Speriamo che sia femmina

Figlie di imprenditori, eredi di tradizioni che hanno saputo mantenere alto il nome e gli affari di famiglia. Tutte hanno imposto una narrazione di diverso genere rispetto a un passato in cui si privilegiava il passaggio di testimone esclusivamente al maschile

Speriamo che sia femmina© Shutterstock/generata con l'AI

Nascere in una grande famiglia imprenditoriale ha innegabilmente dei vantaggi, ma porta anche con sé la responsabilità di raccogliere e portare avanti l’attività. Un lavoro per niente semplice quando i propri genitori sono stati figure carismatiche, abili negli affari e note al grande pubblico. E la pressione, ancora oggi, è più forte se l’erede dell’azienda è una donna. Eppure nel nostro Paese non mancano esempi di brillanti “figlie di” che hanno dimostrato di saper gestire con successo il business di famiglia. In questo articolo ne abbiamo individuate alcune.

Thea Paola Angelini – Angelini Industries

Classe 1986, Thea Paola Angelini è la più giovane delle figlie dell’imprenditore Francesco Angelini, fondatore della multinazionale farmaceutica Angelini Industries. Entrata in azienda dopo la laurea in biologia cellulare e molecolare, ha presto rafforzato le sue competenze in management seguendo un programma di Executive Coaching in Business Administration, organizzato dalla Business School della Università Luiss Guido Carli di Roma. Oltre a esserne la socia di maggioranza, dal 2020 ricopre anche il ruolo di vicepresidente esecutivo del gruppo, che impiega circa 5.800 dipendenti e opera in 21 Paesi del mondo con ricavi complessivi per oltre 2 miliardi di euro. E per i prossimi cinque anni è previsto un investimento di 600 milioni sul fronte della tecnologia industriale.

Albiera, Allegra e Alessia Antinori – Marchesi Antinori

Forte di oltre 600 anni di storia, la Marchesi Antinori è ormai da tempo gestita da Albiera, Allegra e Alessia (in foto da sinistra), rispettivamente nei ruoli di presidente e vicepresidenti, ossia le figlie di quel Piero che negli anni 70 ha dato il via alla produzione del Tignanello, considerato il precursore del Rinascimento del vino italiano. I risultati raggiunti parlano chiaro: il 2023 è stato un anno di riconoscimenti internazionali, oltre che di crescita economica. L’azienda ha toccato i 245 milioni di euro di fatturato (di cui 142 di export) e ha acquisito la Stag’s Leap Wine Cellars, una delle realtà più importanti della Napa Valley, in California.

Marina Berlusconi – Fininvest

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Difficile competere con una figura istrionica come quella del padre Silvio, eppure Marina Berlusconi gestisce ormai da anni la holding delle imprese da lui fondate. Con la morte del padre, poi, ha ereditato, insieme al fratello Pier Silvio, le quote necessarie per divenire azionisti di maggioranza della finanziaria di famiglia (con il 53%). Presidente del Gruppo Mondadori dal febbraio 2003, è inoltre presidente di Fininvest e membro del consiglio di amministrazione di Mediaset. Dal 2008 al 2012 ha anche ricoperto la carica di consigliere d’amministrazione di Mediobanca. Nel giugno scorso è stata nominata Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Diana Bracco – Bracco

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Fondato nel 1927 da Elio Bracco, oggi il Gruppo Bracco è una multinazionale della salute leader mondiale nella diagnostica per immagini, con un fatturato consolidato che supera 1,7 miliardi di euro, oltre 3.700 dipendenti e un patrimonio di più di 2 mila brevetti. Diana Bracco ne è presidente e amministratore delegato dal 1999, ma già dal 1977 ricopriva il ruolo di direttore generale. È, inoltre, presidente e Ceo dell’Italian Diagnostics Center, membro del consiglio direttivo di Confindustria e dell’Advisory Board di “B20 Italy 2021”. In passato è stata vicepresidente della Camera di Commercio di Milano, di cui è tuttora membro del cda, e fa parte anche del cda dell’Università Bocconi di Milano.

