Verona? No, Disneyland

La nuova avventura è un albergo (con le stanze a tema) da 50 milioni di euro. Prima Giulio Bonizzato gli hotel li costruiva per gli altri. Oggi, dopo aver fiutato l’affare del business travel e del turismo nel distretto dei parchi divertimento, ha realizzato una struttura che funziona come una vera agenzia di viaggi. «È da qui che deve ripartire l’economia italiana»

Giulio Bonizzato, 43 anni, veronese doc ed esponente di una nota famiglia di imprenditori delle costruzioni, ha le idee molto chiare sul futuro dell’economia italiana. Secondo lui, per essere ancora vincente sui mercati internazionali, il sistema produttivo del nostro paese dovrebbe abbandonare per sempre molte attività dell’industria pesante, a cominciare da quelle del “tormentato” settore automobilistico, che ha ormai ben pochi margini di crescita. L’unica miniera d’oro del made in Italy, a detta di Bonizzato, oggi è rappresentata dalla cultura e dalle tradizioni della Penisola, oltre che dalle sue bellezze artistiche o naturali. Detta così, sembra una provocazione. Ma l’imprenditore scaligero, sei anni fa, ha voluto dimostrare le sue tesi passando dalle parole ai fatti. Durante un’escursione nella zona del lago di Garda, che da buon veronese conosce a menadito, Bonizzato notò l’esistenza di un ampio terreno «abbandonato a se stesso», a cavallo tra i comuni di Peschiera e Lazise, in una posizione «super strategica», cioè a 900 metri di distanza dalle rive del lago e soltanto a 300 metri da Gardaland, il parco dei divertimenti più popolare e rinomato d’Italia. Volle il caso che il piano regolatore avesse già da tempo destinato a quell’area un uso esclusivamente alberghiero. Fu così che Bonizzato e la sua famiglia, titolari dell’omonimo gruppo delle costruzioni che ha un giro d’affari di oltre 100 milioni di euro all’anno, fiutarono immediatamente il business.Su quel terreno fecero nascere l’Hotel Parchi del Garda, una megastruttura a quattro stelle, aperta dal 29 aprile scorso e attiva 365 giorni all’anno, con 218 camere e 15 suite. «Abbiamo investito una cifra notevole, nell’ordine di 50 milioni», dice Bonizzato, «partendo però da un’idea imprenditoriale molto semplice e intuitiva». La parte occidentale della provincia di Verona, oltre a essere una meta turistica di rilievo internazionale grazie ai suoi paesaggi incantati, è infatti anche il più grande distretto italiano dei parchi di divertimento: assieme a Gardaland, per esempio, ci sono il Movieland Park di Lazise (ex Canevaworld), ispirato al mondo del cinema, lo zoo safari Natura Viva di Bussolengo o il Jungle Adventure di San Zeno di Montagna, dedicato agli amanti dell’avventura. Senza dimenticare altre attrattive un po’ meno conosciute al grande pubblico come il giardino naturalistico Sigurtà, a otto chilometri da Peschiera e il Museo Nicolis di Villafranca, dedicato all’auto, alla tecnica e alla meccanica. È una sorta di Disneyland all’italiana, quella sviluppatasi in provincia di Verona, che l’anno scorso ha retto egregiamente ai contraccolpi della crisi. Nell’estate del 2009, durante la stagione turistica meno fortunata dell’ultimo trentennio, in molti parchi del distretto veronese il numero di visitatori è cresciuto infatti di ben il 20%, mentre i grandi colossi internazionali del settore dell’intrattenimento, come la Walt Disney Entertaiment and Resort, facevano registrare un calo degli utili superiore al 40%. In totale, le persone che si recano ogni anno sulle rive del Garda per visitarne i parchi sono circa 5 milioni, più di quelle che frequentano il Colosseo, il Palatino e i Fori Imperiali di Roma messi assieme. Questo “oceano” di turisti, però, ancora oggi trova ad accoglierli un sistema alberghiero molto frammentato, con tante piccole strutture ricettive, spesso a conduzione familiare e non sufficientemente organizzate. «Per questo», dice Bonizzato, «abbiamo voluto creare un hotel che non si limitasse soltanto a offrire i semplici servizi di pernottamento e di ristoro». Il Parchi del Garda si propone piuttosto come tour operator a 360 gradi, che vende pacchetti-vacanze