Nucleare in Italia? Il governo frena

La situazione in Giappone costringe l’esecutivo a uno stop. Per il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani è necessario fermarsi un attimo e capire cosa sia meglio fare

Come era prevedibile, alla fine la frenata sul nucleare è arrivata anche in Italia. L’eco di quanto succede in Giappone, con la centrale di Fukushima ad un passo dal disastro (oggi il livello di allerta è passato dal grado 4 al 5), non poteva che giungere anche da noi. E il governo, fino a ieri impegnato al rilancio del nucleare, è costretto a una brusca frenata. A togliere il piede dall’accelerato dell’atomo è il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, intervenuto questo pomeriggio in occasione dell’inaugurazione del cavo sottomarino Lazio-Sardegna di Terna. «Quello che è successo in Giappone, un momento di riflessione lo deve dare – ha dichiarato il ministro, che poi ha esortato – il sistema Paese, il governo, i tecnici a fermarsi un attimo e capire cosa sia meglio fare». Insomma una sorta di pausa di riflessione, a tempo e non definitiva. Romani, infatti, ribadisce la ferma convinzione del governo sull’opportunità della scelta nucleare, ma sottolinea come sia impensabile ora «fare scelte che non sono condivise da tutti». Toni decisamente più soft, rispetto a quelli che ieri aveva, invece utilizzato, un altro ministro, quello dell’ambiente Stefania Prestigiacomo: «È finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare».

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