Marina Caprotti – Esselunga

Designata, di fatto, dal padre per succedergli alla guida di Esselunga, Marina Caprotti negli anni ha dimostrato di saper gestire la società, comprese eventuali difficoltà, siano esse quelle comuni a tutto il comparto oppure specifiche dell’azienda. Esselunga, infatti, nonostante abbia dovuto versare ben 77,1 milioni di euro al fisco in seguito a un’indagine della Procura di Milano, ha chiuso lo scorso anno in crescita, con un margine operativo lordo di 622 milioni di euro e un risultato operativo di 240,3 milioni. Il 2023 ha segnato, inoltre, il debutto di un nuovo progetto, l’enoteca online. E il recente lancio di successo della collezione brandizzata #Esselove pare confermare che la vicenda giudiziaria non abbia affatto intaccato l’amore dei consumatori per l’insegna della Gdo.

Susan Carol Holland – Amplifon

Forse non tutti lo sanno, ma la nota azienda di apparecchi acustici, benché italiana a tutti gli effetti, è stata fondata da Algernon Charles Holland, ex ufficiale delle forze speciali inglesi. Il gruppo, che detiene una quota di mercato del 13% a livello globale ed è presente in 26 Paesi, è sì amministrato da un manager, Enrico Vita, ma il ruolo di presidente è ricoperto da Susan Carol Holland, ossia la figlia del fondatore. Entrata in consigli d’amministrazione nel 1988 e vicepresidente già dal 1993, la Holland ha un passato da logopedista e come assistente marketing in Amplisystem, divisione Personal Computer di Amplifon (1983 al 1991).

Federica e Paola Lucisano – Lucisano Media Group

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Sessantacinque anni di storia, quotato in Borsa dal 2014, Lucisano Media Group controlla tutte le attività di produzione cinematografica IIF-Italian International Film e le sale del circuito Italian International Movieplex. Una realtà centrale per l’audiovisivo italiano, alla guida della quale, nel ruolo di amministratore delegato, siede da vent’anni Federica Lucisano (a sinistra). Al suo fianco – oltre al padre Fulvio, fondatore dell’azienda, oggi presidente – c’è la sorella Paola (a destra), che nel ruolo di consigliere delegato si è dedicata ad ampliare il business aprendo la divisione Tv.

Emma Marcegaglia – Gruppo Marcegaglia

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Nota per essere stata la prima donna, nonché la più giovane, presidente di Confindustria (2008-2012), oltre che la prima donna nominata dal Governo alla guida di una partecipata pubblica – è stata presidente di Eni dal 2014 al 2020 – Emma Marcegaglia è ormai da anni al vertice dell’azienda siderurgica di famiglia fondata dal padre Steno nel 1959, che ha guidato con il fratello Antonio verso una crescita costante, consolidandone la posizione di leader del settore a livello italiano e internazionale. Secondo l’ultimo bilancio pubblicato, il Gruppo Marcegaglia Steel ha registrato un fatturato di 8,5 miliardi di euro, in crescita a doppia cifra rispetto all’anno precedente, con un Ebitda 727 milioni.

Marina Nissim – Bolton Group

Recentemente insignita del Premio EY L’Imprenditore dell’anno 2023, Marina Nissim, è la Chairwoman di Bolton Group, azienda familiare e multinazionale italiana fondata dal padre Joseph Nissim a Milano nel 1949. Il Gruppo, che genera un fatturato di oltre 3 miliardi di euro, detiene un portafoglio di 60 marchi ampiamente conosciuti, presenti nella grande distribuzione, nelle profumerie, in farmacia e nei negozi specializzati (tra cui Rio Mare, Wc Net, Borotalco, Chilly e Collistar). Nissim, che sin dai primi anni 2000 ha orientato le attività della società verso la sostenibilità, fa anche parte della Ceo Roundtable on Ocean.

