Allarme pensioni: nel 2050 ci sarà solo 1,1 lavoratore per ogni pensionato

Bassa natalità, allungamento della vita, addio al posto fisso: sono alcuni dei fattori che metteranno definitivamente in crisi il sistema attuale

Hanno ragione i giovani quando dicono “chissà se mai andrò in pensione”. Il sistema pensionistico italiano, infatti, scricchiola già oggi, ma in futuro potrebbe entrare definitivamente in crisi. Secondo il rapporto sul welfare di Unipol e The European House Ambrosetti, nel 2050, nel nostro Paese avremo un numero più ridotto di lavoratori e uno maggiore di anziani rispetto a ora. Gli occupati, anche per colpa della carenza di posti fissi, saranno solo 2,3 milioni: di conseguenza, i contributi che affluiranno nelle casse pensionistiche saranno sempre meno. Non solo: la bassa natalità e l’allungamento dell’aspettativa di vita faranno sì che le persone in età lavorativa saranno ridotte di 7,4 milioni di unità. In pratica, fra 30 anni ci sarà solo 1,1 lavoratore stabile per ogni pensionato. Oltretutto aumenteranno sia le persone con redditi più contenuti e quindi contribuzioni più basse sia gli anziani non autosufficienti (che saliranno a 5,7 milioni) e quindi bisognosi di assistenza. Anche il Servizio sanitario nazionale dovrà affrontare numerose difficoltà.

Per questo, è stato creato “Welfare Italia”, un nuovo laboratorio che ha l’obiettivo di capire quale potrebbe essere un modello di welfare adatto ai mutamenti in corso. Secondo le prime analisi, occorre modificare il sistema di protezione puntando su una maggiore flessibilità e personalizzazione delle prestazioni; integrare pubblico e privato; favorire una maggiore complementarietà e prevedere un percorso di responsabilizzazione di cittadini e imprese.

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