Chi ha qualche anno di troppo sulla groppa e ama le grandi automobili non può scordare la Bmw 2002 Turbo con il suo logo sulla calandra scritto al contrario proprio come sulle ambulanze. Il motivo? Semplice: chi lo vedeva raddrizzato nello specchio retrovisore doveva capire subito che doveva dare strada a cotanta purosangue. Era una geniale trovata di marketing, ovvio, che rende però l’idea di come il marchio tedesco si identifichi da sempre con la perfetta sintesi tra i concetti di sportività, eleganza e innovazione che sono anche i capisaldi della fede motoristica di Massimiliano Di Silvestre, presidente e amministratore delegato di Bmw Italia dal 1° agosto 2019. L’interlocutore ideale, dunque, per fare il punto sullo stato di salute del mondo delle quattro ruote. E non solo.
Come è nato il suo interesse per le auto?
Nella mia famiglia la passione per i motori è sempre stata imperante, con una predilezione particolare per le Bmw. Negli anni 70 e 80 abbiamo avuto in garage proprio una 2002, ma anche modelli della Serie 3 e della Serie 5. L’attrazione fatale è sempre stata per il “muso” delle Bmw e i loro occhi dall’espressione unica, inconfondibile, passionale. Quasi uno sguardo umano… Quindi per me essere in Bmw Italia è un privilegio che permette anche di scaricare a terra una passione che condivido con il fantastico gruppo di colleghe e colleghi.
Che cosa ha pensato nel 2001 quando ha attraversato per la prima volta il portone Bmw?
Che si stava realizzando un sogno. Ero emozionato, orgoglioso e felice. La sede italiana si era spostata tre anni prima da Palazzolo, vicino a Verona, a San Donato Milanese nel bellissimo edificio disegnato dall’architetto giapponese Kenzo Tange. Pensi che Gillo Dorfles, uno dei giganti dell’estetica e della critica d’arte in Italia e nel mondo, definì la nostra sede la…
L’intervista a Massimiliano Di Silvestre continua sul numero di Business People di giugno 2023
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