Non un obbligo, ma un’opportunità: la sostenibilità secondo Schüco

Così – spiega il direttore marketing per l’Italia, Francesco Benvin – l’azienda tedesca interpreta la sostenibilità, convinta che l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente rappresenti un motore di innovazione e crescita

Non un obbligo, ma un'opportunità: la sostenibilità secondo Schüco - Francesco BenvinEntrato in azienda nel 2011, Francesco Benvin è poi stato nominato direttore marketing ad agosto 2022. In precedenza ha maturato esperienza nel Gruppo Pam

L’intervista a Francesco Benvin è parte dello speciale

I Campioni della Sostenibilità 2025 di Business People


Schüco è sinonimo, a livello globale, di infissi e serramenti in alluminio innovativi e di qualità. E, in linea con la filosofia della casa madre tedesca, la sua filiale italiana, con sede a Padova, ha introdotto nella nostra Penisola un nuovo modo di progettare gli edifici, sia residenziali che business, dove resa estetica, comfort e sostenibilità ambientale sono valori imprescindibili. Non sorprende dunque, la decisione con cui il direttore marketing Francesco Benvin, dichiara a Business People: «La sostenibilità, per Schüco, è più di un dovere: è una responsabilità condivisa verso l’ambiente e le future generazioni ». Un “manifesto” che, aggiunge, «nasce da un impegno concreto che da oltre vent’anni guida ogni nostra scelta strategica. Investiamo costantemente in ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di creare soluzioni che coniughino bellezza architettonica, benessere abitativo e rispetto per l’ecosistema. Essere pionieri significa introdurre tecnologie che anticipano i bisogni delle generazioni future, trasformando la sostenibilità da obbligo a opportunità».

In linea con questa filosofia, Schüco Italia ha appena fatto certificare la propria Carbon Footprint: fino a che punto questo rappresenta un obiettivo raggiunto e in quale misura costituisce, invece, un punto di partenza?
Direi che la certificazione della Carbon Footprint riunisce entrambi gli aspetti. Rappresenta sia un traguardo che una base di partenza, un trampolino per nuove sfide. Misurare le emissioni dirette e indirette generate dalla nostra attività ci ha permesso di identificare con precisione le aree su cui intervenire, con l’obiettivo di innovare costantemente i processi e le pratiche aziendali. Questo è stato possibile grazie alla collaborazione con partner di eccellenza come Greenwich srl e all’audit dell’ente certificatore TÜV Italia, che garantiscono trasparenza e credibilità. È un primo passo verso il nostro obiettivo più ambizioso: la neutralità carbonica entro il 2040, che guiderà ogni nostro progetto futuro.

Per rispettare questa scadenza avete definito un percorso strategico definito Emissioni Zero. Quali sono le best practice previste per consolidare l’impegno per la sostenibilità dell’azienda?
Il nostro percorso strategico verso la Carbon Neutrality entro il 2040 è articolato e coinvolge tutti i livelli aziendali. Abbiamo definito una strategia, basata su azioni concrete e misurabili, per ridurre progressivamente le nostre emissioni dirette e indirette. Tra queste, citerei quattro diversi ambiti di intervento. Innanzitutto, la promozione dell’uso di alluminio riciclato, nel rispetto dei principi Cradle to Cradle (in italiano “dalla culla alla culla”, approccio alla progettazione di sistemi che consiste nell’adattare alla natura i modelli dell’industria, ovvero convertire i processi produttivi assimilando i materiali usati a elementi naturali, che devono quindi rigenerarsi, ndr). Il secondo lo definirei quello della “filiera responsabile”. Collaboriamo cioè con fornitori e partner che condividono i nostri valori, ottimizzando processi e riducendo l’impronta ambientale lungo tutta la catena di approvvigionamento. Terzo, incentiviamo l’uso di energie rinnovabili nei nostri processi aziendali e nella progettazione dei prodotti. Infine, puntiamo a sistemi domotici che contribuiscano al risparmio energetico dell’edificio. Queste best practice consolidano la nostra visione di un’innovazione in grado di armonizzare evoluzione tecnologica e rispetto ambientale.

