Tecnosystemi: fedeli a noi stessi

Da sempre attenta alla sostenibilità e alle persone, l’azienda trevigiana dell’Hvac deve il suo successo al fatto di aver puntato su qualità e innovazione senza rinunciare alla propria identità di impresa familiare. Ce lo raccontano l’a.d. Anna Munari e il presidente Giorgio Rigoni

Tecnosystemi: fedeli a noi stessiAnna Munari, amministratrice delegata dell’azienda e suo marito Giorgio Rigoni, presidente, controllano Tecnosystemi

Qualità del prodotto, tanto lavoro e valori dai quali non si può prescindere. Sono queste le caratteristiche alla base di Tecnosystemi, azienda familiare leader nel campo del riscaldamento, ventilazione e aria condizionata (Hvac).

Un’impresa decisamente controcorrente, che ha scelto di investire subito nella sostenibilità (è una Società Benefit) e punta sul capitale umano. È guidata da Anna Munari, amministratrice delegata, e Giorgio Rigoni, presidente e responsabile dell’area Ricerca & Sviluppo. Proprio loro hanno spiegato a Business People i segreti del loro successo e quali i piani per il futuro.

La vostra è un’azienda made in Italy, familiare, indipendente, non quotata in borsa. Se vogliamo un po’ atipica. Come siete arrivati a ottenere i vostri risultati?
GR:
Per prima cosa, lavorando molto, con tanta creatività e tanta passione. Chiaramente quando un’azienda va bene, si vede dai bilanci. E gli investitori iniziano a corteggiarti. In questo momento noi siamo l’unica impresa europea di prodotti per la climatizzazione che non fa parte di nessun gruppo di acquisto.

Come mai questa scelta?
GR:
Siamo talmente legati alla nostra produzione e ai nostri valori, che non siamo affascinati da chi viene a fare shopping nel nostro Paese. Crediamo che realtà familiari italiane come la nostra debbano credere nella propria identità, perché la finanza ha già dimostrato di far perdere l’unicità. Noi siamo la dimostrazione che il lavoro paga sempre e che essere unici premia. Siamo l’esempio pratico che credere continuamente nella propria identità e nel made in Italy è una scelta vincente. Ovvio che il presupposto è aggiornarsi, stare attenti, innovare i processi e migliorarsi costantemente. I nostri concorrenti hanno preferito la strada della coalizione, ma noi puntiamo sulla collaborazione con tutta la nostra filiera, facendo squadra, migliorando la qualità del lavoro, integrando innovazione e formazione.

Tanto lavoro, ma sicuramente anche tanto coraggio. Su che cosa avete puntato nel vostro sviluppo aziendale?
AM:
Per quanto riguarda il mercato internazionale, c’è ancora molto da fare. Noi ci sentiamo forti, perché siamo un’azienda molto strutturata, inventiamo prodotti, e ci riteniamo all’avanguardia. L’idea è quella di rafforzare la nostra presenza sul territorio, sia come funzionari ma anche con la possibilità di nuove agenzie, e continuare a investire tantissimo sull’innovazione. Oltre alla parte esterna della vendita stiamo lavorando molto per creare un asse manageriale forte, perché le competenze verticali sono fondamentali per gestire il business. Oggi coraggio significa essere fedeli alla propria natura.

Il polo produttivo di Tecnosystemi a San Giacomo di Veglia, Vittorio Veneto (Tv), inaugurato lo scorso anno

State dicendo che arrivate prima degli altri, che alla fine prendono ispirazione dai vostri prodotti? Qual è il vostro segreto, a parte l’impegno e la creatività?
GR:
È molto semplice. Puntando molto sulla collaborazione con i clienti, sono loro che ci indicano le novità, le esigenze del mercato e i prodotti che vengono richiesti. Scopriamo così articoli che possono essere migliorati o che possono trovare nuove applicazioni. L’ascolto è fondamentale. È grazie all’ascolto che troviamo sempre le soluzioni. La nostra forza sta nel saper ascoltare, interpretare le esigenze e sviluppare prodotti innovativi, mantenendo sempre altissimi standard di qualità e i numeri ce lo confermano. Alcuni competitor fanno scelte diverse ma noi puntiamo sulla qualità del prodotto: siamo convinti che l’eccellenza valga l’investimento. E a dimostrarlo sono proprio i nostri clienti, che ci danno riscontri positivi e ci scelgono per la nostra affidabilità.

