Fondazione Brancaccio Onlus al via

Da una parte la gestione del patrimonio immobiliare i cui ricavi mettere a disposizione dei cittadini romani in difficoltà, dall’altra la nascita di un omonimo brand culturale capace di catalizzare l’attenzione, attraendo risorse e producendo valore per gli obiettivi statutari. Questo e molto altro nelle parole del direttore generale, Francesco Gesualdi

Fondazione Brancaccio Onlus al via - Francesco GesualdiOggi d.g. della Fondazione Brancaccio, in passato Gesualdi è stato, tra le altre cose, d.g. dell’Ail, oltre che segretario generale della Regione Lazio, presidente di Cinecittà Cinema e d.g. di Cinecittà Holdingfoto © Cosimo Sinforini

Era il 28 maggio 2021 quando, a seguito del lascito testamentario della principessa Fernanda Ceccarelli, ultima erede di un’antica famiglia nobile napoletana trasferitasi a Roma nell’Ottocento, veniva costituita la Fondazione Marcantonio Brancaccio Onlus. Scopo della Fondazione è aiutare e fare beneficenza a favore dei cittadini romani bisognosi, non a caso come presidente viene designato di volta in volta il sindaco della Capitale in carica. Per raggiungere l’obiettivo il patrimonio a disposizione è prevalentemente immobiliare.

Da qualche mese è stato nominato il nuovo direttore generale, Francesco Gesualdi, già segretario generale della Regione Lazio e d.g. dell’Ail (Associazione italiana contro le leucemie). La sua esperienza potrà essere molto utile nel lavoro per poter entrare nel Registro del Terzo Settore e nel portare avanti le attività di raccolta fondi per accrescere il potenziale di risorse da destinare allo scopo della Fondazione. A dicembre 2024 è stato anche nominato il nuovo Cda, composto dal presidente Roberto Gualtieri, dal vicepresidente Gianluca Luongo e da Ilaria Piccolo. La squadra è pronta per attuare il Piano di sviluppo della Fondazione.

Ad anni dalla sua creazione, qual è lo stato dell’arte della Fondazione Brancaccio?
La Fondazione è stata costituita nel 2021, ma fino al luglio 2022 è stata gestita con una curatela del tribunale in applicazione del testamento della principessa Brancaccio. Oggi si trova in una fase di avvio delle attività, tese a dare nuovo slancio alle proprie iniziative istituzionali per perseguire gli obiettivi statutari.

Qual è il patrimonio su cui potete contare per raggiungerli?
Da una parte stiamo avviando delle attività di beneficenza con gli avanzi di gestione del patrimonio immobiliare, dall’altra metteremo sempre più a frutto la gestione dello storico Palazzo Brancaccio, e delle altre proprietà, che ne costituiscono la parte portante, a cui vanno aggiunti alcuni esercizi commerciali in via Merulana e dei terreni in provincia di Roma. Quando parliamo del Palazzo Brancaccio, parliamo di una delle residenze principesche più grandiose di Roma, i cui spazi sono destinati in parte per uso abitativo o per uffici, ma soprattutto il Palazzo è una sontuosa location per eventi di altissimo livello, anche istituzionali (ha ospitato incontri del G7 e della Banca d’Italia), con un meraviglioso giardino che si presta anche a ricevimenti privati. Allo stesso tempo abbiamo costituito un comitato per definire meglio in che direzione erogare le risorse.

In che senso?
Nel senso che la Principessa ha lasciato direttive precise per l’erogazione degli aiuti, che devono essere destinati a cittadini romani temporaneamente in difficoltà, senza la mediazione di altre organizzazioni presenti sul territorio. Con il Comitato di beneficenza – composto dalle ex deputate Livia Turco e Maria Pia Garavaglia, e dal’ex presidente emerito della Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli – dovremo individuare i criteri di attuazione e le modalità per erogare le risorse. Allo stesso tempo, stiamo avviando le procedure per l’assunzione della qualifica di ente del Terzo Settore, al fine di poter mettere in moto delle attività di raccolta fondi e beneficiare di un regime fiscale ad hoc e di tutta una serie di agevolazioni volte a incoraggiare e attrarre donazioni e investimenti.

So che avete stilato un programma a medio termine lungo un arco di tre anni, quali sono gli step?
Coerentemente con la fase di startup in cui ci troviamo, abbiamo deciso di iniziare da quattro diverse aree di intervento, ovvero la formazione di una organizzazione interna, la strutturazione di un progetto sociale, il riposizionamento strategico della Fondazione e la creazione di alleanze. In sintesi, intendiamo: darci una struttura interna molto snella per seguire le varie aree d’azione individuate dallo statuto, compresa quella amministrativa; stilare un piano operativo strategico per avviare le attività di beneficenza; stringere alleanze strategiche per l’avvio di sinergie con altri soggetti pubblici e privati; e lavorare perché la Fondazione diventi un pilastro nella lotta della povertà e all’emarginazione sociale, soprattutto a Roma.

Muovendovi in quale direzione?
Quella di fare diventare Fondazione Marcantonio Brancaccio Onlus un vero e proprio brand, un nome prestigioso capace di attrarre e siglare iniziative culturali da ospitare al suo interno, che possano generare risorse da destinare agli scopi statutari. Vorremmo attrarre tutto un indotto per ospitare attività convegnistiche e di spettacoli culturali con l’obiettivo di devolverne i ricavi in solidarietà e beneficenza.

Il sindaco di Roma è il vostro presidente, c’è una connessione privilegiata con il Comune?
La presidenza è una carica stabilita per statuto, ma la Fondazione non ha alcuna connessione con il Comune, né finanziaria né organizzativa: risponde al diritto totalmente privatistico. Certo, da parte nostra c’è molta attenzione verso la carica del primo cittadino e vogliamo lavorare per raggiungere i nostri obiettivi nel miglior modo possibile. Per esempio, abbiamo già iniziato a dialogare con i vari municipi della città per poter individuare le situazioni più difficili nell’area romana.

Mi par di capire, quindi, che è soprattutto presso i privati che volete andare ad attingere risorse e avviare attività. Un profilo che si ritaglia perfettamente alla sua precedente esperienza di direttore generale di Ail (Associazione italiana per la lotta alle leucemie), così come al suo ruolo di ex segretario generale della Regione Lazio.
Certamente, intendiamo collaborare sia con soggetti privati ma anche con le istituzioni: non ci poniamo limiti. Aumentare e qualificare la visibilità e il prestigio della Fondazione Brancaccio, in un’ottica di crescita economica da devolvere alle attività statutarie, è prioritario. E intendo mettere a frutto tutto la mia esperienza maturata anche a Cinecittà. Per questo a breve avvieremo una campagna a livello regionale per comunicare anche all’esterno che siamo più che mai pronti a concretizzare finalmente lo scopo per cui la Fondazione è nata.


Intervista pubblicata sul numero di Business People di marzo 2025. Scarica il numero o abbonati qui

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