Elisabetta, Antonella e Cristina Nonino – Gruppo Nonino

Insignite a maggio del Premio Guido Carli per il merito imprenditoriale, Antonella, Elisabetta e Cristina Nonino (in foto da sinistra) rappresentano la quinta generazione di distillatori dell’omonima azienda. Elisabettta, nel ruolo di a.d., si occupa della gestione del personale, della produzione e dell’acquisto delle materie prime. Cristina e Antonella sono, invece, consiglieri delegati. La prima detiene la delega per la produzione e per il commerciale e marketing Italia, mentre la seconda è responsabile della comunicazione, del mercato estero, del Borgo Nonino e del Premio Internazionale Nonino.

Miuccia Prada – Gruppo Prada

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Nipote di Mario Prada, è stata Miuccia Prada, insieme al marito Patrizio Bertelli, a trasformare l’azienda fondata dal nonno, inizialmente attiva nella produzione e nella vendita di accessori in pelle, in una delle più blasonate case di moda al mondo. Tenace e visionaria, da quando ne ha preso il controllo, nel 1978, ha apportato subito diverse innovazioni, arrivando anche a lanciare, nel 1993, il marchio Miu Miu, caratterizzato da uno stile più giocoso e provocatorio. Nei primi anni Duemila, affiancata da Bertelli, ha poi trasformato l’azienda in un polo del lusso acquistando marchi come Church’s, Car Shoe, Azzedine Alaïa e Genny.

Francesca Polti – Gruppo Polti

Da luglio 2022 Francesca Polti ricopre il ruolo di amministratore delegato e presidente del Gruppo Polti, importante player del mercato del piccolo elettrodomestico fondato nel 1978, a Olgiate Comasco, dal rappresentante di ferri da stiro professionali Franco Polti sulla scia di un’intuizione: produrre il primo ferro da stiro a vapore con caldaia per uso domestico, la Vaporella. Oggi l’azienda vanta oltre 200 brevetti e ha ampliato la sua gamma di prodotti non solo nell’ambito dello stiro e della pulizia. Nel 2023 ha infatti debuttato nel segmento Kitchen, lanciando la gamma di macchine da caffè espresso Polti Coffea, e nel Food & Beverage con Solo Caffè monorigine.

Isabella Seragnoli – Coesia

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Figlia di Enzo Seragnoli, fondatore di Coesia, azienda leader nel settore dell’imballaggio, ne ha assunto la gestione nel 2002, diversificando il gruppo e trasformandolo in una multinazionale con più di 8 mila dipendenti e un fatturato di oltre 2 miliardi di euro. Membro del consiglio di amministrazione di diverse società, tra cui UniCredit e Mediobanca, Isabella Seragnoli è anche molto attiva in campo filantropico. Nel 2003 ha dato vita alla Fondazione Isabella Seragnoli, che sostiene progetti in ambito sanitario, sociale e culturale, mentre risale al 2013 l’inaugurazione della Fondazione MAST a Bologna, un centro polifunzionale dedicato all’arte, alla tecnologia e alla creatività.

Veronica Squinzi – Mapei

Insieme al fratello Marco – professionalmente e culturalmente a lei complementare – Veronica Squinzi rappresenta la terza generazione alla guida della Mapei, azienda che rappresenta un’eccellenza italiana del settore manifatturiero. Con loro al timone la multinazionale ha raggiunto i 4 miliardi di fatturato, continuando a evolvere sulla strada già segnata dal padre Giorgio: ricerca & sviluppo, sostenibilità, internazionalizzazione e valorizzazione del capitale umano. Non a caso lo scorso anno la società ha presentato il suo primo Bilancio di sostenibilità a perimetro mondo e si è confermata tra i migliori datori di lavoro italiani.


Questo articolo è tratto da Leadership. Il femminile al plurale, inserto di Business People di luglio-agosto 2024. Scarica il numero o abbonati qui

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