Finlandia, Svezia e Norvegia. Sono ancora i Paesi scandivi i migliori per essere madri, quelli ai vertici della classifica di Save the Children sullo Stato delle Madri nel Mondo. Tutti invece dell’Africa sub-sahariana i Paesi che si collocano in fondo alla graduatoria chiusa dalla Repubblica Democratica del Congo (RDC)
Cinque gli indicatori sui cui è basato il rapporto, giunto quest’anno alla sua 14esima edizione: salute materna e rischio di morte per parto, benessere dei bambini e tasso di mortalità entro i 5 anni, grado di istruzione, condizioni economiche e Pil procapite, partecipazione politica delle donne al governo.
Dal rapporto mettono in evidenza le enormi disparità tra i paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo. Se, per esempio, le finlandesi possono contare su ben 17 anni di istruzione, le donne nella RDC su 8 e le somale solo su 2. Se il tasso di mortalità dei bambini entro i 5 anni nella RDC è di 167 su 1000 nati vivi, in Finlandia il tasso precipita a 3 su 1000. La stessa differenza si riscontra anche nel tasso di partecipazione femminile alla vita politica: in Finlandia la percentuale di seggi in Parlamento occupati da donne sono il 42,5% contro l’8,3% di quelli detenuti nella RDC.
Ampio spazio quest’anno viene dedicato al focus tematico “Sopravvivere al Primo Giorno” – come riportato nel titolo del rapporto – con la creazione di un indice relativo alle morti precocissime dei neonati, quelle cioè che avvengono nelle prime 24 ore dalla nascita. Ben 1 milione di bambini ogni anno non sopravvive al primo giorno: la frequenza più alta si registra in Somalia (18 bambini morti su 1000 nati), Mali, Sierra Leone, RDC (17), Repubblica Centrafricana (16), Ciad, Costa d’Avorio, Angola (15).
Sebbene dal 1990 il tasso di mortalità dei bambini entro i 5 anni di vita e la mortalità delle mamme siano calati rispettivamente del 40% e 50%, ogni giorno nel mondo 800 donne muoiono ancora per cause legate alla gravidanza o al parto, mentre sono quasi 7 milioni i bambini che muoiono prima di compiere 5 anni, di cui 3 milioni non superano il mese di vita, e questo avviene per cause prevenibili e curabili, come infezioni, prematurità, complicazioni da parto. La quasi totalità delle morti di neonati e delle loro mamme (rispettivamente il 98 e il 99% ) si verifica nei paesi in via di sviluppo dove è fatale la mancanza di servizi sanitari di base e di assistenza prima, durante e dopo il parto.
L’ITALIA
Per quanto riguarda l’Italia, il rapporto di Save the Children, quest’anno riporta il nostro paese al 17esimo posto. Secondo i dati, le condizioni di salute delle mamme e dei bambini raggiungono livelli alti (il tasso di mortalità femminile per cause legate a gravidanze e parto è pari a 1 ogni 20.300, quello di mortalità infantile è di 3,7 ogni 1000 nati vivi), come abbastanza alto è il livello di istruzione delle donne, pari a 16 anni di formazione scolastica. Benché la scarsa percentuale media di partecipazione politica delle donne fotografata dal rapporto (20,6%) abbia subito un deciso incremento in occasione delle ultime elezioni (con il 28,6% al Senato e 31,3% alla Camera), siamo ancora distanti perfino da paesi come l’Angola (38%), l’Afganistan (27%) e il Mozambico (39%).
L’INIZIATIVA PER LA FESTA DELLA MAMMA 2013
Save the Children, alla vigilia della Festa della Mamma 2013, lancia un appello perché questa diventi un’occasione per sostenere gli interventi per la salute materno-infantile dell’Organizzazione nei paesi maggiormente in difficoltà, e lo fa con una testimonial neomamma di eccezione, l’attrice Paola Cortellesi.
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