Da fabbrica dei sogni a tangibile realtà, l’industria dell’audiovisivo è costruita su materiali ben più solidi della celluloide (prima) e più concreti dei flussi digitali (oggi). Più fabbrica che sogno, la produzione anche di un breve filmato dà l’abbrivio a una macchina complessa in grado di generare ricadute importanti sui luoghi di produzione. Per gestire tali economie in Italia abbiamo le Film Commission, enti con finalità pubbliche la cui mission è attrarre e agevolare gli investimenti del settore sul territorio, per favorirne lo sviluppo ad ampio spettro, generare effetti a lungo termine su altre filiere connesse, iniziando un circolo virtuoso che ha tutte le caratteristiche per autoalimentarsi. Una delle eccellenze in questo senso nel nostro Paese è la Film Commission Torino Piemonte (Fctp), una fondazione senza scopo di lucro sostenuta principalmente dalla Città di Torino, dalla Regione Piemonte e da altri partner finanziari. Dal novembre 2021 ha eletto alla presidenza Beatrice Borgia, manager con una lunga esperienza in ambito internazionale, ma in un settore lontano dall’audiovisivo: le biotecnologie.
La scelta si è rivelata piuttosto felice, e dopo meno di tre anni al vertice, Borgia può sfoggiare numeri decisamente interessanti. Nel solo 2023 si contano di media quattro set al giorno in contemporanea, 1.300 giorni di riprese (+ 27% rispetto al 2022), 17 lungometraggi e 19 serie Tv (rispettivamente 16 e 12 nel 2022). «L’obiettivo della Film Commission Torino Piemonte», conferma Borgia, «non è solo culturale, ma fortemente industriale: consolidare e sviluppare una filiera molto dinamica e complessa, coinvolgendo numerosi stakeholder e favorendo la continuità operativa. Questo approccio permette di attrarre capitali e di generare impatti culturali e promozionali di ampia portata. La Fctp non si limita a supportare le produzioni, ma guida le strategie di sviluppo, puntando sulla qualità e la responsabilità delle produzioni audiovisive, con un forte orientamento verso l’internazionalizzazione».
Qual è il contributo della sua esperienza?
La mia esperienza nei settori MedTech e dei servizi di ingegneria informatica ha apportato valore alla mia presenza nella Film Commission, benché apparentemente lontana dal mondo dell’audiovisivo. Lavorare in settori altamente innovativi e competitivi mi ha permesso di sviluppare capacità di gestione di team multiculturali, di negoziazione con interlocutori internazionali e di definizione di strategie chiare e orientate agli obiettivi. Questo bagaglio mi ha consentito di introdurre un approccio più ampio e strategico alla Film Commission, focalizzandomi non solo sulla promozione del territorio, ma anche sull’attrazione di investimenti e produzioni internazionali. Lavorare in ambienti complessi mi ha permesso di trasferire competenze di gestione avanzata e di cross-fertilizzazione, portando nuove idee e prospettive al nostro lavoro. Tuttavia, è stato fondamentale poter fare leva su una struttura solida e fortemente verticale come quella della Fctp, che ha una lunga tradizione e competenze consolidate nel settore. La guida esperta del direttore Paolo Manera e il supporto dei colleghi del Cda hanno giocato un ruolo cruciale nel tradurre queste nuove idee in azioni concrete e mirate. Il lavoro di squadra e la sinergia tra queste competenze è stato essenziale. Un esempio di questo approccio è stato il coinvolgimento della Fondazione Compagnia di San Paolo nel finanziamento di un bando di sviluppo, un passo che ha posizionato la Fctp come un vero motore economico capace di gestire progettualità complesse e di incrementare la competitività a livello globale. Inoltre, grazie all’introduzione del bilancio sociale, ispirata dalla mia esperienza in settori industriali, siamo riusciti a presentare i risultati in modo trasparente e misurabile, evidenziando concretamente il valore che le nostre attività generano sul territorio.
Qual è l’innovazione di maggiore impatto che ritiene di aver portato alla Fctp?
