggio competitivo indiscusso. Al di là delle temporanee oscillazioni politiche nelle diverse aree geografiche, il trend è questo e non si potrà più tornare indietro. Anche le nuove generazioni non lo permetteranno.

Prima accennava al vostro Piano di sostenibilità. Può dirci qualcosa di più in merito?
Il nostro action plan si compone di 48 iniziative. Di queste, 12 sono i progetti chiave, quelli legati alla green innovation dei prodotti, alla circular economy e alla green innovation. Poi ci sono 20 attività che definiamo quick items perché erano già in corso al momento dell’approvazione del Piano di sostenibilità, di cui una quindicina è già stata ultimata a fine 2024. Infine, ci sono 16 iniziative di più lungo periodo, che interessano anche i pilastri delle persone e della supply chain e della governance.

Industrie De Nora: il sentier è tracciato - Chiara Locati

Un rendering della gigafactory De Nora in costruzione a Cernusco sul Naviglio (Mi), progettata per essere a ridotto impatto ambientale

Quali obiettivi dovreste raggiungere grazie a queste iniziative?
Tra i nostri target chiave al 2030 abbiamo la riduzione delle emissioni di scopo uno e due del 50% e dell’intensità dello scopo tre del 52%. A questo proposito abbiamo fatto submission alla Science Based Target Initiative, per avere una validazione da parte loro. Ci siamo inoltre posti l’obiettivo di utilizzare al 100% energia rinnovabile, con uno step intermedio del 40% al 2026. Intendiamo farlo acquistando in parte energia rinnovabile certificata, e in parte producendola attraverso l’installazione di pannelli solari in tutti i nostri stabilimenti. Inoltre, da una parte siamo impegnati a sviluppare sempre di più i servizi circolari per i nostri clienti, ma abbiamo anche due obiettivi “numerici” sull’utilizzo dei metalli nobili, che rappresentano l’aspetto rilevante del nostro modello di business: da una parte abbiamo un target di riduzione del 4% di quelli presenti nei nostri prodotti entro il 2026, dall’altro entro il 2030 vogliamo che il 5% di quelli utilizzati sia riciclato. Possono sembrare piccole percentuali, ma questo è un processo che richiede tempo, che si concentra sui nuovi elettrodi lanciati sul mercato. Per quanto concerne poi il packaging, rappresentato in massima parte da scatole di legno, abbiamo l’obiettivo di utilizzare per il 40% legno riciclato entro il 2026 e di superare entro il 2030 l’80% di legno certificato deforestation free. Entro il 2027 intendiamo poi avere per ogni stabilimento tutte le certificazioni relative ad ambiente, salute, sicurezza e qualità dei prodotti. Infine, abbiamo una serie di obiettivi dedicati alla salute e sicurezza fisica e psicologica delle nostre persone. Quest’anno indicheremo anche il nostro target femminile per i nuovi assunti.

In effetti, la sostenibilità include anche un risvolto sociale e di benessere delle persone…
Le dico solo che il nostro dipartimento che si occupa della gestione del personale si definisce Porsch, ovvero People Organization Social Communication Happiness. Il che significa che ha tra i suoi compiti proprio quello di rendere felici coloro che lavorano in De Nora. Per fare un esempio, quest’anno è stato lanciato il progetto Include per formare i manager su una gestione inclusiva, che non ha riguardato solo le diversità di genere o culturali, ma anche come promuovere un sano equilibrio vita-lavoro e come valorizzare le differenze professionali. E al programma ha partecipato anche il nostro a.d., un segnale di quanto l’argomento sia tenuto in alta considerazione in azienda.

Nel 2024 si è tenuto il vostro primo Sustainability day, perché?
Abbiamo organizzato l’evento per presentare il Piano di sostenibilità al 2030 approvato a dicembre 2023. L’evento è stato l’occasione per raccontare la nostra strategia di sostenibilità e il nostro Action Plan a distanza di quasi un anno dall’approvazione, ed iniziare a rendere note le iniziative messe in campo ed i primi risultati conseguiti. Devo dire che siamo molto soddisfatti sia per la partecipazione degli investitori, stranieri compresi, sia per la presenza di clienti e fornitori, che abbiamo così potuto sensibilizzare sugli obiettivi che intendiamo raggiungere. In ultimo, devo dire che l’effetto è stato molto positivo anche internamente, nel senso che vedere il commitment dell’azienda a partire dai vertici e sentirsi coinvolti è servito anche per appassionare ulteriormente le nostre persone. È intervenuto il nostro Ceo e abbiamo spiegato al meglio gli obiettivi del piano, ma abbiamo anche tenuto una tavola rotonda sui trend di mercato e invitato un esperto di Bcg per riferire i risultati della Coop29. Dopodiché l’idea è stata quella di portare più persone possibile sul palco per mostrare come la sostenibilità non sia qualcosa di cui ci occupiamo in pochi da Milano, bensì una responsabilità quotidiana di tutti noi, ciascuno nelle proprie funzioni.

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