L’intervista a Marcello Cattani è parte dello speciale
I Campioni della Sostenibilità 2025 di Business People
Maggiore realtà industriale delle scienze della vita in Europa, secondo i dati elaborati dal WifOR Institute, Sanofi contribuisce al Pil del Vecchio continente per oltre 29 miliardi di euro (attraverso effetti diretti, indiretti e indotti), con un’intensità di R&S pari a quasi quattro volte l’obiettivo di investimento dell’Ue. In questo contesto, l’Italia ha un ruolo centrale, con i suoi tre stabilimenti strategici. Ma la multinazionale farmaceutica si distingue anche per il suo impegno sul fronte della sostenibilità, tanto da essersi guadagnata un posto nella Top 10 delle imprese più sostenibili al mondo secondo Time e Statista (è settima), prima in assoluto per il settore Pharma. Un riconoscimento importante per l’azienda, perché sancisce il successo della strategia intrapresa. Come spiega Marcello Cattani, presidente e a.d. Sanofi Italia e Malta, la chiave del successo è stata aver integrato «la strategia di sostenibilità alla strategia di business, a lungo termine. Ci poniamo l’obiettivo di costruire un mondo più sano», prosegue il manager, «garantendo l’accesso all’assistenza sanitaria, rispondendo a bisogni più ampi non ancora soddisfatti, riducendo al minimo l’impatto ambientale delle nostre attività e costruendo un ambiente di lavoro inclusivo per tutti i collaboratori. Sviluppiamo farmaci e vaccini per combattere malattie nuove o presenti aggravate dal cambiamento climatico e sosteniamo le comunità vulnerabili».
Quali sono i vostri obiettivi di sostenibilità ambientale?
Abbiamo già ridotto le emissioni di anidride carbonica del 25% tra il 2019 e il 2022. Inoltre, il 62% dell’elettricità utilizzata nei nostri stabilimenti proviene da fonti rinnovabili e puntiamo ad arrivare al 100% entro il 2030. Entro lo stesso arco temporale miriamo a raggiungere anche la neutralità delle emissioni di CO2, mentre da qui al 2027 elimineremo la plastica dai blister dei nostri vaccini. Tutto questo rientra nel nostro programma Planet Care, in cui prevediamo di investire 450 milioni di euro entro il 2030 per l’efficientamento energetico, la decarbonizzazione delle forniture energetiche, la circolarità delle risorse e la riduzione dell’estrazione di risorse naturali. L’azienda sta lavorando anche in altre direzioni, con l’obiettivo ambizioso di contribuire a creare sistemi sanitari sostenibili nel loro insieme.
Il concetto di sostenibilità ha anche un risvolto di tipo sociale e di tutela delle persone. Come si concretizza il vostro impegno su questo fronte?
La nostra cultura è basata su valori di diversità, equità e inclusione, essenziali per lavorare in profondità sull’aspetto sociale della sostenibilità. L’obiettivo di Sanofi è trovare terapie che funzionino per tutti. Per garantire che gli studi clinici possano coinvolgere comunità maggiormente diversificate e rappresentative di tutti i pazienti, abbiamo introdotto metriche sulla diversità e l’inclusione e organizzato corsi di formazione per i team di sperimentatori in tutto il mondo. Dal 2022 ci siamo strutturati con un Diversity, Equity & Inclusion Board che agisce a livello globale ed è composto da esperti esterni e dipendenti Sanofi, una novità assoluta per il settore. L’obiettivo è garantire a tutti la possibilità di lavorare in un ambiente in cui ognuno possa esprimere il meglio di sé. Investiamo sullo sviluppo di competenze ad alto valore aggiunto, con una logica di Long Learning Journey lungo tutto il percorso professionale delle nostre persone. Tra i tanti risultati di cui siamo orgogliosi c’è quello di essere stati tra i primi in Italia a ottenere la Certificazione nazionale sulla parità di genere e la certificazione Uni Iso 30415:2021, a conferma della responsabilità e della visione strategica nell’ambito dell’inclusione, della parità e dell’empowerment femminile. Sono molti i progetti che ci vedono impegnati, ma cito con piacere uno degli ultimi su cui abbiamo investito anche attraverso la nostra grande esperienza in oncologia. Mi riferisco a Cancer at Work, che si propone di conciliare le forme più gravi di malattia e fragilità con il lavoro e di sostenere coloro la cui vita è stata sconvolta da un tumore, direttamente o indirettamente.
