La Germania spegne i reattori, via il nucleare entro il 2022

Il governo formalizza la decisione di abbandonare l’atomo. Verranno chiusi subito otto impianti e alla fine del processo ne rimarranno solo tre per eventuali crisi energetiche. In Italia, invece, tutto è ancora da decidere. Veronesi: “L’ Agenzia per la sicurezza sul nucleare esiste ancora”

La Germania, attualmente l’economia più forte dell’Unione europea, abbandona l’energia nucleare. La decisione è stata ufficialmente formalizzata in giornata nel corso di un vertice della coalizione di governo che si è svolto nella notte. Tutti gli impianti verranno chiusi entro il 2022, molti – tranne tre, che resteranno in funzione per eventuali crisi energetiche – nel 2021.I leader dei partiti si sono riuniti nell’ufficio del cancelliere Angela Merkel a Berlino per mettere a punto l’accordo sulla chiusura degli impianti e l’intesa è arrivata al termine di una sessione durata 12 ore che ha visto la partecipazione dei leader dei partiti della coalizione, ma in cui sono stati coinvolti anche quelli dei Socialdemocratici e dei Verdi.Il piano prevede da subito la chiusura di otto centrali su 17. Secondo il progetto, infatti, le sette centrali che erano state chiuse in seguito alla moratoria di tre mesi annunciata da Angela Merkel dopo il disastro di Fukushima non verranno riaperte. Inoltre, rimarrà chiusa anche la centrale di Kruemmel, nello Schleswig-Holstein (Nord), che è stata inaugurata nel 1983, ma non è attiva dal 2009 a causa di problemi tecnici. “l nostro sistema energetico deve essere cambiato radicalmente e può essere cambiato radicalmente – ha commentato il cancelliere Merkel -. Vogliamo che l’elettricità del futuro sia sicura e, allo stesso tempo, sia affidabile ed economica”.In Italia la notizia è stata letta in chiave politica. Secondo l’oncologo Umberto Veronesi, scelto come presidente dell’Agenzia per la Sicurezza sul Nucleare, “l’influenza e l’ondata di panico per Fukushima ha creato un’emozione che si è riflessa anche al mondo politico: il terrore di perdere voti ha fatto prendere decisioni in quella direzione”. Il nostro Paese, che il 12 e 13 giugno dovrebbe essere chiamato a decidere con un referendum la posizione italiana sull’atomo, non ha ancora preso una decisione. Dopo che il governo ha confermato il ripensamento sulla costruzione di nuovi impianti, qualcuno si aspettava che l’agenzia diretta da Veronesi venisse ‘congelata’, ma l’oncologo ha precisato: “No, esiste ancora”.

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