Essere uscita dalla mia zona di comfort e operare in un settore diverso da quello di mia appartenenza mi ha permesso approcciare la Fctp con uno sguardo innovativo. Storicamente, la Film Commission ha risposto principalmente alle richieste del mercato. La nostra sfida è stata cambiare questo paradigma, passando da un ruolo di facilitatore a quello di partner strategico, guidando attivamente l’attrazione di capitali e produzioni sul territorio. Abbiamo fondato il nostro operato su tre pilastri: qualità, responsabilità e internazionalizzazione. La qualità è diventata un elemento centrale: in un contesto in cui la domanda di contenuti è in costante crescita, è essenziale garantire prodotti di alto livello. La responsabilità, invece, si estende oltre gli aspetti ambientali e sociali, includendo anche la sostenibilità economica delle produzioni che supportiamo. Infine, l’internazionalizzazione non si limita ad attrarre produzioni straniere, ma punta anche a promuovere progetti italiani in grado di rivolgersi a un pubblico globale. Questo approccio risponde alle nuove modalità di fruizione dei contenuti, dove la capacità di dialogare con un’audience internazionale è una chiave di successo. Un’altra leva innovativa che abbiamo fortemente sviluppato è il nostro Fondo per lo Sviluppo, che funziona come un incubatore per nuovi talenti e progetti nel settore audiovisivo, finanziato interamente dalla Compagnia di San Paolo. Grazie a questo fondo, Fctp non solo supporta progetti già affermati, ma si spinge oltre, stimolando la nascita di nuove idee. In questo modo possiamo influenzare direttamente i contenuti, selezionando e sviluppando progetti che riteniamo cruciali per il futuro del settore e per il territorio.
Esiste una rete tra Film Commission in Italia per creare sinergie territoriali?
Il rapporto con le altre Film Commission italiane è molto stretto e Torino, essendo la prima nata in Italia, spesso funge da modello. Partecipiamo a eventi internazionali in qualità di rete nazionale, poiché per molti interlocutori esteri l’Italia è percepita come un unico sistema. Questo ci spinge a parlare con una voce comune, mantenendo però le unicità e peculiarità del nostro territorio. L’Italia è una location molto apprezzata nel mondo dell’audiovisivo. Produzioni di alto livello scelgono sempre più spesso il nostro Paese come set. Per il Piemonte questo rappresenta un’opportunità straordinaria. Abbiamo sviluppato una rete di professionisti e aziende altamente qualificate, rendendo il nostro territorio un’opzione attraente per chi cerca non solo splendide location, ma anche un sistema produttivo efficiente. Questo si riflette nel nostro slogan: With us, you can travel light. Sul territorio forniamo tutto il necessario per la realizzazione di un film, permettendo alle produzioni di ridurre il carico logistico e focalizzarsi sulla creatività, creando così una situazione vantaggiosa per tutti. Le produzioni ottengono significativi vantaggi economici, mentre il territorio ha l’opportunità di sviluppare una filiera sempre più qualificata, generando importanti ricadute economiche.
Cosa significa aver prodotto un bilancio sociale per la prima volta in una Film Commission?
Uno dei risultati di cui sono più orgogliosa di questi tre anni di mandato è stato il rilascio del primo bilancio sociale della Fctp, un traguardo pionieristico per una Film Commission in Italia. Non è stata un’impresa semplice, poiché richiede una rendicontazione accurata da parte di tutti gli attori coinvolti, ma ha segnato un cambiamento culturale fondamentale nella gestione dei dati e della trasparenza. Questa rendicontazione ci ha permesso di mostrare concretamente l’impatto economico delle nostre attività: ogni euro investito genera un ritorno di circa 20 volte, come certificato dall’Università di Torino. È stato particolarmente gratificante riscontrare, grazie a questo lavoro, un aumento del 30% del numero di giornate di ripresa, con un conseguente impatto economico positivo, in gran parte trainato dalla crescita continua delle serie televisive e a sorpresa degli spot pubblicitari. Quali sono state le maggiori opportunità? Il settore delle serie televisive ha registrato una crescita significativa, mantenendo però anche una forte presenza di lungometraggi. Numerosi progetti sono stati selezionati nei principali festival internazionali come Cannes, Berlino, Locarno e Venezia, a testimonianza della qualità del lavoro svolto. Solo lo scorso anno due titoli – Ferrari e Lubo – sono stati selezionati in concorso alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. La Fctp si conferma oggi un punto di riferimento solido nel panorama audiovisivo, pronta a cogliere le sfide del futuro e a rafforzare sempre più il legame tra cultura, economia e territorio.
Intervista pubblicata sul numero di Business People di novembre 2024. Scarica il numero o abbonati qui
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