In campo farmaceutico il tema della ricerca e dell’innovazione è da sempre centrale. Voi considerate anche l’impatto che esso avrà a livello sociale, economico e ambientale?
Quando parliamo di transizione non dobbiamo considerare solo quella energetica o ambientale ma anche quella della salute, perché queste transizioni hanno effetti sull’economia e hanno come comuni denominatori la ricerca, l’innovazione, la tecnologia e i dati. L’AI è fondamentale per la nostra strategia e contribuisce già in modo significativo al nostro progresso, nell’accelerare la drug discovery, migliorare la progettazione di studi clinici, rendere i processi di produzione e distribuzione dei nostri farmaci e vaccini più efficienti. In particolare, nel campo dell’Immunoscience, l’obiettivo è estendere i benefici della medicina di precisione a un numero crescente di pazienti, accelerando la scoperta e l’accesso di nuove soluzioni di salute. Essere la prima azienda del settore nell’utilizzo dell’AI su larga scala è un’ambizione che Sanofi ha affermato pubblicamente con decisione e coraggio, ribadendo contestualmente l’impegno a rispettare principi etici previsti dalla nostra organizzazione e promossi da importanti organismi internazionali, come l’Ocse. Nel nostro operare quotidiano al fianco di professionisti della salute e sanità, istituzioni e associazioni pazienti, è nostra ferma volontà contribuire a un approccio in cui utilizzo dei dati, etica e sostenibilità diventino leva di governance, miglioramento continuo e sostenibilità del nostro sistema sanitario. Proprio alla fine dello scorso anno, abbiamo siglato un accordo che non esito a definire pionieristico con Assolombarda e i sindacati, frutto della collaborazione con gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. È il risultato di un articolato lavoro svolto dall’Osservatorio digitale aziendale che ha monitorato l’impatto delle nuove tecnologie sulle modalità di lavoro e sta accompagnando i collaboratori verso questi nuovi strumenti di AI.
Che apporto potrà offrire l’AI anche in termini di competitività?
Siamo fra le prime aziende al mondo nel settore ad aver applicato e scalato l’intelligenza artificiale per accorciare i tempi di ricerca e sviluppo. E se oggi abbiamo la capacità di gestire miliardi e miliardi di terabyte di dati è perché in precedenza abbiamo investito. L’intelligenza artificiale sta già permettendo ai team di R&S Sanofi di accelerare la ricerca, di accelerare la scoperta di nuove molecole abbassando i costi e accorciando i tempi, rafforzare la medicina di precisione, migliorando l’identificazione dei target in immunologia, oncologia e neurologia del 20-30%. Ma sempre più è applicata anche in altri processi di business. Il settore farmaceutico, primo per saldo attivo tra import ed export con 158 miliardi di euro, è il mercato chiave in grado di supportare l’Europa nel superare la crisi di competitività sta attraversando. Abbracciando l’AI, l’Ue può posizionarsi come leader globale nel settore sanitario, garantendo l’accesso agli ultimi progressi medici per le generazioni future.
La strada verso un futuro sostenibile sembra ormai tracciata, ma i costi e la congiuntura economica internazionale stanno rallentando questo percorso.
Sono e resto un ottimista: vedo nelle persone che lavorano insieme a me la volontà di fare realmente la differenza e di sfidare ogni giorno i confini della scienza. I risultati raggiunti ci incoraggiano a fare di più e meglio, aiutati non solo dalla tecnologia ma anche da un sistema economico che veda nella salute un investimento e non un costo, che riconosca nel nostro settore un ruolo chiave per l’innovatività, la competitività e lo sviluppo del Paese. Lavoriamo affinché l’Italia definisca la priorità di una Life Sciences Strategy, basata su una collaborazione pubblico-privato più efficiente e che si traduca in migliori opportunità per rendere la Penisola più sicura, moderna, competitiva e recettiva.