Save the Duck: innovazione e sostenibilità nella moda

Il brand italiano ha in qualche modo rivoluzionato l'abbigliamento outerwear con prodotti 100% animal-free, coniugando etica e performance

Save the Duck: innovazione e sostenibilità nella modaPhoto by Claudio Lavenia/Getty Images

Nel panorama della moda contemporanea, l’attenzione verso la sostenibilità e l’etica nella produzione è diventata centrale. Un esempio emblematico di questo cambiamento è rappresentato da Save the Duck, marchio di moda italiano che ha saputo distinguersi per la sua filosofia 100% animal-free e per l’innovazione nei materiali utilizzati.

Fondato nel 2012 da Nicolas Bargi, il brand ha rapidamente guadagnato una posizione di rilievo nel settore dell’outerwear, offrendo prodotti che combinano rispetto per l’ambiente, alta qualità e design contemporaneo.

Origini e filosofia del brand

Save the Duck nasce con l’obiettivo di creare capi d’abbigliamento che rispettino gli animali, l’ambiente e le persone. Il nome stesso, traducibile come “Salva l’anatra”, riflette l’impegno del brand nel realizzare prodotti senza l’utilizzo di materiali di origine animale. Questa scelta etica si concretizza nell’adozione di materiali innovativi come il Plumtech, un’imbottitura sintetica che riproduce le caratteristiche della piuma d’oca, garantendo leggerezza, calore e traspirabilità senza compromettere il benessere animale.

La missione di Save the Duck si estende oltre la semplice produzione di capi d’abbigliamento. L’azienda si impegna attivamente nella promozione di un modello di business sostenibile, ponendo al centro valori come il rispetto per gli animali, la tutela dell’ambiente e la responsabilità sociale. Questo approccio ha portato il brand a ottenere, nel 2019, la certificazione B Corp, riconoscimento assegnato alle aziende che soddisfano elevati standard di performance sociale e ambientale, trasparenza e responsabilità legale.

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L’assetto societario

Nel 2022 Save the Duck ha annunciato un’importante evoluzione nella sua struttura proprietaria con l’ingresso di Reinold Geiger e André Hoffmann, rispettivamente Presidente esecutivo e Ceo della multinazionale L’Occitane International S.A., come azionisti di maggioranza. I due imprenditori-manager, già presenti nel capitale dell’azienda con una quota di minoranza, hanno acquisito l’80% del capitale attraverso le società Société D’Investissements Cime S.A. e Anatra Investments Limited.

Il restante 20% rimane nelle mani del fondatore e Ceo Nicolas Bargi, che conserva tutte le deleghe operative. L’operazione ha segnato una nuova fase di sviluppo per Save the Duck, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente il brand a livello internazionale. «Sia io che Reinold Geiger siamo lieti di collaborare con Nicolas Bargi e il suo team per portare Save the Duck al successivo livello di crescita su scala globale», ha dichiarato André Hoffmann. Reinold Geiger ha sottolineato l’importanza della sostenibilità nel piano di espansione, evidenziando come sotto la gestione di Progressio Sgr, precedente azionista, l’azienda abbia raddoppiato il fatturato. La nuova proprietà intende proseguire su questa traiettoria, rafforzando il posizionamento Esg del marchio.

Save the Duck: innovazione e sostenibilità nella moda

Da sinistra, Nicolas Bargi, Reinold Geiger e André Hoffman

Il business di Save the Duck

Dalla sua fondazione, Save the Duck ha registrato una crescita costante, sia in termini di fatturato che di presenza sul mercato internazionale. Nel 2024, l’azienda ha raggiunto un fatturato di 72 milioni di euro, segnando un incremento del 12% rispetto all’anno precedente. Il 75% di questo fatturato proviene dall’export, con gli Stati Uniti che rappresentano il 20% delle vendite e il Giappone il 5%. L’area Dach (Germania, Austria e Svizzera) copre il 18% del business, nonostante una flessione del 15% registrata in Germania.

Nicolas Bargi, Ceo e fondatore del marchio, ha delineato obiettivi ambiziosi per il futuro, puntando a raggiungere un fatturato di 200 milioni di euro entro i prossimi cinque anni. Per conseguire questo traguardo, l’azienda prevede un equilibrio tra retail e online, attualmente rappresentanti il 15% del fatturato, e il canale wholesale, con l’obiettivo di raggiungere una distribuzione 50-50. Inoltre, si valuta la possibilità di una futura quotazione in Borsa e l’acquisizione di aziende complementari al business di Save the Duck.

Strategie di mercato e collaborazioni

Per ampliare la propria presenza globale, Save the Duck ha intrapreso diverse iniziative strategiche. Recentemente, il brand ha annunciato l’ingresso nel mercato cileno e lo sviluppo in Turchia, dove un partner locale ha aperto quattro negozi negli ultimi due mesi, con ulteriori due aperture previste nel 2025. In Giappone, dopo aver costituito la società Save The Duck Japan Inc. in joint venture con Teijin Frontier K.K., l’azienda sta pianificando l’apertura di un flagship store a Tokyo, consolidando così la propria presenza nel mercato asiatico.

Negli Stati Uniti, Save the Duck ha registrato una crescita del 25% anno su anno, confermando le aspettative e rafforzando la propria posizione nel mercato nordamericano. Parallelamente, l’azienda continua a sviluppare collaborazioni strategiche, come quella con Acbc per la produzione di sneakers in co-branding, ampliando così la propria offerta di prodotti sostenibili.

Innovazione e sostenibilità

L’innovazione è un pilastro fondamentale della filosofia di Save the Duck. L’azienda investe costantemente nella ricerca di materiali e processi produttivi sostenibili, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale dei propri prodotti. Un esempio significativo è l’adozione del Digital Product Passport, sviluppato in collaborazione con Certilogo, che consente ai clienti di tracciare l’intero ciclo di vita dei capi, promuovendo la trasparenza e l’economia circolare.

Attraverso la scansione di un QR code presente sull’etichetta interna dei prodotti, gli utenti possono verificare l’autenticità del capo e accedere a informazioni dettagliate sulla filiera produttiva. Inoltre, Save the Duck ha avviato una collaborazione con Humana People to People Italia, organizzazione non profit attiva nella raccolta e valorizzazione di abiti usati. Questa partnership permette ai clienti di donare facilmente i propri capi Save the Duck pre-owned, contribuendo a progetti di sviluppo sostenibile e solidarietà sociale.

Sviluppo del prodotto e diversificazione

Oltre alla produzione di piumini per uomo, donna e bambino, il brand ha ampliato la propria offerta con collezioni per le stagioni più calde, come la linea Smart Leisure, che combina leggerezza e traspirabilità. Il piumino Save the Duck 100 grammi è un esempio di prodotto versatile, ideale per climi variabili e molto apprezzato dai consumatori.

L’azienda ha inoltre avviato collaborazioni con designer e realtà sostenibili per offrire collezioni esclusive, disponibili anche in store selezionati e negli outlet Save the Duck, che permettono ai clienti di accedere a prodotti a prezzi vantaggiosi senza rinunciare alla qualità e all’etica produttiva. L’attenzione alla circolarità si riflette anche nelle iniziative dedicate al second-hand e al riciclo dei materiali, elementi fondamentali della strategia aziendale per ridurre l’impatto ambientale e allungare il ciclo di vita dei prodotti.

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