preconfezionati, investe nel marketing e svolge numerose attività di promozione all’estero. È proprio al di fuori dei confini nazionali, secondo l’imprenditore veronese, che si gioca il futuro del turismo italiano, soprattutto in determinate aree. «Me ne sono reso conto nel corso dei miei numerosi spostamenti di lavoro», racconta Bonizzato, «durante i quali ho potuto verificare, con grande sorpresa, che in molte nazioni straniere il Garda è pressoché sconosciuto». Fatta eccezione per i tedeschi, nel Vecchio Continente il più grande lago italiano resta ancora un oggetto misterioso. Lo è, pe esempio, per le popolazioni scandinave e soprattutto per quelle dell’Europa dell’Est, dalla Slovenia all’Ungheria sino all’Ucraina, dove nell’ultimo ventennio si è indubbiamente affermata una classe media che ama viaggiare e divertirsi.Si tratta dunque di un bacino di utenza che, per il distretto dei parchi veronesi, può rappresentare una vera e propria miniera d’oro «anche perché, grazie all’esplosione dei trasporti aerei low cost, la nostra regione è raggiungibile facilmente e con pochi soldi anche da chi abita a migliaia di chilometri di distanza». Paradossalmente, oggi si impiega spesso meno tempo per arrivare a Verona da Copenaghen o da Kiev che non da Torino, Milano o dalle maggiori città del Centro-Nord Italia. Questa rivoluzione dei trasporti ha fatto esplodere negli ultimi anni il turismo “mordi e fuggi”.E ha fatto crescere negli alberghi anche la quota della clientela business, che, come sottolinea Bonizzato, offre ai grandi hotel una duplice opportunità. Innanzitutto, permette loro di rimanere attivi in diverse stagioni dell’anno e non soltanto nel periodo estivo, in cui si concentrano gli spostamenti del popolo dei vacanzieri. Inoltre, chi partecipa a convegni richiede di solito una gamma di servizi tipica di una struttura come quello fondato dal costruttore veronese: un’ampia disponibilità di camere, elevati standard tecnologici basati sulle prenotazioni via Internet e la vicinanza, per il tempo libero, a mete turistiche di pregio. La Disneyland all’italiana, dunque, rappresenta una meta di indubbio interesse anche per i businessman e per le loro famiglie. Per questo, Bonizzato ha pensato bene di dotare il nuovo hotel di molte stanze “a tema”, con un arredamento ispirato alle attrattive circostanti, come le avventure Safari del Parco Natura Viva o il Galeone dei Corsari di Gardaland, oppure le scenografie hollywoodiane di Movieland Park. Disneyland, insomma, è entrata anche in camera. «Nelle nostre strutture, abbiamo dedicato una particolare cura a ogni dettaglio puntando sul comfort e l’intrattenimento, senza però trascurare l’impatto ambientale delle costruzioni sul paesaggio circostante». È una scelta che, secondo l’imprenditore scaligero, dovrebbero compiere anche molti suoi colleghi del settore delle perché oggi, in Italia (un paese in cui il 70% delle famiglie ha una casa di proprietà), far soldi con l’edilizia residenziale di media e bassa qualità è diventato sempre più difficile. Bisogna dunque puntare sul turismo e sui servizi ad alto valore aggiunto, dove il made in Italy ha ancora molte carte da giocare. La bolla immobiliare americana e la montagna di carta che le banche d’affari le avevano costruito attorno (fatta di strumenti finanziari derivati) ha portato alla riscoperta dell’economia reale, legata alle bellezze del territorio e alle tradizioni culturali dei vari paesi. Un’economia che sembrava passata di moda, ma che Bonizzato ebbe la fortuna di riscoprire in anticipo quasi 10 anni fa. Nel 2001, dopo aver vissuto per un lungo periodo in America lavorando in alcune importanti case d’investimento, preferì far ritorno nella sua Verona, per dedicarsi alle attività dell’azienda di famiglia. Far soldi con i soldi, come hanno fatto molti esponenti della comunità di Wall Street, non era il suo mestiere. Oggi, a Bonizzato bastano i risultati ottenuti dal suo Hotel Parchi del Garda: un fatturato attorno ai 2 milioni di euro nei soli primi due mesi di attività.

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