Prima del brevetto. Quali sono le condizioni per poter brevettare un’idea

Non basta alzarsi una mattina con un’invenzione in testa per poterne chiedere la protezione. Il percorso è un po’ più complicato, ma nemmeno troppo

Chi non si è mai baloccato con la tentazione di brevettare un’idea? In molti hanno accarezzato la prospettiva di diventare inventori di qualcosa e assicurarsi una piccola grande rendita per gli anni a venire. Il problema, come qualunque inventore della domenica sa bene, non è fare la trafila burocratica ma avere qualcosa per cui farla.

Brevettare un’idea, a chi rivolgersi?

Per quanto, infatti, ottenere un brevetto non sia impossibile, non è neanche semplicissimo, perché le autorità preposte e i regolamenti in materia fanno in modo che non basti svegliarsi una mattina e dire “che bello sarebbe poter volare, voglio brevettare l’idea di un superzaino che ci faccia librare in volo”. Questo zaino lo si deve progettare sul serio.

Prima di tutto, è bene sapere da chi si deve andare se si vuole richiedere un brevetto. Bisogna rivolgersi all’Uibm, l’Ufficio italiano brevetti e marchi. Se il brevetto è internazionale, bisogna compilare un modulo scaricabile e procedere sempre attraverso l’ufficio governativo appena citato.

Le tipologie di brevetti

Come spiega proprio il sito dell’Uibm, il brevetto “tutela e valorizza un’innovazione tecnica, ovvero un prodotto o un processo che fornisca una soluzione nuova e innovativa in risposta a un problema tecnico: può riguardare invenzioni industriali, modelli di utilità, nuove varietà vegetali”. Più semplicemente, come spiega il sito ufficiobrevetti.it, “è il documento con cui un’autorità (Uibm in Italia) riconosce all’inventore la facoltà di sfruttare in modo esclusivo, su tutto il territorio nazionale e per un periodo di tempo, l’invenzione o il modello che ha realizzato”.

Le invenzioni

La legge distingue tra diversi tipi di “prodotti” da difendere, più precisamente tra invenzione e modello di utilità. La prima è la protezioni più forte che possa essere garantita, infatti dura 20 anni, che decorrono dal momento in cui si deposita la domanda, e si applica a cose innovative. Il sito dell’Uibm è ancora più preciso e parla di “invenzioni industriali”, definendole come “soluzione nuova e innovativa in risposta a un problema tecnico. L’invenzione può fare riferimento alla creazione di un congegno, prodotto, metodo o procedimento completamente nuovo o può semplicemente rappresentare un miglioramento di un dato prodotto o procedimento già esistente”.

Il punto di riferimento è il Codice della proprietà industriale, che all’articolo 46 precisa “ l’invenzione non deve essere già compresa nello stato della tecnica”, cioè non deve essere stata in qualche modo presentata al pubblico. Ad esempio, se io so che il mio vicino di casa ha inventato lo zaino per volare ma lo ha sepolto in cantina e io ne creo uno identico, lo posso brevettare. Ma se il mio vicino lo ha presentato a una fiera, lo ha inserito in un catalogo o ne ha fatto scrivere sul giornale del quartiere, la mia invenzione non è più nuova e originale e non la posso brevettare.

Modelli di utilità

Il modello di utilità, invece, che è riconosciuto solo in Italia e pochi altri stati, offre una protezione più leggera, poiché dura solo 10 anni, e si riconosce a quelle creazioni che vanno a innovare e a rendere più semplice l’utilizzo di oggetti e strumenti già inventati. L’articolo 82 del Cpi dice che “Possono costituire oggetto di brevetto per modello di utilità i nuovi modelli atti a conferire particolare efficacia o comodità di applicazione o di impiego a macchine, o parti di esse, strumenti, utensili od oggetti di uso in genere, quali i nuovi modelli consistenti in particolari conformazioni, disposizioni, configurazioni o combinazioni di parti”.

Condizioni per poter depositare un brevetto

È importante sapere che, una volta trascorso il periodo di protezione, cioè 10 o 20 anni, a seconda che si parli di modelli di utilità o invenzioni industriali, il brevetto non può essere prorogato né riottenuto. Inoltre, perché un brevetto possa esser concesso, l’oggetto in questione non deve essere solo nuovo e innovativo, ma anche lecito, cioè non deve offendere il costume e il pudore né sovvertire l’ordine pubblico, e deve essere riproducibile a livello industriale.

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