Ventisei miliardi di euro di investimenti per raggiungere l’obiettivo zero emissioni. È quanto prevede il Transition Plan di Snam, appena presentato dall’amministratore delegato dell’azienda, Stefano Venier, insieme alla presidente Monica de Virgiliis. Il piano di Snam, hanno delineato i due manager, prevede “una roadmap, costruita dal basso, che declina un insieme molto puntuale di azioni”.
Oltre ai 26 miliardi di investimenti, previsti fino al 2032, Snam si impegna a una decarbonizzazione totale delle proprie infrastrutture, oltre che una riduzione dell’impatto sulla natura di impianti e gasdotti. La prima parte di finanziamenti da 11,5 miliardi è prevista per l’arco di tempo tra il 2023 e il 2027, come da piano strategico: “Sarà dedicata a completare quel percorso di messa in sicurezza del sistema energetico nazionale perché senza sicurezza non c’è transizione energetica”, ha spiegato l’a.d..
Nel quinquennio successivo, l’ammontare totale di investimenti – 14,5 miliardi – sosterrà l’evoluzione del sistema energetico e assicurerà il riutilizzo delle infrastrutture verso un sistema multi-molecola dal biometano al SoutH2 Corridor, cioè la rete di trasporto dell’idrogeno dal Nord Africa all’Europa lunga 3.300 chilometri. Sono state pianificate, inoltre, l’installazione di compressori elettrici nelle centrali, con interventi da 2 miliardi, e le novità relative alla Ccs, quindi la cattura e lo stoccaggio del carbonio. “Potremmo conferire il nostro 50% del progetto che potrebbe rientrare all’interno del portafoglio complessivo della società che Eni sta costituendo e valutare di arrotondare un po’ la nostra partecipazione”, ha spiegato Venier. Eni ha già ricevuto sei offerte non vincolanti per una quota della società da scorporare.
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