Non ci sta Rolex a vedersi associata ai black bloc che hanno devastato Milano. Non accetta che il premier Matteo Renzi definisca i delinquenti in «tuta nera» come «figli di papà con il Rolex al polso».E così in una lettera aperta pubblicata sul Corriere della Sera e sui maggiori quotidiani l’a.d. dell’azienda Gianpaolo Marini ha replicato al presidente del Consiglio e al ministro dell’Interno.
Ecco il testo della lettera: «Egregi signori all’indomani delle devastazioni avvenute a Milano…i media nazionali e web hanno riportato con ampio rilievo in virgolettato le Vostre dichiarazioni relative all’operato delle Forze dell’Ordine, ivi compreso il messaggio `sconfitti i soliti farabutti col cappuccio e figli di papà coi rolex’. Se personalmente, come cittadino di Milano, nell’occasione non ho potuto che apprezzare il sacrificio e la dedizione delle Forze dell’Ordine, debbo invece, per la mia carica, esprimere profondo rincrescimento e disappunto per l’associazione delle vostre parole fra la condizione di `distruttori di vetrine´ ed il fatto di portare un orologio Rolex al polso. Al di là del fatto che, dalla qualità delle foto e dei video che sono stati diffusi dai media è altamente improbabile poter desumere un’affidabile identificazione come Rolex (e ancor più come Rolex autentico) dell’orologio indossato dai facinosrosi che stavano commettando evidenti reati, credo che il dettaglio dell’essere – o non essere – quest’ultimo di marca Rolex, sia obiettivamente cosa marginale rispetto al `cuore´ delle Vostre dichiarazioni. Ho preso la libertà, dopo profonda riflessione – conclude la lettera aperta – di pubblicare la presente sulla stampa nazionale a doverosa autodifesa, nell’immediato, della reputazione del marchio e dell’immagine di Rolex. Confidando in una Vostra cortese rettifica, con ossequi, Gianpaolo Marini».
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