Tra le altre cose, state definendo un piano di efficientamento della sede di Padova. Che tipo di interventi avete pianificato e per quando è previsto il completamento degli stessi?
La sede di Padova è al centro di un piano di efficientamento che include: l’installazione di impianti di illuminazione a Led integrati con sistemi domotici per ottimizzare l’uso della luce; la centralizzazione e digitalizzazione degli impianti di riscaldamento e raffrescamento, per ridurre i consumi energetici; lo sfruttamento di un impianto solare fotovoltaico costituito da 3.570 pannelli per una potenzialità complessiva di 600 kWp. Grazie a questi interventi, l’edificio è in grado di produrre oltre il 50% del fabbisogno energetico da fonti rinnovabili, risparmiando circa 170 tonnellate di CO2 ogni anno. Un ulteriore intervento di efficientamento è inoltre già pianificato per il 2025.

Schuco-Italia_Padova

La sede di Padova, sottoposta a un articolato piano di efficientamento

Il vostro percorso di attenzione all’ambiente è iniziato ormai circa 20 anni fa con il programma Energy2 applicato agli edifici. In questi arco di tempo avete davvero rilevato una maggiore consapevolezza sulla centralità di questo tema o percepite ancora un’attenzione più di facciata che di sostanza?
Abbiamo osservato una crescente consapevolezza sull’importanza della sostenibilità, sia tra i clienti finali che tra i nostri partner. Programmi come Energy2, basati su risparmio energetico e fonti rinnovabili, hanno contribuito a educare il mercato. Eppure, permangono aree in cui l’attenzione è più di facciata che di sostanza. È fondamentale continuare a educare e dimostrare con i fatti che innovazione e sostenibilità non sono scelte opzionali, ma requisiti indispensabili per il futuro.

A proposito di criticità: tra le iniziative messe in atto negli anni passati, quali sono stati i passaggi più difficili?
Le difficoltà principali sono emerse nel coinvolgimento della supply chain e nel passaggio a materiali più sostenibili come l’alluminio riciclato, che richiede un grande sforzo collaborativo con i nostri fornitori, soprattutto per la scarsa disponibilità di alluminio riciclato post-consumer. Inoltre, implementare cambiamenti strutturali in azienda, come l’adozione di tecnologie green, ha richiesto importanti investimenti e una vera e propria trasformazione culturale. Tuttavia, ogni sfida ha consolidato la nostra convinzione che la sostenibilità sia un motore di innovazione e crescita.

Nel campo dell’edilizia il tema dell’innovazione è da sempre centrale, e lo è diventato ancora di più negli ultimi anni. Per voi, in un nuovo progetto è più importante il coefficiente di innovazione del business che porta all’azienda o è più rilevante il ridotto impatto che esso avrà a livello sociale, economico e ambientale?
Innovazione e sostenibilità sono ormai inscindibili. Ogni progetto innovativo deve essere sostenibile per avere valore nel lungo periodo. Non vediamo l’innovazione come un obiettivo fine a sé stesso, ma come un mezzo per ridurre l’impatto ambientale e migliorare la qualità della vita. La vera innovazione è quella che garantisce vantaggi economici e sociali, riducendo al contempo l’impronta ecologica.

Le difficili congiunture economiche e geopolitiche internazionali potrebbero, secondo lei, mettere a rischio la rivoluzione green?
I rischi esistono, ma fermarsi non è un’opzione. La rivoluzione green non può essere rallentata da fattori contingenti: l’urgenza climatica richiede azioni immediate e coraggiose. Attraverso un approccio etico e virtuoso, vogliamo dimostrare che la sostenibilità è anche un’opportunità economica: la nostra sfida è renderla accessibile ed economicamente vantaggiosa per tutti. Solo così potremo accelerare questa rivoluzione e garantire un futuro prospero e responsabile.

Resta sempre aggiornato con il nuovo canale Whatsapp di Business People
© Riproduzione riservata