Il presidente degli Usa, Donald Trump, ha imposto dazi a Cina, Messico e Canada e potrebbe presto fare lo stesso con l’Unione Europea. Cosa prevedete per il vostro settore?
AM:
Nel 2022 abbiamo assistito a una grande speculazione sull’acquisto di materie prime. Un fenomeno che ci ha costretti a fare incetta di rifornimenti. La bolla post Covid si è un po’ resettata e oggi vediamo un mercato di acquisto di materie prime in discesa. Chiaramente l’imposizione dei dazi non aiuterà la circolazione delle merci e creerà nuovi aumenti speculativi. Sarà per noi fondamentale capire come andranno il rame, la lamiera e la plastica, quelle materie prime, insomma, che per l’industria italiana sono fondamentali. Credo che la grande forza delle imprese tricolori sia quella di non mollare e credere nel proprio business. Bisogna tenere duro e fare una politica oculata dei prezzi. Da parte nostra, continueremo ad applicare una politica che non guarda il fatturato, ma all’Ebitda (margine operativo lordo, ndr), perché se questo è forte si possono affrontare investimenti e strategie in termini di sostenibilità. Sappiamo che oggi la sostenibilità è un elemento premiante da parte del sostegno bancario, che apprezza molto le imprese in grado di collocarsi con piani strategici e bilanci di sostenibilità gestiti in modo concreto e non solo sulla carta.

Lo stabilimento di Tecnosystemi

Voi siete una società Benefit e avete puntato tantissimo sulla sostenibilità fin dall’inizio. Cosa ne pensate della polemica sulla possibile riformulazione del Green Deal?
AM:
Pensare che al 2030 le aziende potessero arrivare a eliminare completamente gli scarti di produzione in termini di inquinamento, forse era un po’ troppo ottimistico. Di certo, la soluzione non è cancellare le tematiche connesse alla sostenibilità, come pensa di fare Trump. La verità sta sempre nel mezzo. Per quanto ci riguarda, noi su due linee di prodotti abbiamo una certificazione Epd per l’etichettatura ambientale. Si tratta di due linee di articoli che sono il core business dell’azienda. Tecnosystemi sta investendo molto su quello che è la ricerca sia dei prodotti, sia della successiva etichettatura ambientale, perché in un’ottica futura dovremmo arrivare al punto che, nel settore a quale noi apparteniamo, sia il progettista a dettare i parametri di riferimento per l’acquisizione dei materiali. Le aziende che avranno la possibilità di offrire al mercato prodotti con etichettatura ambientale, cioè che dalla loro nascita alla loro fine dimostrino che nel loro ciclo di vita sanno certificare l’impatto della produzione della carbon footprint e di tutte le tematiche connesse, avranno sicuramente una marcia in più. La sostenibilità non deve essere solo una moda da cavalcare, ma un impegno costante che applichiamo ogni giorno, perché altrimenti rischiamo di creare solo bolle.

Il vostro è anche un esempio di imprenditoria civile. In fase di selezione del personale quali sono le qualità cui guardate maggiormente e quali requisiti chiedete a chi vuole entrare nella vostra squadra?
GR:
Sicuramente al primo posto c’è la condivisione degli stessi valori. Preferiamo una persona meno preparata ma in linea con la nostra vision, piuttosto che una altamente qualificata che poi lascia l’azienda per altre opportunità. Il senso di appartenenza è fondamentale.

A livello di welfare, quali sono le vostre iniziative per far sentire le persone parte dell’azienda?
GR:
Mettiamo in atto una gamma variegata di azioni a questo proposito. Due volte all’anno, organizziamo eventi conviviali qui in azienda per tutti i 170 dipendenti, dove ci si sente come in famiglia. Abbiamo inoltre avviato programmi di prevenzione e screening molto approfonditi, perché per noi la salute dei nostri dipendenti è di primaria importanza. Un’iniziativa molto apprezzata è stata l’erogazione di 1.000 euro annui, da spendere per le esigenze che può avere una famiglia, dai libri di scuola per i figli alla badante per i genitori. Pensiamo che oltre a chiedere il massimo, si debba anche saper dare.


Intervista pubblicata sul numero di Business People di marzo 2025. Scarica il numero o abbonati qui

Resta sempre aggiornato con il nuovo canale Whatsapp di Business People
© Riproduzione riservata